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Consigli su schema per amplificatore valvolare
Buongiorno! Sperando di non essere fuori tema, mi permetto di chiederle un
consiglio. Mi hanno regalato questo
kit per il compleanno.
Premetto che ho già costruito amplificatori valvolari per chitarre, principalmente repliche, per cui la parte prettamente manuale non dovrebbe
rappresentare un problema. Volevo, utilizzando gli stessi componenti di base, realizzare uno schema
un po' più complesso. Girando velocemente sul web ho trovato questo. Il jpg 1 è lo schema originale con modifiche che non mi convincono (con quel condensatore che elimina la retroazione non si aumenta troppo il guadagno?). Una cosa che non capisco dello schema originale è il fatto che
il pin 4 del doppio triodo apparentemente non è collegato a nulla. In realtà è in parallelo con l'altra griglia? Sarei orientato verso lo schema
in figura 4, aggiungendo migliorie rubate al vostro SIMPRE (sullo stadio
d'ingresso e sull'alimentazione dei filamenti.
Ultima domanda: avendo intenzione di fare un case su misura, ho pensato di aggiungere una EL34 in parallelo all'altra per aumentare la potenza, non
tanto per aumentare il volume ma per diciamo "stressare" di meno le finali. Aggiungendo un trasformatore per i filamenti di queste ultime, la
valvola raddrizzatrice sopporterebbe questa richiesta extra di corrente, e i TU? (l'uscita del trasformatore AT si)
Mi scuso se in così poche righe le ho messo tante domande! Aggiungo che ascolto preferibilmente rock progressive e classica.
La ringrazio per l'eventuale risposta, e buona musica!
Cristiano - E-mail: crismont43 (at) libero.it
GP
Ciao Cristiano,
per quanto riguarda il doppio triodo, penso che le griglie siano in realtà in parallelo, controlla lo stampato. La configurazione fornisce
in pratica più corrente alla finale, ma se i due tubi non sono ben accoppiati può dare problemi (stress di un tubo rispetto all'altro).
Gli altri schemi a prima vista mi sembrano corretti. Aggiungere una seconda EL34 porta il raddrizzatore probabilmente
abbastanza al limite, ma teoricamente dovrebbe reggere. Quello che probabilmente non reggerebbe invece è l'indutttore di blocco (200mA
sono pochini...). Tieni presente però che i trasformatori di uscita dovrebbero essere progettati ad hoc per lo specifico schema: se così fosse, modificarlo potrebbe peggiorare il comportamento in maniera anche molto significativa.
Mettere poi addirittura una seconda finale magari ridurrebbe lo stress, ma non è detto che il trasformatore regga la corrente aggiuntiva e
quindi potrebbe distorcere malamente; inoltre potrebbe davvero mettere sotto stress il raddrizzatore ed ottenere un suono troppo morbido, se
non danneggiarlo. D'altra parte far lavorare i due tubi a metà corrente potrebbe non essere affatto ottimale.
Quindi sperimenta tutto quello che vuoi (restando SEMPRE nei limiti della sicurezza - avendo già costruito altri ampli, spero che ti renda
conto di star lavorando a tensioni elevate, che c'è il rischio che qualche condensatore esploda e venga sparato via se usato in maniera non
conforme, etc etc), ma se chi ha progettato il sistema ne capisce qualcosa e ha avuto i componenti corretti a disposizione potrebbe essere
difficile ottenere di meglio. Visto il prezzo, però, non so se sia questo il caso, neanche in Cina...
Spero di esserti stato utile,
Giorgio Pozzoli
LC
Caro Felice,
tutto dipende dal prezzo richiesto e dalla bontà dei lavori di ripristino eseguiti. Ovviamente un ascolto preventivo sarebbe d'obbligo, per fugare ogni dubbio. Tra l'altro, possedendo tu il modello esattamente inferiore, dovresti essere facilitato enormemente nella ricerca di eventuali difetti o problemi.
