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LC
Caro Carlo,
grazie infinite per questo tuo nuovo progetto che hai voluto condividere con noi e i nostri affezionati lettori! Che dire? Complimenti per la capacità e la tenacia, è veramente molto bello! I Lenco 75/78 sono delle ottime macchine, basi eccellenti per upgrade sostanziosi che ne portano le performance su livelli molto alti. Non mi resta che augurarti buon ascolto e buon proseguimento con il tuo progetto!
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Davide,
sono felice che il mio consiglio sulla sostituzione della testina con una Ortofon 2M Blue abbia avuto un effetto così soddisfacente! Per quanto riguarda le tue lamentele sul suono dell'impianto, da come descrivi ciò che accade a me sembra più un problema di ambiente che di amplificazione. È normale che a basso volume dettaglio e impatto manchino, ma un ambiente con un'acustica scadente può peggiorare le cose, e non di poco. Non a caso sembra esserci una comfort zone di volume dove tutto sembra funzionare bene, salvo poi perdersi di nuovo oltre quel livello di pressione sonora. Probabilmente i problemi ambientali intervengono di nuovo pesantemente e turbano il delicato equilibrio raggiunto.
Prima di fare acquisti affrettati io farei un pensierino all'acustica ambientale, magari eseguendo dei semplici test come indicato nelle nostre FAQ e intervenendo di conseguenza.
Tu vorresti sentirti al centro di un concerto live ma purtroppo temo debba ridimensionare le tue aspettative. Certamente non otterrai questo con un investimento di 250€ in un nuovo amplificatore. Comunque sia, qualcosa dovrebbe migliorare rispetto alla attuale coppia Technics qualora ti rivolgessi a degli integrati di stirpe audiophile, quali Rotel, Cambridge Audio, Audio Analogue etc. Cito questi perché dotati di ingresso phono, necessario per il tuo giradischi. In tutta sincerità lascerei perdere i Marantz e i Pioneer che hai citato, credo siano migliori della coppia Technics ma non un salto decisivo in avanti.
Dai un'occhiata al mercato dell'usato relativamente ai marchi citati e, se vuoi, sentiamoci di nuovo.
Infine, consentimi una nota a margine, la solita. Dici di non voler sostituire i diffusori perché sostieni di “adorarli” ma sei sicuro al 100% che una parte della colpa non sia da ricercare proprio in questi? Conosco abbastanza bene questa serie di ESB e ti dico che il tempo non è passato invano. Come faccia tu a scorporare da un intero impianto un solo colpevole resta, per me, sempre uno dei misteri più affascinanti di questo hobby. Colpevole è l'amplificazione, i diffusori no. Ma perché? Non potrebbe essere il contrario? Hai fatto prove a confronto per capire che il collo di bottiglia sia davvero l'amplificazione? Riflettici.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Dario,
la sensibilità dei tuoi diffusori è molto alta, 98 dB/w/m dichiarati, pertanto essi necessitano davvero di pochi watt per suonare molto forte. Tuttavia, il tuo ambiente non è piccolo (30/35 mq) e di conseguenza tutto dipende dalla pressione sonora che desideri ottenere. Probabilmente il Trends Audio è sufficiente, sono circa 10 watt di ottima qualità, ma per capire se bastano oppure no dovresti fare una prova o, quantomeno, misurare la pressione sonora media alla quale ascolti, per capire se la potenza possa essere sufficiente.
Potresti anche prendere un Trends Audio usato e rischiare il meno possibile, alla peggio lo rivendi alla stessa cifra. Considera anche qualche altro amplificatore chip-based, su base Tripath o Texas, che sia più potente del Trends. Se ne trovano vari, anche nel mercato dell'usato.
Se fossi nel dubbio, tra gli amplificatori citati la mia preferenza per l'abbinamento con le Klipsch va al NAD e al Rega, cui aggiungere anche un Vela amp o un Audio Analogue. Lascerei perdere il Marantz 6006/7005.
