Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 24/6/2017 - 30/6/2017

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  1. Lenco "no compromise"
  2. Nuovo amplificatore?
  3. Amplificazione per Klipsch
  4. Casse misteriose
  5. Sensibilità degli stadi di ingresso phono
  6. Test domestico sull'alta risoluzione
  7. Re: Problema moglie vs HIFI vs libreria
  8. Amplificazione per Yamaha NS10M
  9. Scelta diffusori
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Lenco "no compromise"
Caro Lucio,
come già accaduto in passato, approfitto dell'ospitalità di TNT-Audio per condividere un progetto autocostruito. Da tempo mi diletto nel DIY e questa volta mi sono cimentato nella costruzione di un giradischi piuttosto pretenzioso, partendo da un Lenco L75.
Ho deciso di mostrarvelo dopo aver letto che il vostro nuovo redattore, Roger McCuig, utilizza nel suo impianto di riferimento un Lenco "ricostruito" da cima a fondo. Anch'io, da tempo, utlizzo un Lenco L78 totalmente modificato e dotato di un braccio Jelco SA 750 L come sorgente principale e le sue prestazioni mi hanno spinto ad andare oltre, alla ricerca di tutto quello che può esprimere questo "vecchietto" italo-svizzero.
Comincio la descizione del giradischi dicendo che del Lenco originale - in questo caso un L75 di produzione italiana - alla fine è rimasto solo il motore, il braccetto della puleggia, il perno e il piatto. Anzi, come vedremo, di piatti ne ho aggiunto un altro.
Il progetto si basa sul supporto motore/piatto "PTP6", proposto da Peter Reinders su Lenco Heaven. Tale supporto va a risolvere alla radice due dei piccoli problemi che affliggono il progetto originale, ovvero la scarsa rigidità e l'eccessiva risonanza del top-plate. Proseguento nella direzione atta minimizzare le risonanze e massimizzare la rigità, ho costruito un plinto a prova di bomba, formato da 9 strati di MDF e multistrato di betulla, più uno strato di alluminio da 5mm. Il tutto è stato fresato nel pieno, nelle parti necessarie a contenere il motore e le basette dei bracci. Ho poi provveduto a stondare gli angoli e gli spigoli, al fine di "ingentilire" l'aspetto, a dir poco "importante", del plinto.
Le già citate basi dei bracci sono in legno di bamboo. I piedi e il clamp sono in grafite (opera di Simone Lucchetti, Audiosilente) e la puleggia originale è stata sostituita da una puleggia in alluminio e silicone, sempre Audiosilente. Il braccio della puleggia è stato rivestito di teflon.
Dopo varie prove, ho deciso di utilizzare due piatti sovrapposti e ne ho comprato uno in più su ebay dall'Inghilterra, con il duplice scopo di allontanare il motore dalle testine e poter intervenire liberamente, nell'interno del piatto superiore, con fogli di antirombo. Sei grossi o-ring hanno poi completato il lavoro di "smorzamento" dei due pesanti piatti di alluminio e altri quattro sono stati posizionati attorno alle basette dei bracci.
Ho poi "regalato" alla mia creatura un nuovo braccio Audiomods che è andato ad affiancare il mio Jelco da 12". Sui due bracci ho montato le mie due testine predilette: Dynavector 10X5 e Benz Micro Ace L.
Tranne che per la mano finale di vernice (grigio Haas F1, cioè ... grigio :-) ) per la quale mi sono fatto aiutare da un amico carrozziere, ho fatto tutto da solo. Come ho detto sopra, non sono proprio un pivello in fatto di manualità, ma questa volta è stata veramente dura: ore e ore del mio poco tempo libero passato a misurare, tagliare, fresare, levigare, stuccare, lucidare, verniciare ... una vera impresa, durata mesi.
Non è stato un lavoro né facile, né economico; in ogni caso il risultato è stato perfino superiore alle mie aspettative, sia sotto l'aspetto estetico e di finitura, che dal punto di vista delle prestazioni. E' vero che è difficile non parlare bene delle proprie creature, ma qui siamo veramente su livelli molto, molto alti. L'Audiomods l'ho comprato per l'occasione e non sono in grado di escludere che la performance "stupefacente" della Dynavector (mai sentita una roba simile prima, col precedente braccio Rega) sia semplicemente merito suo, ma la coppia Jelco/Benz la conosco bene e sinceramente, una volta montati qui, sembrano di una categoria nettamente superiore. Più tutto! Più silenzio, più dinamica, più scena, bassi possenti e perentorei ... una favola! Quasi 40 kg (si, non proprio una piuma! :-) ) di goduria!
Insomma, le meccaniche Lenco, se sfruttate a dovere possono produrre oggetti in grado di competere con molti mostri sacri dell'analogico. Non lo scopro certo io, ma ci tenevo a testimoniarlo.
Prossimi passi: alimentatore/regolatore di velocità esterno, sul quale sto già lavorando, una cappa parapolvere e, appena ne avrò la possibilità economica, un nuovo gruppo perno, ancora più performante del già ottimo perno originale. Mi scuso per le pessime foto, che non rendono proprio giustizia all'aspetto reale ma, come ho già detto in passato, la fotografia non è il proprio il mio forte.
Grazie, di nuovo, per l'ospitalità,
Carlo - E-mail: carlo.bergamini.mail (at) gmail.com