Per quanto riguarda invece l'opportunità di eseguire questo upgrade, ti confesso che non ne sono particolarmente convinto. Doppio woofer a parte, le differenze tra i due diffusori sono piccole, tanto che la stessa Infinity dichiarava, in maniera molto cautelativa, una estensione della risposta in basso abbastanza simile per questi due diffusori: 44 Hz per le tue REF 50 e 42 per le REF60. Sensibilità e altri parametri vitali risultavano sostanzialmente simili. In sintesi: se l'operazione di ribordatura fosse stata eseguita in maniera corretta, passando dalle REF50 alle REF60 dovresti ottenere un po' più di peso ed estensione in gamma bassa, il che, nel tuo ambiente molto grande, sarebbe certamente un plus non da sottovalutare. Il resto dello spettro audio, però, suonerà sostanzialmente identico a prima. Se però, malauguratamente, l'operazione di ribordatura dei woofer non fosse stata eseguita con materiali adatti, potrebbe darsi che accada persino il contrario: se i woofer, con le nuove sospensioni, fossero meno cedevoli gli ipotetici vantaggi in gamma bassa sarebbero vanificati.
Riassumendo: se avessi la possibilità di ascoltare i REF60, magari anche a confronto coi tuoi, dovresti senz'altro farlo. Se tutto suonasse meglio e la cifra richiesta fosse congrua, acquista pure senza timore.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Enzo,
è impossibile, senza avere l'amplificatore tra le mani e un suo schema dettagliato, capire quale tipo di intervento sia stato eseguito. Pertanto, è ovviamente impossibile indovinare se queste modifiche abbiano o meno un ruolo nel suono complessivo dell'apparecchio. Potrebbero essere delle modifiche marginali, quasi inudibili.
Che il Pioneer SA-508 sia bello da vedere è fuori discussione, sul suo suono, però, qualche perplessità ce l'avrei. Sono passati tanti anni e già all'epoca questa serie di amplificazioni Pioneer non è che godesse di chissà quale stima, specie se raffrontata ai competitor più blasonati del tempo, come Sansui e Marantz. Tu dici di essere soddisfatto ma poi riferisci di bassi “molto accentuati”. Hai provato a disattivare il tasto loudness e a mettere a zero i controlli di tono? Anche in questa configurazione ti sembra che i bassi siano molto in evidenza? Non dovrebbero esserlo affatto!
E, comunque, chi ti dice che questo aspetto del suono che senti sia da attribuire all'amplificatore? Non potrebbero essere i diffusori o il loro posizionamento? Non ne fai menzione, quindi non posso commentare oltre. Più in generale, leggendo un po' di nostre FAQ dovresti essere in grado di trovare il colpevole, magari riposizionando i diffusori. Fossi in te, comunque, non mi preoccuperei troppo delle modifiche eseguite, non stiamo parlando di un componente vintage di grande valore storico che, se modificato, perderebbe gran parte dell'interesse. No, stiamo discutendo di un economico amplificatore di grande produzione, venduto in migliaia di esemplari, che era onesto all'epoca e oggi è solo tanto carino da esporre, non molto di più.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Giuseppe,
purtroppo non specifichi che tipo di testina monti sul Thorens, sarebbe stata un'informazione utile per capire in che direzione fosse più conveniente muoversi. Alcuni upgrade classici per il TD320 sono il braccio Rega RB300 o lo SME 3009 (varie incarnazioni di questo). Anche un Linn Akito o Basik Plus potrebbero essere delle buone scelte. Mi chiedo però se non sia forse meglio spendere quei 200€ che hai preventivato in una testina migliore (se fosse di livello più basso) o investire tutto in un pre fono ancora di più alto livello. Quest'ultimo potrebbe essere il classico Lehmann Black Cube (normale o SE), da cercare nel mercato dell'usato insieme a un Trichord Dino o altri pre di caratura simile.
Tieni anche conto che per sostituire il braccio devi anche pensare a una basetta adatta, da acquistare o ricostruire in qualche modo. L'operazione si complica e non so se il gioco valga la candela. Potresti anche prendere in considerazione la possibilità di sostituire il cavo phono, tra giradischi e pre, rispetto a quello di serie un buon cavo phono fa una differenza non trascurabile.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Giancarlo,
a mio parere l'accoppiata Integré-LS3/5A, per quanto insolita, è tutt'altro che sbagliata! La vivacità e la dinamica dell'amplificatore francese, unite a una buona dose di trasparenza, potrebbero essere un ottimo complemento per l'impostazione sonora delle piccole Rogers.