In generale, sconsiglio sempre di esaurire tutto il budget per l'acquisto impulsivo di un solo componente perché poi ciò trascina a ruota altri acquisti non necessariamente “economici”. Per fortuna esistono piccoli amplificatori di qualità ma non è detto che bastino per tutte le esigenze. Sarebbe più saggio pianificare con maggiore attenzione la suddivisione del budget.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Emanuele,
Steelphon produceva componenti per public address e amplificazioni per strumenti musicali, non a caso i tuoi diffusori erano attivi, probabilmente facevano parte di un impianto voci. Che dire? Non vorrei raffreddare troppo il tuo entusiasmo ma temo non si tratti di materiale “memorabile”. O, almeno, non per un utilizzo audiophile. Certo, se si riuscisse a metterli in pista con poco potrebbe ancora valer la pena provarci, ma senza perderci la salute. Non conoscendo i parametri degli altoparlanti e del crossover si può solo tentare un reverse engineering ovvero dai valori dei componenti passivi risalire alle caratteristiche di taglio del filtro. Questo si potrebbe ricostruire con componenti nuovi e di maggiore qualità, di sicuro non è una cattiva idea, così come potresti tentare un ricablaggio interno con cavi di maggiore qualità.
Realisticamente il tuo amplificatore Denon dovrebbe farcela a pilotarli senza troppi problemi, ma mi chiedo se non sia più sensato provare a venderli così come sono, ricavare 100/200€ e con questa cifra andare a caccia di una coppia di buoni diffusori di stirpe HiFi.
Sono anch'io uno che tenta di “salvare” il salvabile ma in questo caso, forse, siamo già oltre il buon senso.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Antonio,
il tuo errore nasce dal ricercare una sorta di compatibilità tra uscita della testina e sensibilità dell'ingresso phono. In via del tutto astratta così dovrebbe essere ma se leggi attentamente le caratteristiche del pre fono Rega e del ProJect Phonobox vedrai che dicono una cosa leggermente diversa e cioè: per ottenere 500 mV in uscita dal pre fono occorrono 5 mV in ingresso, prodotti dalla testina. Questo significa che se la testina ha un'uscita inferiore, semplicemente il pre fono avrà una tensione in uscita inferiore, ma non è detto che l'andamento sia lineare come lo hai dedotto tu: 5 in ingresso = 500 in uscita, 2.5 in ingresso = 250 in uscita. Potrebbe essere un po' diverso e, comunque, la cosa sarebbe del tutto irrilevante, perché tutto dipende poi dalla sensibilità in ingresso dell'amplificatore successivo. Magari sono sufficienti meno di 500mV in ingresso per ottenere la massima potenza d'uscita dall'amplificatore.
Diciamo che, in generale, l'uscita dei pre fono è tarata in maniera tale che il volume sonoro, passando da PHONO a una qualunque altra sorgente (AUX, CD etc.) resti sostanzialmente simile. Spesso è più basso, tant'è che per ascoltare il giradischi talvolta è necessario alzare un po' di più il volume rispetto al digitale.
All'atto pratico, a meno di evidenti squilibri non risolubili con il semplice movimento della manopola del volume, le cose funzionano abbastanza bene, tanto da non doverci preoccupare troppo di questi dati.
I problemi sorgono, invece, quando si ha a che fare con le testine MC a bassa uscita. In tal caso la sensibilità dell'ingresso phono (e relativo guadagno) devono essere tali da consentire un buon accoppiamento, pena un rapporto segnale/rumore inadeguato o, nei casi più estremi, l'impossibilità di ottenere la massima potenza in uscita dall'amplificatore.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Test domestico sull'alta risoluzione
Egr. Direttore.
Stavolta Le scrivo non per un consiglio, ma per condividere con Lei e i lettori di TNT Audio una prova che ho fatto per tentare di individuare qualche differenza fra la musica in alta risoluzione e quella in qualità CD.
Mi è capitato di leggere una metanalisi della Queen Mary University di Londra (PDF scaricabile a questo link: http://www.aes.org/e-lib/browse.cfm?elib=18296) che analizza un certo numero di studi in cui i soggetti sono stati invitati ad ascoltare brani musicali a risoluzione standard e ad alta risoluzione per verificare quanti ne sentissero le differenze. La conclusione è che una percentuale statisticamente significativa di casi è in grado di accorgersi se si stia riproducendo musica in alta risoluzione e che tale percentuale aumenta se i soggetti vengono allenati.