[Lenco mods][Lenco mods]

LC
Caro Carlo,
grazie infinite per questo tuo nuovo progetto che hai voluto condividere con noi e i nostri affezionati lettori! Che dire? Complimenti per la capacità e la tenacia, è veramente molto bello! I Lenco 75/78 sono delle ottime macchine, basi eccellenti per upgrade sostanziosi che ne portano le performance su livelli molto alti. Non mi resta che augurarti buon ascolto e buon proseguimento con il tuo progetto!
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Nuovo amplificatore?
Carissimo Direttore,
voglio innanzitutto ringraziarla per avermi consigliato una ottima testina "ORTOFON 2M BLUE", che ha sostituito egregiamente la mia ormai stanca Shure m95he. migliori i dettagli, bassi più presenti e ben stoppati, acuti mai troppo taglienti e i rumori di fondo dei dischi più usurati escono meno fastidiosi....cosa chiedere di più?...
Adesso però vorrei di nuovo approfittare dei suoi preziosi consigli per fare ancora un piccolo passo in avanti. Impianto attuale:

Tutto suona in una stanza 4x3 con mobili, tappeto, tende alla porta finestra. Ascolto prevalentemente fusion e fingerstyle ma passo spesso ai mitici pink floyd, genesis e qualcosa di italiano pino daniele tanto per dirne uno..
Ora vengo alla domanda: nel suono mancano delle componenti....a basso volume diciamo fino alle ore 10 il suono è vuoto, manca dinamica e colore, a ore 12 arriva la botta, un buon punch (si dice così?) dinamica, le voci escono bene e pure i suoni più cristallini tipo i piatti della batteria escono bene senza essere invadenti....poi oltrepassato questa soglia ruotando la manopola del volume a ore 13/14 si perde tutto e diventa tutto un po' fastidioso e i dettagli scompaiono le orecchie piangono...
Ok detto questo, ho a disposizione circa 250 euro che vorrei investire in un amplificatore usato. Son da sempre preso dal MARANTZ PM7000 che si trova a quel prezzo....ho pure trovato un Pioneer A-656 MKII, e pure un 757 più o meno a quel prezzo...
Domanda: cosa ne pensa? Altro consiglio? Io vorrei chiudere gli occhi e sentirmi come al centro di un vero concerto live.....chiedo troppo?
Un grazie sentito per l'attenzione che vorrà concedermi e un caro saluto!!
Davide - E-mail: dr_billy (at) inwind.it