Perciò, da questo punto di vista, niente da obiettare. Per quanto riguarda l'utilizzo delle Rogers LS3/5A coi relativi subwoofers le opinioni sono contrastanti ma, in fondo, si tratta di accettare una qualche forma di compromesso: si guadagna peso ed estensione della gamma bassa, che è quasi del tutto assente nelle piccole Rogers, sacrificando un po' della magia in gamma medio-alta. L'ideale sarebbe il collegamento separato di subwoofer e satelliti, ma mi chiedo quanta porzione di spettro audio vada a sovrapporsi in questo modo. Mi spiego: quando il suono per i satelliti viene filtrato dal subwoofer l'integrazione tra i due lavori svolti da queste due unità è ottimale. Tuttavia, ia trasparenza e la qualità della gamma media potrebbero risentirne per via del filtraggio aggiuntivo. D'altra parte, collegando separatamente le due unità, le Rogers si troverebbero a lavorare a gamma intera, nei limiti delle loro possibiità, e non è escluso che le due emissioni, dei satelliti e dei subwoofer, non arrivino a sovrapporsi per un certo tratto.
La mia sensazione è che se si desiderasse il suono delle LS3/5A senza troppe lacune in gamma bassa la soluzione migliore non sarebbe quella di aggiungere un subwoofer ma di acquistare dei diffusori simili ma ben più performanti in gamma bassa. Tanto per capirci, si può sempre cercare una coppia di quelle chiamate “LS 3/5A coi bassi” ovvero le vecchie, ma ottime, Thiel CS 1.2.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Progetto subwoofer attivo
Ciao Lucio,
fin dalle prime letture di TNT-Audio (quasi 20 anni fa!) una delle mie rubriche preferite è sempre stata quella dedicata all'autocostruzione. Incuriosito dalla possibilità di costruirmi un elemento qualsiasi della mia catena HIFI, ho cominciato con i progetti più semplici (cavi vari) per passare a quelli più complessi, come le TNT Munis di Giuliano Nicoletti. Dopo le sorprendenti Munis pensai bene di mettere la ciliegina sulla torta costruendo anche il sub dedicato, il TNT Trentino, sempre di Nicoletti.
Ma si sa che l'audiofilo è irrequieto (all'epoca lo ero molto anche io), per cui, dopo pochi anni, decisi di vendere le Munis ad un amico per passare ad un diffusore da pavimento “full frequency”. Il Trentino non serviva più. Provai senza successo a venderlo. Ho cercato anche di abbinarlo ad altre casse da stand, ma non sono mai riuscito a trovare la stessa alchimia presente con le Munis. Alla fine è rimasto per tanti anni inattivo a prendere polvere.
Nel frattempo, dopo molti cambiamenti e qualche trasloco, ho sistemato il mio impianto principale in una piccola stanza; i diffusori adesso sono le deliziose Kef LS50, ma l'elemento chiave dell'impianto è il correttore digitale ambientale DSpeaker anti-mode 2.0. E' stato un toccasana nell'eliminazione delle terribili code che si creavano a basse frequenze nel mio ambiente. Al punto che ho pensato che avrei potuto anche inserire di nuovo un sub nell'impianto per estendere il range riprodotto senza sollecitare i rimbombi della piccola stanza. Ma stavolta volevo qualcosa di più versatile del Trentino: volevo un sub attivo che mi permettesse di trovare di nuovo il giusto connubio con i satelliti.
Avrei potuto comprarne uno nuovo e festa finita. Invece ho deciso di complicarmi la vita e ho pensato che forse avrei potuto recuperare almeno il mobile del Trentino (in fondo era fatto di solido MDF da 19mm e mi dispiaceva buttarlo) e, applicando una sorta di “reverse engineering”, trovare un altoparlante che si adattasse al volume.