Curioso di mettere alla prova il mio udito, ho scaricato due samples in diversi formati. Il primo è il terzo movimento di un quartetto di Haydn scaricato da http://www.2l.no/hires/ nei formati wav 16/44, flac 24/96, flac 24/192 e DSD64 stereo.
Il secondo brano è Vision of Her di David Elias scaricato da https://www.oppodigital.com/hra/dsd-by-davidelias.aspx nei formati wav 16/44, flac 24/88 e DSD64 stereo.
Il mio impianto è così composto:
LC
Caro Stefano,
le differenze tra i vari formati digitali, purché non compressi con perdita, sono abbastanza piccole e richiedono impianti ed orecchie al di sopra di ogni sospetto per poter essere colte. Come abbiamo scritto ormai tantissimi anni fa, persino un buon file MP3, dove c'è perdita di dati, può ingannare più di un ascoltatore. Siamo abbastanza convinti che le risoluzioni molto elevate siano, di fatto, più una trovata commerciale che altro. Per quanto riguarda i FLAC, poi, questi teoricamente sono identici ai file wav che li hanno generati, visto che non c'è perdita di dati. Allo stesso modo, da tempo sosteniamo che siano di piccola entità pure le differenze tra sorgenti digitali di simile fascia di prezzo e che certamente tali differenze sono mascherate da ben altre più macroscopiche, ad esempio quelle che nascono nell'interazione tra ambiente e diffusori, dove l'entità della differenza può arrivare tranquillamente a 5 o 10 dB in certe gamme di frequenza, contro lo zero virgola delle differenze nel digitale.
Per questa ragione continuiamo a trovare queste dissertazioni abbastanza accademiche e di scarsa utilità pratica. Basta inserire nell'impianto un processore di campo sonoro in dominio digitale (come il DSpeaker Antimode 2.0) per rendersi conto di quali entità siano i danni introdotti dall'ambiente o dai diffusori. Continuiamo a cercare la pagliuzza in un pagliaio pieno di travi...
L'articolo che citi comunque è interessante, anche se non ho trovato un riferimento chiaro al tipo di hardware utilizzato, né alla location dove si sono svolti i test. Senza questi riferimenti i risultati lasciano un po' il tempo che trovano. Per capirci, estremizzando un po', mi sembra abbastanza ovvio che nessuno riesca percepire differenze se i file sono ascoltati tramite un computer collegato a delle cuffiette da 10€. Per sentire differenze occorrono delle lenti d'ingrandimento, esattamente come quando si studiano fenomeni biologici dove è richiesto il microscopio elettronico.
Grazie per il prezioso spunto!
Lucio Cadeddu
Re: Problema moglie vs HIFI vs libreria
Buongiorno sig. Cadeddu e grazie per la sua simpatica risposta.
Purtroppo/per fortuna la moglie non è alienabile :-) quindi ho deciso di mettere in vendita il gruppo Sonus Faber, le Minima e il Quid.
Ora la disturbo con un'altra domanda: sono incuriosito dagli amplificatori in classe T, anche per le loro dimensioni ridotte, e vorrei utilizzare il mio Tb di musica liquida, per cui ha qualche consiglio da darmi su come formare un impianto in classe T con connessione o unità separata per leggere via Lan o WiFi o anche solamente USB i miei file Flac e la possibilità di collegare il mio subwoofer AR?
Ancora che casse mi consiglia, ovviamente da scaffale altezza max 35 cm? Gusti musicali? Tutto meno liscio, disco, metal e corali, svario da Chopin agli ZZ-Top a seconda dell'umore. Il salone dove è posto l'impianto è 8x6 soffitto a voltini altezza 2,7 mt, ma l'area Hi-Fi è solo di 4x6.