LC
Caro Davide,
sono felice che il mio consiglio sulla sostituzione della testina con una Ortofon 2M Blue abbia avuto un effetto così soddisfacente! Per quanto riguarda le tue lamentele sul suono dell'impianto, da come descrivi ciò che accade a me sembra più un problema di ambiente che di amplificazione. È normale che a basso volume dettaglio e impatto manchino, ma un ambiente con un'acustica scadente può peggiorare le cose, e non di poco. Non a caso sembra esserci una comfort zone di volume dove tutto sembra funzionare bene, salvo poi perdersi di nuovo oltre quel livello di pressione sonora. Probabilmente i problemi ambientali intervengono di nuovo pesantemente e turbano il delicato equilibrio raggiunto.
Prima di fare acquisti affrettati io farei un pensierino all'acustica ambientale, magari eseguendo dei semplici test come indicato nelle nostre
FAQ e intervenendo di conseguenza.
Tu vorresti sentirti al centro di un concerto live ma purtroppo temo debba ridimensionare le tue aspettative. Certamente non otterrai questo con un investimento di 250€ in un nuovo amplificatore. Comunque sia, qualcosa dovrebbe migliorare rispetto alla attuale coppia Technics qualora ti rivolgessi a degli integrati di stirpe audiophile, quali Rotel, Cambridge Audio, Audio Analogue etc. Cito questi perché dotati di ingresso phono, necessario per il tuo giradischi. In tutta sincerità lascerei perdere i Marantz e i Pioneer che hai citato, credo siano migliori della coppia Technics ma non un salto decisivo in avanti.
Dai un'occhiata al mercato dell'usato relativamente ai marchi citati e, se vuoi, sentiamoci di nuovo.
Infine, consentimi una nota a margine, la solita. Dici di non voler sostituire i diffusori perché sostieni di “adorarli” ma sei sicuro al 100% che una parte della colpa non sia da ricercare proprio in questi? Conosco abbastanza bene questa serie di ESB e ti dico che il tempo non è passato invano. Come faccia tu a scorporare da un intero impianto un solo colpevole resta, per me, sempre uno dei misteri più affascinanti di questo hobby. Colpevole è l'amplificazione, i diffusori no. Ma perché? Non potrebbe essere il contrario? Hai fatto prove a confronto per capire che il collo di bottiglia sia davvero l'amplificazione? Riflettici.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Amplificazione per Klipsch
Gentile direttore,
L'avevo contattata per parlare di un ipotetico upgrade del mio impianto. Ero partito dall'idea di acquisto di un kit di diffusori da costruire e sono finito ad acquistare un paio di Klipsch RP280F. Inoltre lei mi aveva sconsigliato di acquistare il Trends Audio TA10 data la sua bassa potenza e avevamo concluso che avrei preso il Rega Brio R. Considerando che l'ambiente in cui ascolto è di circa 30/35 mq vorrei chiederle consigli in merito a questi splendidi diffusori. Le Klipsch le ho ascoltate con un Marantz pm11s3, decisamente fuori budget, e ho gradito l'accoppiata le chiedo, avendo a disposizione circa 500-700, tra Marantz pm6006/7005, NAD 356 BEE cosa sarebbe più opportuno acquistare? Eventualmente anche il Rega Brio R. Purtroppo non ho modo di fare molti ascolti.
Il Trends Audio 10.2, come lo vede? (Llo so, sono fissato, ma avendo speso più di 1000€ per i diffusori vorrei contenere fortemente le spese)
Dario - E-mail: dario.capitanata (at) gmail.com

