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LC
Caro Rosario,
sono un po' indeciso nel consigliarti degli upgrade per pre phono e DAC quando a dar voce a tutto c'è ancora una coppia di vecchie Sonus Faber Concertino. Io, in una logica di upgrade sostanzioso e, soprattutto, generale, penserei a sostituire queste ultime, magari con qualche bookshelf più moderno e raffinato di casa Sonus Faber.
Inoltre, non specifichi che testina monti il tuo giradischi Technics, magari prima di pensare al pre fono potresti valutare un upgrade della testina. Comunque sia, lascio a te le valutazioni del caso. Per quanto riguarda il pre phono io direi che un Lehmann Black Cube Statement sarebbe un bel passo avanti rispetto al NAD PP1 in tuo possesso e ti permetterebbe di risparmiare un bel po' sul budget che hai preventivato. Per quanto riguarda invece il DAC, mi sembra strano che tu trovi l'Arcam freddo, non è una caratteristica di questi componenti...
Comunque, all'interno del budget che hai fissato, potresti valutare Cambridge DAC Magic plus, Musical Fidelity V-90 DAC e NAD DAC2. Stiamo comunque parlando di pre fono e DAC che costano, ognuno di essi, quanto costavano originariamente le Concertino! Francamente, mi pare un po' eccessivo. Tra l'altro, la stanza è di 20 mq, magari meriterebbe dei diffusori più grandi e generosi in gamma bassa.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Marco,
io credo che la tua collezione di vinili meriti un giradischi migliore e, per te, più semplice da gestire e regolare. Pertanto, l'idea del Rega RP6 mi trova particolarmente d'accordo. Anche qualcosa di inferiore nella gerarchia Rega potrebbe andar benissimo, magari prevedendo un upgrade della testina prima o poi. Il tuo Dual, sistemato alla meno peggio, credo possa darti qualche soddisfazione economica quando lo dovessi mettere in vendita. Si tratta di giradischi sempre abbastanza ben accolti dagli appassionati.
Per quanto riguarda invece i lettori CD Naim credo tu possa stare tranquillo, non sono così vecchi come pensi! In ogni caso Naim dovrebbe assicurare un minimo di assistenza in caso siano necessari ricambi o riparazioni. E poi non esageriamo, hanno appena 6 anni di vita! Quando penso a lettori CD non recenti e quindi potenzialmente a rischio mi riferisco a macchine che hanno abbondantemente superato il decennio di attività lavorativa. Molto, tra l'altro, dipende dall'uso che ne è stato fatto e dalla disponibilità di ricambi, in particolare di meccaniche, cinghie e laser.
Ad esempio, Linn non fornisce più alcuna assistenza sui suoi vecchi lettori CD (immagino la gioia degli acquirenti dell'allora costosissimo modello top CD12!) e questo potrebbe essere un grosso problema, anche perché di fatto limita anche la rivendibilità di queste macchine.
In definitiva, credo che coi Naim che hai citato tu non corra alcun problema!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Marco,
beato te che ti fidi ciecamente, io non mi fido neppure di me stesso :-)
Sono felice nel sapere che ti sia deciso ad arredare l'ambiente, constatando che, da sola, questa modifica possa fare veramente tanto.
La prima domanda che mi fai contiene una contraddizione in termini: se avessi 1000€ e dovessi costruire un impianto _non_ acquisterei componenti vintage :-) Quindi, semplicemente, non mi orienterei. Tra l'altro il concetto di vintage recente sfugge alla mia comprensione. O è vintage o è recente, deciditi! :-)
E, ancora, non capisco il senso della seconda domanda, dove mi chiedi quali diffusori possano sostituire dei Monitor Audio Gold. Sono due domande collegate? Sono indipendenti? Ti serve un secondo impianto vintage?