Grazie ancora per la sua disponibilità e cordiali saluti,
Mario - E-mail: marius (at) libero.it
LC
Caro Mario,
non so fino a che punto valga la pena vendere tutto, di sicuro coi nuovi acquisti non migliori la situazione. Certo, con un amplificatore in classe T guadagni spazio ma a questo punto, vista anche la tua necessità di ascoltare da hard disk, perché non prendere un all-in-one come il Cocktail Audio X12 (o superiore) e abbinarci giusto un paio di buone casse di piccole dimensioni? Ingombri ridotti al minimo, flessibilità d'utilizzo massima e qualità sonora insospettabilmente elevata (e upgradabile nel tempo, se necessario). Basta aggiungere una coppia di piccoli diffusori e hai finito. Molto dipende dal budget ma di sicuro una coppia di Rega RS1 (altezza 32 cm e nati per stare a ridosso della parete posteriore) non ti farà rimpiangere troppo le tue Sonus Faber Minima. Volendo spendere meno opterei per dei bookshelf col reflex anteriore, non aiuta molto ma è sempre meglio che bucare la schiena della libreria, come intendevi fare tu. Potresti pensare a diffusori tipo cubetti, ma di qualità, come i Cambridge Minx o Gallo Micro Nucleus, oppure piccoli bookshelf come i Cambridge Audio SX60 (34 cm), Indiana Line Tesi 260C (34cm), Monitor Audio Reference MR2 (35 cm), B&W 686 (31.5 cm) e KEF Q100 (30 cm).
Peccato per le Minima e il Quid, spero trovino una sistemazione adeguata al loro rango e che possano suonare da par loro per tanti altri anni ancora.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Lorenzo,
non mi è chiarissimo il tuo quesito: possiedi già tre amplificatori e desideri acquistarne un quarto? Perché? Parli di amplificatore “non integrato”, quindi immagino stia pensando a un finale di potenza, immagino dunque il livello lo regoleresti da un pre, un mixer o qualcosa di analogo. Se così fosse, bisognerebbe capire quale sia il budget che hai in mente per questo acquisto, io purtroppo non ho doti divinatorie.
Non mi è neppure chiaro quale scopo debba raggiugere questa nuova amplificazione! Migliorare la qualità sonora? La pressione sonora riprodotta? In ogni caso, fissa un budget e prova a guardare tra le offerte dei marchi più noti, da NAD a Rotel, tanto per cominciare “bene”.
Qualora invece ti servisse un aiuto per decidere quale dei tre integrati in tuo possesso sia la migliore scelta, io non avrei molti dubbi: certamente il NAD C320 è nettamente superiore agli altri due. Uno è un entry level onesto ma non molto di più, mentre l'altro ha decisamente fatto il suo tempo. Bello come pezzo da collezione, ma non all'altezza del NAD C320, secondo me.
Per quanto riguarda il mio parere sulle Yamaha NS10M è presto detto: per ragioni storiche diverse da quelle della qualità sonora si sono guadagnate un posto nel cuore di chi fa musica per professione. Esistono, evidentemente, dei monitor di qualità nettamente superiore (es. M-Audio) ma il musicista quadratico medio si affeziona a dei punti fermi (come per gli strumenti musicali) ed è inamovibile. Va benissimo così, specie se si pensa alle NS10M come un a un diffusore “medio” che simula abbastanza bene il modo col quale la maggior parte degli ascoltatori sentirà una certa registrazione. Questo è lo scopo, l'importante è che non passi un altro messaggio, e cioè che si tratta di monitor estremamente rivelatori e di chissà quale qualità stratosferica, perché così non è.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Scelta diffusori
LC
Ho visto anche degli audiofili felici
LC
Questa settimana una bella edizione del Concerto Grosso Opera 6 N. 1 D major di Corelli, nella recente esecuzione dell'Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
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Ciao Lucio,
Continuo a seguire il sito e la rubrica dei lettori, ma ho già una lettera in coda dove riporto le mie impressioni sul TA 2024 della Sure.
Onde non appesantire troppo la missiva volevo proporti qui un mio dubbio: dopo tanti anni ho messo in vendita le mie Chario per voglia di sperimentare. Come ti ho già scritto in rubrica sono tentato dalla nuova serie Debut della ELAC. Ma all'interno di questa sono nel dubbio.