LC
Caro Dario,
la sensibilità dei tuoi diffusori è molto alta, 98 dB/w/m dichiarati, pertanto essi necessitano davvero di pochi watt per suonare molto forte. Tuttavia, il tuo ambiente non è piccolo (30/35 mq) e di conseguenza tutto dipende dalla pressione sonora che desideri ottenere. Probabilmente il Trends Audio è sufficiente, sono circa 10 watt di ottima qualità, ma per capire se bastano oppure no dovresti fare una prova o, quantomeno, misurare la pressione sonora media alla quale ascolti, per capire se la potenza possa essere sufficiente.
Potresti anche prendere un Trends Audio usato e rischiare il meno possibile, alla peggio lo rivendi alla stessa cifra. Considera anche qualche altro amplificatore chip-based, su base Tripath o Texas, che sia più potente del Trends. Se ne trovano vari, anche nel mercato dell'usato.
Se fossi nel dubbio, tra gli amplificatori citati la mia preferenza per l'abbinamento con le Klipsch va al NAD e al Rega, cui aggiungere anche un Vela amp o un Audio Analogue. Lascerei perdere il Marantz 6006/7005.
In generale, sconsiglio sempre di esaurire tutto il budget per l'acquisto impulsivo di un solo componente perché poi ciò trascina a ruota altri acquisti non necessariamente “economici”. Per fortuna esistono piccoli amplificatori di qualità ma non è detto che bastino per tutte le esigenze. Sarebbe più saggio pianificare con maggiore attenzione la suddivisione del budget.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Casse misteriose
Buongiorno.
Qualche tempo fa ho sgomberato una cantina e sono saltate fuori due casse della Steelphon. Il padrone mi ha detto che sono ferme in quella cantina da una ventina d'anni...e in effetti le condizioni pietose del legno dei box lo confermano. Ho provato a metterle in funzione e stranamente funzionano alla grande...o meglio funzionavano! Dopo cinque minuti che erano collegate alla corrente con la musica al minimo hanno emesso un sibilo acuto e hanno fatto boom.
L'amplificatore interno è in condizioni irrecuperabili (così mi ha detto un amico elettricista ex mixerista) però i tre altoparlanti sono in perfette condizioni. Mi piacerebbe molto poterle riutilizzare ma vorrei cercare delle informazioni su questi box. L'unica sigla che ho trovato sulle casse è LX 150 scritto in rosso sulla piastra metallica dell'amplificatore. Internamente non ci sono indicazioni particolari se non questi numeri sul woofer (5600) e sul tweeter (4988/1). Sul midrange c'è invece un adesivo con marca BBC speakers (che conferma l'età delle casse visto che dal 1993 non si chiama più BBC ma B&C) e la scritta D 2 - 8.
Ho ricostruito la "scatola" seguendo le indicazioni trovate su TNT, riducendo il volume avendo eliminato l'amplificatore interno e sostituendo il materiale fonoassorbente. Mi piacerebbe però trovare degli schemi o delle informazioni tecniche su questi box, per capire se siano adatte per l'amplificatore che ho a disposizione (Denon pma 520) e per l'ambiente in cui intendo metterle (una taverna da 4 metri per 9, magari con qualche accorgimento nell'arredamento). Mi piacerebbe anche sistemare il filtro crossover che mi sembra piuttosto elementare (qui parlo da totale ignorante in materia essendo un insegnante di matematica con la passione per il restauro di mobili e, da pochi anni, per la musica).
Grazie in anticipo per l'aiuto.
P.S. Allego la foto di una cassa dopo il restauro (del tutto identica all'originale, a parte il materiale del case e la "smerigliatura" del tweeter e della griglia davanti al subwoofer).
Emanuele - E-mail: zaroli_ema (at) yahoo.it

[Steelphon]

LC
Caro Emanuele,
Steelphon produceva componenti per public address e amplificazioni per strumenti musicali, non a caso i tuoi diffusori erano attivi, probabilmente facevano parte di un impianto voci. Che dire? Non vorrei raffreddare troppo il tuo entusiasmo ma temo non si tratti di materiale “memorabile”. O, almeno, non per un utilizzo audiophile. Certo, se si riuscisse a metterli in pista con poco potrebbe ancora valer la pena provarci, ma senza perderci la salute. Non conoscendo i parametri degli altoparlanti e del crossover si può solo tentare un reverse engineering ovvero dai valori dei componenti passivi risalire alle caratteristiche di taglio del filtro. Questo si potrebbe ricostruire con componenti nuovi e di maggiore qualità, di sicuro non è una cattiva idea, così come potresti tentare un ricablaggio interno con cavi di maggiore qualità.
Realisticamente il tuo amplificatore Denon dovrebbe farcela a pilotarli senza troppi problemi, ma mi chiedo se non sia più sensato provare a venderli così come sono, ricavare 100/200€ e con questa cifra andare a caccia di una coppia di buoni diffusori di stirpe HiFi.
Sono anch'io uno che tenta di “salvare” il salvabile ma in questo caso, forse, siamo già oltre il buon senso.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Sensibilità degli stadi di ingresso phono
Caro direttore di TNT Audio,
le scrivo per porle una domanda riguardo la sensibilità degli stadi di ingresso phono. Mio fratello ha un Rega RP1, che monta una Rega Carbon con uscita di 2,5mV. L'ha accoppiata a un Project PhonoBox MM il cui manuale riporta: "Output voltage 500mV/1kHz at 5mV/1kHz" (credo che in questo parametro sia indicata anche la sensibilità dello stadio Phono, 5mV, anche perchè non ne parla da nessun'altra parte. In ogni caso trovo strana questa dicitura).
Da quel che capisco il Project ha una sensibilità di 5mV (forse) e la Rega un uscita di 2,5mV. Quindi questi 2 componenti sono compatibili o no? Teoricamente un'uscita dal pre-phono di 500mV per 5mV della puntina dovrebbero corrispondere a un valore di 250 su 2,5, credo del tutto accettabile (paragonato al mio Gram Amp2 Communicator che per 2,5mV della puntina ne da 210 in uscita).
Ricercando su internet ho notato che moltissime entrate Phono sia esterne che interne hanno un valore dichiarato di sensibilità superiore a 2,5mV: Pioneer, Yamaha, Cambridge Audio, Nad, Onkyo e persino Rega!
Il Fono Mini A2D (Rega) consigliato dalla casa stessa per i Rega Planar 1 e 2 che montano la Rega Carbon (2,5mV) di serie, ha ben 5mV dichiarati in entrata!
Diciamo che la cosa mi confonde. Io ho sempre pensato che il valore di uscita in mV della puntina dovrebbe essere uguale o maggiore della sensibilità delle entrate phono.
Le chiedo gentilmente il suo parere a riguardo, anche perché potrebbe essere di interesse generale.
Cordiali saluti e grazie ancora per il suo progetto TNT!
Antonio - E-mail: antoniolombardo77 (at) yahoo.it