Ti dico cosa farei io con 1000€: prenderei una sorgente multi-tasking come il Cocktail Audio X10 o X12 e ci collegherei una coppia di diffusori attivi, tipo M-Audio o similari. Il realismo di un sistema così essenziale e diretto sarebbe irraggiungibile da qualunque componente vintage all'interno di quel budget di spesa. Ma, se proprio vintage ha da essere, allora Naim Nait 1 o 2 abbinato a delle Linn Kaber, Keilidh o Kan, ad esempio.
Per quanto riguarda invece le sostitute delle Monitor Audio Gold, senza specificare un budget di massima e quale modello di Gold si tratti, vedo difficile fornire idee sensate.
Sul migliaio di euro (immaginando sia lo stesso budget della domanda nr. 1) io ci vedrei bene anche delle Duevel Planets, diffusori facili da inserire in ambiente e semplici da ascoltare.
Senza altre indicazioni, credimi, è impossibile essere più specifico. Mi chiedo se a volte rileggiate ciò che scrivete prima di premere INVIO! :-) Chi vi legge non ha in testa ciò a cui state pensando voi!!!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Giancarlo,
che la malattia dell'upgradite porti a cercare miglioramenti anche laddove non ce ne possano essere è normale ma, in tutta sincerità, mi son sempre chiesto la ratio, se c'è, che dovrebbe sostenere certe ipotesi e conseguenti tesi. Sostieni che “in alcuni dischi avverto che c'è margine di miglioramento” e io mi chiedo come tu faccia ad avere questa sensazione. Chi ti dice che quel disco possa suonare meglio? Chi ti dice che, invece, quel suono sgradevole o con determinate limitazioni non sia insito nella qualità della registrazione? Per capirlo, ad esempio, potresti fare un confronto tra CD e LP: se nell'ascolto dell'LP ci sono distorsioni o asprezze che nel CD non si avvertono allora potresti giustamente provare a cercare un miglioramento. Ti faccio questa premessa per metterti in guardia da potenziali e costose delusioni. Se il problema è nel disco non ci sarà pre fono che possa risolvere.
Detto questo, certamente un pre fono regolabile potrà darti modo di far esprimere tutte le potenzialità della tua bella Dynavector. Sia il Black Cube che il Trichord sarebbero un bel passo avanti, di sicuro. Non è tanto una questione di adattamento dell'impedenza, quanto di qualità generale nettamente superiore allo stadio phono integrato del Marantz PM17. La diversa impedenza di carico, credimi, fa differenze di qualche ordine di grandezza inferiori.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Antonio,
purtroppo i dischi che saltano sono o molto sporchi o definitivamente rovinati. La sporcizia potrebbe essere così tenace che anche una pulizia attenta potrebbe non risolvere. Tieni conto che, a occhio nudo, questo tipo di difetti non si possono notare. Le dimensioni di un microsolco sono tali che certe imperfezioni sul fondo di esso sono invisibili alla vista normale. Si potrebbero evidenziare con un microscopio. Il consiglio pertanto è quello di lavare a fondo i dischi incriminati e, simultaneamente, provare ad aumentare di pochi decimi di grammo la forza di lettura. Vediamo se così si risolve. Se anche così non si dovesse risolvere, mettiti pure l'anima in pace e acquista nuovamente quei 5 dischi, su 123, che saltano. Magari le copie nuove, se ancora reperibili, non presentano questo tipo di difetto.
Talvolta una puntina migliore riesce a tracciare dischi un po' difficili ma tu parli di salto vero e proprio di solco e questo non è un difetto di poco conto. Purtroppo il vinile è, come dico sempre, gioie e dolori, e spesso prevalgono questi ultimi sulle prime.