Tu hai recensito le B5, le B6 (modello che ho pensato per primo), dovrebbero avere una risposta più generosa in basso a fronte di un woofer più grande, e una sensibilità un po' più elevata (mi pare 87dB). Questi parametri sono legati a risvolti negativi? Non so, magari a una risposta più lenta o un suono meno dettagliato?
Lo stesso vale per le torri: perché fare due diffusori cambiando solo il diametro del woofer, e non commerciare solo quello che suona meglio?
Nel mio caso specifico, ascoltando in un ambiente abbastanza ampio (ma effettivamente a una distanza piuttosto ravvicinata) mi chiedevo se fosse il caso di pensare alle torri F6 piuttosto che ai monitor su stand.
Sinceramente non ho mai lamentato la carenza di bassi anche con le Academy 1, ma forse il vero guadagno di una torre non è solo la profondità dei bassi quanto anche la pulizia e l'articolazione. Quello che mi frena, oltre al budget doppio necessario, è il fatto che nel mio ambiente di ascolto, per quanto abbia provato a correggerlo con tappeti cuscini eccetera, ho un rimbombo delle frequenze intorno ai 44 Hertz e temo che con un diffusore a pavimento questo problema venga ancora più accentuato.
Ovviamente tutto questo discorso vale perché non ho modo di fare un ascolto di prova a casa mia...
Ringrazio anticipatamente.
Con grande stima ti mando i migliori saluti!
Federico - E-mail: fedezix (at) libero.it
Caro Federico,
le scelte commerciali di un Costruttore di diffusori non sempre sono quelle “ottimali”, ci sono fasce di mercato da coprire (bookshelf piccolo, bookshelf grande, torre piccola, torre grande etc.) che impongono la presenza in catalogo di certi modelli. Nel tuo caso, se ti sembra di avere problemi di rimbombo già con dei bookshelf, forse un diffusore da pavimento più generoso non è la strada ideale da percorrere.
Mi sembra di capire che l'esigenza di upgrade non sia tanto generata da una mancanza di basse frequenze ma, forse, da una voglia di cambio di impostazione timbrica. Purtroppo non posso aiutarti molto in questo senso, perché è vero che le Elac Debut sono forse più vivaci delle tue Academy ma non posso sapere se lo siano abbastanza, per il tuo gusto e per il tuo ambiente.
Purtroppo non resta che provare di persona, eventalmente rischiando di sbagliare, qualora non si avesse la possibilità di ascolti in condizioni controllate. In una situazione come questa è consigliabile rivolgersi all'usato, perché in caso di errore di valutazione si può sempre rivendere praticamente allo stesso prezzo d'acquisto. Col nuovo, invece, a meno che il negoziante non sia molto disponibile per effettuare un reso a fronte di un altro acquisto, di sicuro si vanno a perdere parecchi soldi, un usato recente si svaluta del 40-50% in poco tempo.
Valuta bene il da farsi, devi prima di tutto capire cosa stai cercando. Il resto verrà da sè.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Ciao Lucio,
mi capita, saltuariamente, di acquistare la rivista Amadeus. A seguito della messa in onda su RAI 5 dei concerti di Corelli con l'Accademia Bizantina, che mi sono piaciuti, ho scoperto che Amadeus allegava al numero di marzo 2017 il relativo CD.
Dopo aver verificato che è possibile reperirlo sul sito della rivista come numero arretrato al costo di 11 Euro, ho deciso che potevo tentare di segnalarlo. http://shop.amadeusonline.net/arretrati-amadeus/amadeus-marzo-2017.
L'incisione mi pare decisamente buona, una pallida idea è possibile farsela anche su YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=7LuKUlzovt4
Esiste anche la pagina di RAI Play dedicata ma non pare funzionare.
Maurizio - E-mail: maurizio.3006 (at) gmail.com
Caro Maurizio,
grazie per la segnalazione che condivido volentieri con tutti i nostri lettori! Ne approfitto per inserirla come suggerimento musicale della settimana. Consiglio anche l'esecuzione dell'ensemble Europa Galante, uno dei miei preferiti. Buon ascolto!
Suggerimento musicale della settimana
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