LC
Caro Antonio,
il tuo errore nasce dal ricercare una sorta di compatibilità tra uscita della testina e sensibilità dell'ingresso phono. In via del tutto astratta così dovrebbe essere ma se leggi attentamente le caratteristiche del pre fono Rega e del ProJect Phonobox vedrai che dicono una cosa leggermente diversa e cioè: per ottenere 500 mV in uscita dal pre fono occorrono 5 mV in ingresso, prodotti dalla testina. Questo significa che se la testina ha un'uscita inferiore, semplicemente il pre fono avrà una tensione in uscita inferiore, ma non è detto che l'andamento sia lineare come lo hai dedotto tu: 5 in ingresso = 500 in uscita, 2.5 in ingresso = 250 in uscita. Potrebbe essere un po' diverso e, comunque, la cosa sarebbe del tutto irrilevante, perché tutto dipende poi dalla sensibilità in ingresso dell'amplificatore successivo. Magari sono sufficienti meno di 500mV in ingresso per ottenere la massima potenza d'uscita dall'amplificatore.
Diciamo che, in generale, l'uscita dei pre fono è tarata in maniera tale che il volume sonoro, passando da PHONO a una qualunque altra sorgente (AUX, CD etc.) resti sostanzialmente simile. Spesso è più basso, tant'è che per ascoltare il giradischi talvolta è necessario alzare un po' di più il volume rispetto al digitale.
All'atto pratico, a meno di evidenti squilibri non risolubili con il semplice movimento della manopola del volume, le cose funzionano abbastanza bene, tanto da non doverci preoccupare troppo di questi dati.
I problemi sorgono, invece, quando si ha a che fare con le testine MC a bassa uscita. In tal caso la sensibilità dell'ingresso phono (e relativo guadagno) devono essere tali da consentire un buon accoppiamento, pena un rapporto segnale/rumore inadeguato o, nei casi più estremi, l'impossibilità di ottenere la massima potenza in uscita dall'amplificatore.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Test domestico sull'alta risoluzione
Egr. Direttore.
Stavolta Le scrivo non per un consiglio, ma per condividere con Lei e i lettori di TNT Audio una prova che ho fatto per tentare di individuare qualche differenza fra la musica in alta risoluzione e quella in qualità CD.
Mi è capitato di leggere una metanalisi della Queen Mary University di Londra (PDF scaricabile a questo link:
http://www.aes.org/e-lib/browse.cfm?elib=18296) che analizza un certo numero di studi in cui i soggetti sono stati invitati ad ascoltare brani musicali a risoluzione standard e ad alta risoluzione per verificare quanti ne sentissero le differenze. La conclusione è che una percentuale statisticamente significativa di casi è in grado di accorgersi se si stia riproducendo musica in alta risoluzione e che tale percentuale aumenta se i soggetti vengono allenati.
Curioso di mettere alla prova il mio udito, ho scaricato due samples in diversi formati. Il primo è il terzo movimento di un quartetto di Haydn scaricato da http://www.2l.no/hires/ nei formati wav 16/44, flac 24/96, flac 24/192 e DSD64 stereo. Il secondo brano è Vision of Her di David Elias scaricato da https://www.oppodigital.com/hra/dsd-by-davidelias.aspx nei formati wav 16/44, flac 24/88 e DSD64 stereo.
Il mio impianto è così composto:

Quest'ultimo è stato usato come DAC per riprodurre i files scaricati tramite una pendrive usb. Devo ammettere con una certa delusione di non aver notato particolari differenze. Per quanto riguarda il quartetto di Haydn tutti i files mi sembravano di livello simile. Forse ho avvertito una minima differenza di corposità nel suono fra il file in qualità CD e quelli “superiori”, ma è di entità così piccola che non credo sia significativo. In Vision of Her ho notato solamente un lievissimo miglior controllo del basso nei file wav e DSD rispetto al flac. Onestamente mi aspettavo di percepire differenze più nette. Magari se avessi utilizzato un Dac dedicato invece del lettore universale sarebbe cambiato qualcosa, oppure forse è il mio udito a non essere in grado di cogliere queste differenze.
Lei cosa ne pensa?
La ringrazio per i preziosi consigli che da a tutti noi lettori!
Stefano - E-mail: stefanoconte78 (at) gmail.com

LC
Caro Stefano,
le differenze tra i vari formati digitali, purché non compressi con perdita, sono abbastanza piccole e richiedono impianti ed orecchie al di sopra di ogni sospetto per poter essere colte. Come abbiamo scritto ormai tantissimi anni fa, persino un buon file MP3, dove c'è perdita di dati, può ingannare più di un ascoltatore. Siamo abbastanza convinti che le risoluzioni molto elevate siano, di fatto, più una trovata commerciale che altro. Per quanto riguarda i FLAC, poi, questi teoricamente sono identici ai file wav che li hanno generati, visto che non c'è perdita di dati. Allo stesso modo, da tempo sosteniamo che siano di piccola entità pure le differenze tra sorgenti digitali di simile fascia di prezzo e che certamente tali differenze sono mascherate da ben altre più macroscopiche, ad esempio quelle che nascono nell'interazione tra ambiente e diffusori, dove l'entità della differenza può arrivare tranquillamente a 5 o 10 dB in certe gamme di frequenza, contro lo zero virgola delle differenze nel digitale.
Per questa ragione continuiamo a trovare queste dissertazioni abbastanza accademiche e di scarsa utilità pratica. Basta inserire nell'impianto un processore di campo sonoro in dominio digitale (come il DSpeaker Antimode 2.0) per rendersi conto di quali entità siano i danni introdotti dall'ambiente o dai diffusori. Continuiamo a cercare la pagliuzza in un pagliaio pieno di travi...
L'articolo che citi comunque è interessante, anche se non ho trovato un riferimento chiaro al tipo di hardware utilizzato, né alla location dove si sono svolti i test. Senza questi riferimenti i risultati lasciano un po' il tempo che trovano. Per capirci, estremizzando un po', mi sembra abbastanza ovvio che nessuno riesca percepire differenze se i file sono ascoltati tramite un computer collegato a delle cuffiette da 10€. Per sentire differenze occorrono delle lenti d'ingrandimento, esattamente come quando si studiano fenomeni biologici dove è richiesto il microscopio elettronico.
Grazie per il prezioso spunto!
Lucio Cadeddu

Re: Problema moglie vs HIFI vs libreria
Buongiorno sig. Cadeddu e grazie per la sua simpatica
risposta. Purtroppo/per fortuna la moglie non è alienabile :-) quindi ho deciso di mettere in vendita il gruppo Sonus Faber, le Minima e il Quid.
Ora la disturbo con un'altra domanda: sono incuriosito dagli amplificatori in classe T, anche per le loro dimensioni ridotte, e vorrei utilizzare il mio Tb di musica liquida, per cui ha qualche consiglio da darmi su come formare un impianto in classe T con connessione o unità separata per leggere via Lan o WiFi o anche solamente USB i miei file Flac e la possibilità di collegare il mio subwoofer AR?
Ancora che casse mi consiglia, ovviamente da scaffale altezza max 35 cm? Gusti musicali? Tutto meno liscio, disco, metal e corali, svario da Chopin agli ZZ-Top a seconda dell'umore. Il salone dove è posto l'impianto è 8x6 soffitto a voltini altezza 2,7 mt, ma l'area Hi-Fi è solo di 4x6.
Grazie ancora per la sua disponibilità e cordiali saluti,
Mario - E-mail: marius (at) libero.it