Tuttavia, trattandosi di una percentuale minima di dischi difettosi presenti nella tua collezione ed essendo usati (chissà come) credo che ti possa considerare soddisfatto. Anche alcuni vecchi CD, nel tempo, sviluppano problemi analoghi.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Tanti dubbi sui collegamenti
LC
Trasformatori in campo audio
LC
LC
Re: Un piccolo upgrade
LC
Ho visto anche degli audiofili felici
LC
Dopo la scomparsa di James Last, della quale abbiamo dato notizia sulla nostra pagina Facebook un paio di giorni fa, manca all'affetto dei suoi fan anche il grande Ornette Coleman, il padre del movimento musicale noto come free jazz, musica non per tutti i palati, a tratti vicinissima a certe sperimentazioni di musica contemporanea. Lo ricordiamo col suo quartetto in questo live al North Sea Jazz 2010.
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Buonasera, mi chiamo Riccardo, sono un Suo lettore di TNT-Audio ed è la prima volta che Le scrivo, sperando io possa permettermi di farlo ci mancherebbe! Sono molto appassionato di Hi-Fi ed anche se non sono esperto ho un impianto sicuramente eccezionale ma arrivo all'ergo sul perché Le sto scrivendo sperando tantissimo Lei possa aiutarmi in quanto mi sono smarrito nel dedalo di notizie sparse sul web accrescendo la mia confusione.
Voglio effettuare un impianto stereo 2.1 per il mio computer utilizzando una scheda audio come sorgente e desidero una Sua delucidazione in merito ai seguenti componenti e i relativi collegamenti.
L'impianto è così composto:
Non sono ancora riuscito a sapere come effettuare le dovute connessioni e mi rivolgo a Lei in quanto esperto del settore sperando di non essere tedioso ma davvero spero tantissimo di ricevere un aiuto!
Pertanto Vi chiedo:
La casa di schede audio CREATIVE mi ha detto che potrei collegare le uscite audio RCA della scheda audio agli ingressi Aux 1 dell'amplificatore e inoltre alla mia domanda se il collegamento tramite s/pdif è migliore del collegamento tramite RCA mi ha risposto testualmente che "il collegamento con cavo coassiale richiede solo meno collegamenti e permette nel caso di poter impostare anche un sistema di output 5.1. Altrimenti il collegamento tramite cavo ottico non rappresenta un collegamento migliore rispetto a quello analogico con cavo RCA, quando si tratta di avere un output stereo."
In pratica mi ha detto, se ho capito bene, che se si tratta di creare un impianto 2.1 il collegamento tramite s/pdif non è migliore di quello tramite RCA. E' veramente così? Invece la casa di schede audio ASUS mi ha detto l'esatto contrario ossia che il collegamento tramite l'uscita digitale s/pdif è migliore di quello RCA pertanto mi ha consigliato di utilizzare un cavo coassiale per collegare l'uscita s/pdif della scheda audio al coax dell'amplificatore. A chi dovrei credere?
Sperando in una Vostra risposta, cordialmente saluto e ringrazio anticipatamente.
Riccardo - E-mail: rikkardo_f (at) libero.it
Caro Riccardo,
puoi certamente collegare il sub all'amplificatore tramite delle uscite linea (--> ingressi linea lato sub) oppure puoi collegare le uscite altoparlanti. In genere si preferisce l'ingresso line in se l'ampli ha delle uscite linea regolabili, ovvero asservite al controllo di volume. I diffusori passivi, a questo punto, si collegano normalmente alle uscite diffusori dell'amplificatore. In mancanza di questo, ma nel tuo caso non è necessario, si potrebbe collegare sia i satelliti che il sub all'uscita altoparlanti dell'ampli. Vedi lo schema qui sotto, relativo al tuo subwoofer. Visto che il tuo Rotel RA10 ha le uscite pre-out io propenderei per la prima soluzione.