Passo successivo era la scelta del carico da utilizzare. Ho fatto un po' di giri su internet e le soluzioni base erano 3: reflex, cassa chiusa, reflex con cono passivo. Ho optato per la cassa chiusa per due motivi: il primo è che mi piace di più il tipo di basso tipico della sospensione acustica (teso e veloce); il secondo è che il progetto sarebbe stato più semplice eliminando i calcoli del condotto reflex o di un cono passivo.
Restava da trovare l'altoparlante adatto e un modulo attivo di amplificazione completo delle regolazioni del caso. Essendo totalmente ignorante in materia, per il primo mi sono aiutato utilizzando dei semplici fogli di calcolo Excel che si trovano in rete (ad es. questo). Se ci fidiamo della carta, inserendo i vari dati relativi all'altoparlante si può calcolare il volume adatto per il box. Io il box già l'avevo e quindi ho cercato un altoparlante, adatto per progetti in sospensione pneumatica, che richiedesse un volume simile a quello del Trentino.
Dopo aver spulciato i cataloghi dei principali costruttori di altoparlanti alla fine la scelta è caduta su un bel componente da 12” della SB Acoustics (SB34WNRX-S75-6) che pare essere molto apprezzato anche dagli autocostruttori più esperti.
Per il modulo di amplificazione ho cercato qualcosa in classe D (per l'elevata efficienza e l'alto fattore di smorzamento) di buona potenza e particolarmente versatile. Il candidato vincitore è stato il Detonation DT-150, acquistato nel negozio on-line tedesco Strassacker, e dotato di tutte le regolazioni del caso: fase continua 0-180°, frequenza di taglio continua 50-150Hz, volume, ingressi alto e basso livello, nonché la possibilità di alcune equalizzazioni per migliorarne la risposta in ambiente.
Anche se il volume del sub era già corretto (30 litri appunto) il box necessitava di qualche modifica: ho eliminato tutti i setti interni ed ho sostituito il pannello con il foro reflex con un nuovo pannello di medesime dimensioni. Ho incollato il nuovo pannello al resto del box creando una scatola totalmente sigillata. Sul nuovo pannello ho fatto il foro, leggermente decentrato, adatto ad accogliere l'altoparlante e ho eliminato 2 dei 4 morsetti originali. Ho preferito lasciare 2 morsetti e collegare questi alla bobina dell'altoparlante piuttosto che montare il modulo di amplificazione direttamente sul box: in questo modo non ho tolto volume utile al box e sarebbe stato più comodo gestire le varie regolazioni del modulo in fase di set-up. Il DT-150 è stato quindi montato all'interno di una semplice scatola di legno per bottiglie di vino.
Le pareti interne del box sono state tutte rivestite con materiale fonoassorbente e l'altoparlante è stato collegato ai 2 morsetti con dell'ottimo cavo CAT6.
I test fatti “sul campo” sono stati pienamente soddisfacenti: grazie anche all'intervento del Dspeaker sono stato in grado di estendere la risposta in basso fin sotto i 25Hz; il tutto ovviamente senza code fastidiose ed in ottima armonia con le LS50. Convinto dal risultato sono passato alla fase di decorazione del box: tolti nuovamente morsetti e trasduttore ho eliminato ogni giunzione o imperfezione con stucco, ho scartavetrato il tutto e ho trattato con un fondo bianco. Come colore, invece del solito nero, ho scelto uno smalto grigio. Per dare un tocco di originalità al disegno ho incollato al lato del cono il disegno stampato di un braccio Ortofon. Infine ho trattato il tutto con tre mani di flatting. Il risultato finale è visibile nelle foto.
Il sub alla fine ha trovato un posto soddisfacente vicino alla parete dietro l'impianto, in posizione leggermente decentrata, appoggiato su 3 piedini di legno (scarti di falegnameria, niente di esoterico) verniciati di nero. E' collegato al suo modulo di amplificazione sempre tramite cavo CAT6. Adesso finalmente il Trentino è tornato a nuova vita e la soddisfazione del risultato vale più di tutte le ore e i soldi spesi nella modifica.