LC
Caro Mario,
non so fino a che punto valga la pena vendere tutto, di sicuro coi nuovi acquisti non migliori la situazione. Certo, con un amplificatore in classe T guadagni spazio ma a questo punto, vista anche la tua necessità di ascoltare da hard disk, perché non prendere un all-in-one come il Cocktail Audio X12 (o superiore) e abbinarci giusto un paio di buone casse di piccole dimensioni? Ingombri ridotti al minimo, flessibilità d'utilizzo massima e qualità sonora insospettabilmente elevata (e upgradabile nel tempo, se necessario). Basta aggiungere una coppia di piccoli diffusori e hai finito. Molto dipende dal budget ma di sicuro una coppia di Rega RS1 (altezza 32 cm e nati per stare a ridosso della parete posteriore) non ti farà rimpiangere troppo le tue Sonus Faber Minima. Volendo spendere meno opterei per dei bookshelf col reflex anteriore, non aiuta molto ma è sempre meglio che bucare la schiena della libreria, come intendevi fare tu. Potresti pensare a diffusori tipo cubetti, ma di qualità, come i Cambridge Minx o Gallo Micro Nucleus, oppure piccoli bookshelf come i Cambridge Audio SX60 (34 cm), Indiana Line Tesi 260C (34cm), Monitor Audio Reference MR2 (35 cm), B&W 686 (31.5 cm) e KEF Q100 (30 cm).
Peccato per le Minima e il Quid, spero trovino una sistemazione adeguata al loro rango e che possano suonare da par loro per tanti altri anni ancora.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Amplificazione per Yamaha NS10M
Salve e scusi anche il disturbo.
Ho letto un articolo da lei fatto sulla scelta di un amplificatore e quindi le chiedo adesso un aiuto per questo. Io sono in possesso di due casse monitor Yamaha NS10M Pro (che lei sicuramente odierà, ma io sono un “musicista” anche se di musica veramente estrema, però quando registro la prova del 9 la faccio proprio con queste casse), poi ho anche due Revox Studio 3.
Ho tre amplificatori integrati:

Mi piacerebbe chiederle un consiglio nel caso io sia deciso a prendere proprio un amplificatore (non integrato) da accoppiare con queste casse.
La ringrazio in anticipo.
Cordiali saluti,
Lorenzo - E-mail: grav_orcrist (at) hotmail.com

LC
Caro Lorenzo,
non mi è chiarissimo il tuo quesito: possiedi già tre amplificatori e desideri acquistarne un quarto? Perché? Parli di amplificatore “non integrato”, quindi immagino stia pensando a un finale di potenza, immagino dunque il livello lo regoleresti da un pre, un mixer o qualcosa di analogo. Se così fosse, bisognerebbe capire quale sia il budget che hai in mente per questo acquisto, io purtroppo non ho doti divinatorie.
Non mi è neppure chiaro quale scopo debba raggiugere questa nuova amplificazione! Migliorare la qualità sonora? La pressione sonora riprodotta? In ogni caso, fissa un budget e prova a guardare tra le offerte dei marchi più noti, da NAD a Rotel, tanto per cominciare “bene”.
Qualora invece ti servisse un aiuto per decidere quale dei tre integrati in tuo possesso sia la migliore scelta, io non avrei molti dubbi: certamente il NAD C320 è nettamente superiore agli altri due. Uno è un entry level onesto ma non molto di più, mentre l'altro ha decisamente fatto il suo tempo. Bello come pezzo da collezione, ma non all'altezza del NAD C320, secondo me.
Per quanto riguarda il mio parere sulle Yamaha NS10M è presto detto: per ragioni storiche diverse da quelle della qualità sonora si sono guadagnate un posto nel cuore di chi fa musica per professione. Esistono, evidentemente, dei monitor di qualità nettamente superiore (es. M-Audio) ma il musicista quadratico medio si affeziona a dei punti fermi (come per gli strumenti musicali) ed è inamovibile. Va benissimo così, specie se si pensa alle NS10M come un a un diffusore “medio” che simula abbastanza bene il modo col quale la maggior parte degli ascoltatori sentirà una certa registrazione. Questo è lo scopo, l'importante è che non passi un altro messaggio, e cioè che si tratta di monitor estremamente rivelatori e di chissà quale qualità stratosferica, perché così non è.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Scelta diffusori
Ciao Lucio,
Continuo a seguire il sito e la rubrica dei lettori, ma ho già una lettera in coda dove riporto le mie impressioni sul TA 2024 della Sure. Onde non appesantire troppo la missiva volevo proporti qui un mio dubbio: dopo tanti anni ho messo in vendita le mie Chario per voglia di sperimentare. Come ti ho già scritto in rubrica sono tentato dalla nuova serie Debut della ELAC. Ma all'interno di questa sono nel dubbio. Tu hai recensito le B5, le B6 (modello che ho pensato per primo), dovrebbero avere una risposta più generosa in basso a fronte di un woofer più grande, e una sensibilità un po' più elevata (mi pare 87dB). Questi parametri sono legati a risvolti negativi? Non so, magari a una risposta più lenta o un suono meno dettagliato?
Lo stesso vale per le torri: perché fare due diffusori cambiando solo il diametro del woofer, e non commerciare solo quello che suona meglio? Nel mio caso specifico, ascoltando in un ambiente abbastanza ampio (ma effettivamente a una distanza piuttosto ravvicinata) mi chiedevo se fosse il caso di pensare alle torri F6 piuttosto che ai monitor su stand.
Sinceramente non ho mai lamentato la carenza di bassi anche con le Academy 1, ma forse il vero guadagno di una torre non è solo la profondità dei bassi quanto anche la pulizia e l'articolazione. Quello che mi frena, oltre al budget doppio necessario, è il fatto che nel mio ambiente di ascolto, per quanto abbia provato a correggerlo con tappeti cuscini eccetera, ho un rimbombo delle frequenze intorno ai 44 Hertz e temo che con un diffusore a pavimento questo problema venga ancora più accentuato.
Ovviamente tutto questo discorso vale perché non ho modo di fare un ascolto di prova a casa mia...
Ringrazio anticipatamente.
Con grande stima ti mando i migliori saluti!
Federico - E-mail: fedezix (at) libero.it