Per quanto riguarda il collegamento digitale, tutto dipende dalla qualità del DAC interno all'amplificatore o alla sorgente (scheda audio nel tuo caso). Se è migliore quello dell'ampli allora va bene il collegamento digitale tra sorgente e ampli, mentre se fosse migliore il DAC della scheda puoi collegare coi doppi cavi RCA in analogico. Non posso dirti io cosa fare, visto che non ho a disposizione i due apparecchi per un confronto. Questo puoi farlo tu, prova entrambe le possibilità e decidi con le tue orecchie e secondo il tuo gusto, ammesso che qualche differenza si possa spercepire, naturalmente (e non è detto!).
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Salve,
riguardo alla lettera dell'audiofilo felice, l'apparecchio in questione è un comunissimo isolatore galvanico basato su trasformatori. Il suo scopo è disaccoppiare (assenza di contatto elettrico fisico) i circuiti lato ingresso e lato uscita, impedendo la formazione di anelli di massa. L'isolamento a trasformatori è usato da sempre nel settore delle telecomunicazioni e da decenni nell'audio: ad esempio le cosiddette “DI box” (Direct Injection) usate, su palco e in studio, per collegare fra loro apparecchi con tipologie di connessione (bilanciato e sbilanciato) e impedenze diverse (ad es. una chitarra direttamente a un mixer).
Lo stesso compito può essere svolto ovviamente (e talora meglio) da elettronica attiva e oggi spesso è così, la soluzione a trasformatori è tuttora apprezzata per la semplicità e affidabilità, non manca nemmeno chi la esalta per le caratteristiche che conferirebbe al suono. Le prestazioni di un trasformatore in termini di “fedeltà” (soprattutto ampiezza e linearità della banda passante e livello di distorsione) dipendono molto dalla dimensione e dal materiale del nucleo e poi da altri dettagli costruttivi. Ecco perché i trasformatori in banda audio costano da decine di centesimi a più di un centinaio di Euro, come un Lundahl top di gamma. Nella scelta del trasformatore corretto bisogna poi tenere presente l'impedenza di ingresso e uscita adatti ad interfacciarsi agli altri apparecchi, per evitare aumento della distorsione ed effetti indesiderati di “equalizzazione” del suono.
In questo ambito ricade anche la problematica di come collegare i computer ad amplificazioni e sistemi audio professionali, molto sentita tanto che marchi specializzati di ottimo livello realizzano prodotti appositi come questi: radialeng.com/stagebugsb5.php e radialeng.com/jpc.php.
Per chi fosse interessato ad approfondire, nell'eccellente biblioteca tecnica “RaneNote” (che si distingue per dare informazione di qualità con un'esposizione gradevole e attenta anche ai non tecnici) del produttore Rane è presente un ottimo documento sulle problematiche di interfaccia elettrica nell'audio con risvolti utili anche per il mondo consumer: www.rane.com/note110.html. Sull'uso dei trasformatori nell'audio è apparso da poco un articolo specifico in un altro caposaldo dell'informazione on line sull'elettronica audio, il sito di Rod Elliott: sound.westhost.com/articles/audio-xfmrs.htm.
Luca - E-mail: lm.cd07802 (at) gmail.com
Caro Luca,
grazie per le utilissime precisazioni. Aggiungo solo che un sistema analogo di isolamento, del quale abbiamo trattato più volte, riguarda i trasformatori 220V 1:1 da interporre tra impianto HiFi e rete elettrica. In questo modo buona parte delle interferenze che inquinano la rete domestica non riescono a raggiungere i componenti HiFi del nostro impianto.
I risultati all'ascolto, ovviamente, dipendono molto dal dimensionamento del trafo, dalla sua qualità costruttiva e dalle eventuali interferenze che potrebbe generare nelle vicinanze di un componente HiFi.
Grazie per il prezioso feedback!
Lucio Cadeddu
Caro Emanuele,
spesso su queste pagine ho messo in guardia su quanto fallace sia la memoria audio, specie se focalizzata sul periodo adolescenziale, quando tutto era più bello: gli impianti HiFi suonavano benissimo, le auto erano più veloci, le donne più belle e sensuali, le amicizie più vere, persino la Nutella era più buona ;-) Quanto di tutto questo sia vero lo lascio decidere all'esperienza dei tuoi quarant'anni...dovresti aver capito che sono tutte, nessuna esclusa, false sensazioni, abbellite dal nostro stato d'animo nel periodo nel quale le abbiamo vissute.