Un saluto,
Max - E-mail: garre1968 (at) gmail.com
LC
Caro Max,
è sempre con grande piacere che pubblico le tue splendide e intelligenti realizzazioni! Trovo molto simpatica l'idea di incollare un disegno di un braccio per giradischi e ottimale la scelta dell'amplificazione in classe D. Complimenti e buon ascolto!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Carlo,
purtroppo hai centrato il problema, si sta modificando il concetto di buon suono, a favore di qualcosa che suoni forte e di impatto quando suonato nei sistemi di riproduzione più in voga, che non sono certo i nostri impianti HiFi. Per fortuna questo trend, inaugurato all'inizio della loudness war, pian piano sembra si stia invertendo, in quanto sempre più artisti si stanno rendendo conto che la corsa alla registrazione che suona “più forte” è sbagliata e crea i mostri sonori che noi appassionati ben conosciamo.
Quanto tempo ci vorrà per rovesciare la tendenza non è dato sapere, ma restiamo fiduciosi. Anche i sistemi di riproduzione portatili stanno migliorando e in questo modo sarà più facile pensare a software di qualità migliore. Resta e resterà sempre il problema dell'ascolto mobile, disturbato da rumori esterni e che pertanto impone l'appiattimento della gamma dinamica. Mi auguro che le case discografiche e gli artisti stessi si orientino verso una soluzione duplice: musica forte in versione “mobile” e musica ad alta dinamica per tutti gli altri tipi di ascolto.
La tua segnalazione sugli Alt-J va direttamente in fondo alla pagina, come proposta musicale della settimana!
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Massimiliano,
non mi è chiaro come tu abbia posizionato i diffusori perché “tra la libreria” può significare tantissime cose, molte delle quali sbagliate! Ricorda che i diffusori andrebbero sempre un po' distanti dalla parete posteriore e ad un'altezza tale da consentire ai tweeter di essere allineati con le orecchie dell'ascoltatore seduto. Se fossero troppo in alto o troppo in basso molto del risultato finale sarebbe compromesso. Eventuali nuovi diffusori, se posizionati in maniera non consona, potrebbero essere comunque deludenti.
Fatta questa doverosa premessa, io ti consiglierei di sostituire sia amplificatore che diffusori. Con 500€ puoi acquistare un amplificatore in classe D come il Dayton DTA120 (poco più di 100€) e coi restanti 350/380€ puoi pensare a dei diffusori di qualità superiore rispetto ai tuoi attuali JBL. Un altro amplificatore, più tradizionale e versatile, potrebbe essere l'Auna AV2 CD508, da noi recensito favorevolmente, che costa una cifra vicina ai 100€ (su electronic-star costa 99€, compresa spedizione!). Rispetto al Technics è comunque un bel passo avanti!
Coi restanti 400€ potresti pensare a uno dei seguenti diffusori: Indiana Line Tesi 262, Cambridge Audio Aero 2, Monitor Audio Bronze 2, KLIPSCH RB 61 MKII, Klipsch R-15M, KLIPSCH RP-150M, Focal Jm-Lab Chorus 705 o anche, se avessi la possibilità di metterli a pavimento, Indiana Line Nota 550 e KLIPSCH R 24F. Se dovessi esprimere una preferenza, tenendo conto dei generi musicali da te preferiti e del tipo di suono che mi pare tu apprezzi maggiormente, ti direi di orientarti verso Klipsch. Volendo, visto che non disdegni l'usato, valuta anche qualche modello Klipsch di fascia superiore.
In ogni caso, qualunque scelta tu faccia (Dayton o Auna tra gli ampli, uno qualunque dei diffusori in elenco) il suono migliorerà moltissimo, questo è certo. Ovviamente, come già detto, ciò avverrà a patto che tu possa sistemare adeguatamente i diffusori in ambiente.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Nuovo lettore CD con 200€
LC
LC
Questa settimana, prendendo spunto dalla segnalazione di un lettore, ci ascoltiamo questa “Breezeblocks” degli Alt-J, band inglese di indie pop. Il brano è uno dei singoli estratti dall'album di debutto “An Awesome Wave” del 2012.