LC
Caro Federico,
le scelte commerciali di un Costruttore di diffusori non sempre sono quelle “ottimali”, ci sono fasce di mercato da coprire (bookshelf piccolo, bookshelf grande, torre piccola, torre grande etc.) che impongono la presenza in catalogo di certi modelli. Nel tuo caso, se ti sembra di avere problemi di rimbombo già con dei bookshelf, forse un diffusore da pavimento più generoso non è la strada ideale da percorrere.
Mi sembra di capire che l'esigenza di upgrade non sia tanto generata da una mancanza di basse frequenze ma, forse, da una voglia di cambio di impostazione timbrica. Purtroppo non posso aiutarti molto in questo senso, perché è vero che le Elac Debut sono forse più vivaci delle tue Academy ma non posso sapere se lo siano abbastanza, per il tuo gusto e per il tuo ambiente.
Purtroppo non resta che provare di persona, eventalmente rischiando di sbagliare, qualora non si avesse la possibilità di ascolti in condizioni controllate. In una situazione come questa è consigliabile rivolgersi all'usato, perché in caso di errore di valutazione si può sempre rivendere praticamente allo stesso prezzo d'acquisto. Col nuovo, invece, a meno che il negoziante non sia molto disponibile per effettuare un reso a fronte di un altro acquisto, di sicuro si vanno a perdere parecchi soldi, un usato recente si svaluta del 40-50% in poco tempo.
Valuta bene il da farsi, devi prima di tutto capire cosa stai cercando. Il resto verrà da sè.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Ciao Lucio,
mi capita, saltuariamente, di acquistare la rivista Amadeus. A seguito della messa in onda su RAI 5 dei concerti di Corelli con l'Accademia Bizantina, che mi sono piaciuti, ho scoperto che Amadeus allegava al numero di marzo 2017 il relativo CD. Dopo aver verificato che è possibile reperirlo sul sito della rivista come numero arretrato al costo di 11 Euro, ho deciso che potevo tentare di segnalarlo.
http://shop.amadeusonline.net/arretrati-amadeus/amadeus-marzo-2017.
L'incisione mi pare decisamente buona, una pallida idea è possibile farsela anche su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=7LuKUlzovt4
Esiste anche la pagina di RAI Play dedicata ma non pare funzionare.
Maurizio - E-mail: maurizio.3006 (at) gmail.com

LC
Caro Maurizio,
grazie per la segnalazione che condivido volentieri con tutti i nostri lettori! Ne approfitto per inserirla come suggerimento musicale della settimana. Consiglio anche l'esecuzione dell'ensemble Europa Galante, uno dei miei preferiti. Buon ascolto!

Suggerimento musicale della settimana

Questa settimana una bella edizione del Concerto Grosso Opera 6 N. 1 D major di Corelli, nella recente esecuzione dell'Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone. Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!

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