A questo aggiungi il fatto che le Concertino, confinate in uno scaffale e pilotate da un amplificatore inadeguato, rendono per il 10-20% di quel che possono. Il fatto che tu abbia ascoltato dei buoni impianti e non sia riuscito a trovare niente di soddisfacente è abbastanza logico: non hai idea di cosa ascoltare e di quale sia il suono veramente corretto. Hai stampato nella memoria un suono finto, pompato dai controlli di tono e magari anche dal loudness e lo cerchi in impianti moderni che hanno decisamente tutt'altra impostazione.
Primo passo, dunque, rieducare l'orecchio. E non è facile. Secondo, ascoltare diffusori più generosi e meno audiophile. Penso a Klipsch, su tutti, ma anche Tannoy e Opera. Vedi se riesci ad ascoltare qualcosa di questi tre marchi, in condizioni ottimali, e sentiamoci di nuovo. Secondo me cambi idea sull'HiFi moderna e abbandoni una volta per tutte gli scheletri dei ricordi.
Ti serve anche un amplificatore, che potrebbe essere un integrato Naim, Audio Analogue, Arcam o Musical Fidelity. Non è facile trovarli tutti dotati di scheda phono per il giradischi, quindi temo dovrai acquistare, nel caso, un pre fono separato.
Prima di questi passi, però, troviamo le casse giuste, lavoriamo sull'ambiente e l'installazione e poi vediamo come procedere.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Gent.mo Lucio,
grazie per la risposta esauriente e per i consigli. Nell'attesa mi sono fatto portare lo Yamaha e lo ho provato. Sono contento della tua determinazione nel classificarlo come merita.
Provo a dirti qualcosa sul suo conto: a bassi(ssimi) volumi sembra presentare una gamma di suoni più ampia del mio vecchio
Luxman; tuttavia, alzando il volume, i medio-alti ed in particolare le voci risultano più squartate di quanto accadesse in precedenza. Ciò succede anche sulla celebre "So What" di Miles Davis, disco nuovo rimasterizzato! La tromba di Miles ad
inizio brano distorce in maniera sconfortante e questo con il Luxman non succede.
Adoperando il tasto Pure Direct, il tutto, se possibile, peggiora ancora. C'è ancora
maggiore sensibilità alle frequenze medio alte ed i suoni sono distortissimi.
Qualcosa di buono l'ampli e il tasto Pure Direct lo fanno quando ascolto i cd, ma
non è questo il mio scopo. Al momento desidero costruire l'impianto per i vinili di annata che colleziono.
Il tasto loudness non capisco a cosa serva, anche se ho letto diverse recensioni nel
merito. L'unico effetto è quello di un mute progressivo: non sembra calibrare,
migliorare o modificare il suono in alcun modo!!!
Il subsonic filter non fornisce alcun cambiamento; così come non cambia
assolutamente nulla passando da mono a stereo con l'apposito pulsante (testato su un
A Hard Day's Night e sul secondo di Jerry Lee Lewis - entrambe prime stampe inglesi
-).
Pensavo che il difetto sui medio alti fosse da attribuire all'Acoustimass 3, ma da
quanto tu dici, mi sembra che il problema non siano solo i diffusori.
Ora, premesso che il mio ideale di suono è quello che consente di distinguere i vari
strumenti e le voci (con una scena dettagliata potrei anche rinunciare a super bassi
e iper acuti) ti chiedo se le Cambridge che mi hai consigliato potrebbero fare al
caso mio (su Amazon a €269.10). Quanto all'usato avrei trovato delle Celestion F2 (100W 8Ohm) a €100 circa, ma non
so se me le spediscono...ho chiesto...Nel frattempo penso di restituire lo Yamaha.