ATTENZIONE!!! Leggere prima le ISTRUZIONI PER L'USO | Leggete le FAQ per le domande più generali | Per discussioni con altri audiofili visitate il nostro FORUM
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Gent.mo direttore,
le scrivo per avere una graditissima opinione su un possibile upgrade del mio impianto così composto:
Sono abbastanza soddisfatto del suono dell'impianto, soprattutto dell'integrato che spinge bene ed ha buon dettaglio,
pur essendo un'elettronica modesta e di qualche anno. Le casse hanno un basso generoso, medie non entusiasmanti e le medioalte un po' troppo enfatizzate, credo classico delle JBL di quel periodo. Il tutto però migliora in modo sensibile con ascolto in analogico.
L'indiziato numero uno alla sostituzione è ovviamente il lettore dvd che uso come lettore cd. Musicalmente non è tanto lontano dal vecchio Sony (che mi ha abbandonato dopo varie riparazioni, sostituzione dell'ottica inclusa) anzi non ho più mal di testa dopo 1 ora di ascolto come invece accedeva prima. Il problema è che la meccanica di lettura è lenta e spesso fa fatica a leggere alcuni cd.
Fissato un budget intorno ai 200€ posso portare a casa una macchina valida o dovrei investire qualcosina in più per aver un netto miglioramento?
Ho pensato ai vari entry level come Denon DCD-520, Cambridge Audio Topaz CD5, Onkyo C-7030, Yamaha CD-S300.
Quale di questi potrebbe integrarsi meglio nell'impianto considerando anche il genere di musica?
Ascolto prevalentemente Rock classic 60-70 (Cream, Led Zeppelin, Doors...) Rock 80-90, Blues, Hard Blues, Metal (Black Sabbath) qualcosa di elettronica (Depeche Mode, Moby).
L'ambiente d'ascolto è una stanza 5x4m con un grande mobile con divano sulla parete lunga e una grande libreria e scrivania sull'altro lato lungo.
L'impianto è posizionato sul lato corto della stanza frontalmente alla finestra che di solito è coperta da una tenda. Sul pavimento ho posizionato un tappeto a ridosso delle elettroniche e uno sotto il punto d'ascolto. Devo dire che la stanza non è molto riflettente.
Grazie per l'attenzione!
Marco - E-mail: faccendamarco21 (at) gmail.com
Caro Marco,
visto che l'attuale lettore DVD arranca un po' nella lettura dei tuoi dischi non vedo alternativa a una sua sostituzione. Opterei per qualcosa di nuovo o, al massimo, di usato molto recente. Nel nuovo, tra i modelli che hai citato la mia preferenza personale, tenuto anche conto del resto dell'impianto e della musica che ascolti, andrebbe o sul Denon o sul Cambridge Audio. Tra questi due, forse, se teniamo conto che a seguire c'è un ampli integrato Denon, preferirei il DCD520. Essendo dotato di uscita digitale potrà essere migliorato e affiancato, in futuro, da un DAC esterno. Nell'usato valuta modelli di NAD, ancora Cambridge, Marantz o Rotel.
Prima di pensare a futuri upgrade con DAC esterni, però, io penserei ai diffusori, che hanno fatto il loro tempo e che già all'epoca non è che fossero chissà che. Per questi, però, il budget dovrà essere abbastanza consistente, per non rimpiangere troppo la gamma bassa potente cui sei probabilmente abituato.
Nel frattempo, qualora fossi pratico con un po' di fai_da_te, potresti valutare la possibilità di attenuare il tweeter delle tue JBL con una cella di resistenze, operazione facilmente reversibile e che, se eseguita correttamente (per tentativi successivi) potrebbe calmare un po' quell'enfasi in gamma alta che lamenti.
Puoi farti aiutare da questo sito per calcolare i valori delle resistenze necessarie: www.mariohifi.it/calc_file/attdb.htm. Su quest'altro sito c'è un sistema online ancora più raffinato che permette di eseguire la simulazione: www.claredot.net/it/sez_Audio/rete-attenuazione-a-impedenza-costante.php.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Caro Fabio,
va benissimo tutto, ma non capisco perché ascoltare peggio quando potresti ascoltare meglio! Perché tenere una coppia di casse per “ascolti meno impegnati”? Il vantaggio quale sarebbe? Le ottime Tablette saranno certamente in grado di svolgere entrambi i compiti! Sono contento ti siano piaciute, sono ormai dei veri evergreen. Goditele e trattale bene!
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!