Sono un collezionista di vinili, come ti dicevo, ed al momento sto simulando di vivere indietro di 50 anni. Utilizzando wikipedia seguo mese per mese le uscite (attualmente siamo al Giugno 1965) e provo a tuffarmi in quei suoni e quelle
esperienze musicali che hanno fatto la storia del rock. Con l'ausilio di Popsike e Discogs determino il valore dei dischi da acquistare e procedo. Poi vendo e scambio ai mercatini quando è possibile.
Mi sono portato un po' avanti con il lavoro ed ho acquistato con un po' di anticipo
“Having A Rave Up With The Yardbirds!” e dopo qualche anno di musica piana e pulita
sono arrivato al primo disco in cui si fa uso di suoni processati grazie a Jeff
Beck, che nel frattempo aveva preso il posto di Eric Clapton.
Quanto ai dischi di questa epoca, un buon orecchio consente di distinguere una
Rickenbacker da una Stratocaster, semplicemente perché... suonano diverse...e non ci
sono effetti speciali.
Potrebbe essere gradito un mio contributo in termini di recensioni di dischi
antichi che tenga conto delle varie edizioni uscite in vinile nel corso degli
anni, dei costi dell'usato e delle eventuali ristampe?
A presto,
Davide - E-mail: d.lancieri (at) stradeanas.it
Caro Davide,
mi fa piacere che abbia trovato quell'amplificatore Yamaha sostanzialmente peggiore del tuo Luxman, avevo visto giusto. Il tasto loudness serve, in genere, ad aumentare la quantità di basse e alte frequenze a bassi livelli d'ascolto, per compensare il calo fisiologico del nostro orecchio. Ad alto volume l'effetto di tale compensazione dovrebbe attenuarsi.
Il filtro subsonico, se ben progettato, non si dovrebbe sentire, proprio perché taglia frequenze così basse che o non sono incise nei dischi (e dunque serve per limitare le escursioni inutili dei woofers coi vinili ondulati) oppure che i nostri diffusori non sono in grado di riprodurre.
La differenza tra mono e stereo, invece, dovrebbe essere nettissima. Se ciò non accade significa che il segnale che stai ascoltando è già nativo mono! Ad esempio A hard day's night dei Beatles, che hai citato, è mono!!! Diciamo pure che quasi tutti i dischi pop/rock degli anni '60 sono incisioni mono. Devi un po' rassegnarti: se ti piacciono i dischi pop/rock di questo periodo, la qualità è generalmente molto bassa, risposta in frequenza e dinamica limitate, fronte sonoro monofonico.
Tu forse vorresti sentire da questi dischi suoni e sonorità che NON ESISTONO e non sono mai esistiti né nei solchi di quegli LP né, forse, nei master tape che li hanno generati.
A questo punto non so dirti se, con queste premesse, le casse Cambridge che ti ho consigliato siano o meno un passo avanti rispetto alle tue Bose. Per incisioni moderne e ben suonanti di sicuro lo sono, ma per il software che ascolti tu, potrebbe anche non accadere.
Per quanto riguarda le recensioni di dischi ti ringrazio, ma ti consiglio di contattare la nostra gemella musicale ossia Music on TNT che è sempre a caccia di nuovi redattori!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Buonasera direttore,
sono lieto di condividere alcuni progetti, da me realizzati, tramite le indicazioni presenti sul suo MAGNIFICO sito:
Cordiali saluti,
Giuseppe - E-mail: giuseppe-sisto (at) libero.it
Caro Giuseppe,
grazie per il prezioso feedback sui nostri progettini di autocostruzione e complimenti per la pignola realizzazione. Spero ti sia divertito e che i risultati all'ascolto siano stati sensibili! Ci sono tanti altri progettini semplici semplici coi quali potresti cimentarti!
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potrete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!