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Lettore vintage e diffusori KEF (e ora anche giradischi)
Caro Lucio,
ringrazio la tua saggia risposta datami sul Vol. 916 in cui mi consigliavi mi cimentarmi sulla costruzione di un TNT Pressive, le cui prestazioni non potrebbero che essere massimali! C'è un qualche però: in primis che, di questi tempi rinchiusi, andarsi a trovare materiali e componenti è a dir poco dura e, in secundis, mi esclude il vinile che, riscoperto, sta monopolizzando il mio tempo. Non escludo però di esplorare nel futuro prossimo la nobile soluzione. Ed è sul vinile che, ormai immancabilmente, ritrovo qualche disavventura su cui chiedo un tuo contributo e parliamo del mio Dual CS 430.
Come disse Jack, andiamo per parti: la prima, apparentemente più banale è che, nonostante non riscontrarne motivi auditivi, tenuto conto del tempo che il gioiellino è stato fermo, ho pensato di sostituire uno dei componenti più fattibili di degrado: la cinghia. Smanie da ingegneri. Ebbene, ho trovato un fornitore italiano, che si dedica a riparare vecchi registratori di bobine aperte, con in catalogo centinaia di cinghie tra cui una adatta al mio CS 430, che me l'ha spedita in un battibaleno a un costo ragionevole.
Ovviamente la provo, nella fattispecie con un brano a caso dei Beatles in cui la voce John Lennon suonava come Ruggero Raimondi in "La Calunnia". Cambio a 45 rpm e John suonava sempre come Raimondi tentando gli acuti, ma ancor più basso. Non ho lo strobo, ma i giri sono crollati, ma tanto e di brutto.
Nel montare la nuova cinghia avevo subito notato una maggiore tensione, a cui attribuì un maggiore attrito responsabile del calo.
Rimontai la cinghia originale, e tutto tornò normalissimo. Vedi sti cavolo di cinghie compatibili! Pensai. Vatti a vedere da dove spuntano. Scrissi al fornitore che, finora, non mi rispose. Non per i 10 Euro di cinghia ma per una soluzione.
Curioso del problema, mi scaricai il Service Manual del CS 430 (a soli € 15 per 4 pagine fotocopiate...), trovai il part number della cinghia (272489) e corsi su Internet per lumi. Il sito che mi parve più attendibile è musonic.co.uk, che fornisce le caratteristiche del pezzo originale e del loro sussidiario con analogo p/n:
LC
Caro Roberto,
che da un disco all'altro possano esserci differenze enormi non è certo una novità. Che una stampa sia più rumorosa di un'altra è normale, così come è normale che ci sia differenza nel rumore di fondo del nastri master. Tali rumori, su impianti molto rivelatori, si sentono anche su alcuni CD nati da master analogici. Ci devi convivere. Tra l'altro, non mi pare che nell'evento reale (la musica da vivo) siano assenti rumori che disturbano l'ascolto! Ce ne sono molti, molti di più, però non ci lamentiamo. Non commenterò oltre.
Per quanto riguarda il problema delle cinghie, è tutto molto strano. La cinghia nuova è corretta. Se c'è qualcosa che non va, devi cercarla nel giradischi. Potrebbe essersi semplicemente spostato il perno della puleggia del motore. Basterebbe che fosse più lontano (rispetto al perno del piatto) per far sì che la cinghia nuova, di lunghezza corretta, sia troppo tesa e faccia sforzare il motore. Non ricordo come sia fissato il motore nel tuo giradischi, normalmente ci sono tre viti che ne regolano la posizione rispetto al perno del piatto. Magari il problema è tutto là.
Mi procurerei comunque uno stroboscopio, si trovano da stampare anche sul web. In ogni caso, quest'avventura ti avrà insegnato almeno una cosa: se un apparecchio funziona, non tentare di ripararlo ;-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Gennaro,
due amplificatori rotti in poco tempo non sono un buon segnale. Può essere un caso, ma io indagherei. Ci sono almeno tre cose da verificare:
In generale, non esiste ragione al mondo per la quale un amplificatore si debba bruciare mentre suona musica anche ad alto volume. Nella peggiore delle ipotesi le amplificazioni moderne sono dotate di protezioni molto sofisticate che intervengono ogni qualvolta ci sia qualcosa di pericoloso per l'integrità dei circuiti. Inoltre, sostieni di non ascoltare mai a volume elevato, questo significa che gli amplificatori stanno sempre lavorando in un regime di assoluta tranquillità.
Esegui i controlli che ti ho suggerito e tienimi aggiornato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Enrico,
conosco Lampizator e concordo sul fatto che sia uno che conosce il fatto suo, assolutamente. Purtroppo non so niente dei coni Saba, ma ho qualcosa di molto simile, dei vecchi coni ellittici 7" x 11,5" Grundig 7048 che promettono mirabilie, a detta di chi me li ha fatti avere. Non ho mai avuto voglia e tempo di costruirci intorno un cabinet o un baffle da dipolo. Anche su questi altoparlanti c'è un po' di discussione sul web e il solito folklore audiofil-miracolistico.
Tutto può essere, anche se sui materiali degli altoparlanti sono stati fatti progressi enormi e tutti nella direzione giusta, in genere, ovvero maggiore rigidità con minore peso. Faccio un po' fatica a credere che roba così vecchia possa essere considerata oggi no compromise, ma sono anche pronto a ricredermi davanti all'evidenza dei fatti. Sono ancora più perplesso circa il fatto che il suono di tweeter a cono di tanti anni fa possa essere più fedele di un componente moderno a cupola. Mi fido molto anche di ciò che dice, esattamente a proposito dei Green Cones, un altro serissimo progettista, Troels Gravesen, su una pagina del suo sito dedicata a questi altoparlanti, dove ne fa un'analisi tecnica molto precisa, dati alla mano, con pregi e, tanti, difetti. Se hai la possibilità, fai delle prove e tienici aggiornati!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Daniele,
sono d'accordo con te nel tenere il front-end analogico, già di ottimo livello. Io al momento terrei anche amplificatore e lettore CD e punterei tutto sui diffusori. I Trent era dei buoni bookshelf ma di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e oggi puoi sicuramente trovare di meglio, anche solo nella stessa categoria dei bookshelf compatti, partendo da ProAC, passando per Sonus Faber, Opera e tanti altri. Valuta eventualmente la possibilità di acquistare dei piccoli diffusori da pavimento, qualora l'ambiente lo consentisse. Quindi: punta tutto il budget sui nuovi diffusori, in seguito sarà la volta dell'amplificatore e, infine, se proprio necessario, del lettore CD. Per quanto riguarda l'estetica, ricordati che si ascolta con le orecchie e, innamoramento iniziale a parte, se un componente è bello da vedere ma non ti piace come suona, dopo un po' ti stufi. Con questo non intendo dire che l'apparecchio coi VU meter sia da scartare, dovrai però accertarti di persona se il suono di questo componente ti possa piacere oppure no. In ogni caso, sarebbe una scelta da ponderare solo dopo aver scelto i diffusori. Il tuo amplificatore Linn è comunque buono, perfettibile di sicuro, ma in grado di stare dignitosamente all'interno di un impianto di ottimo livello.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Vintage che funziona
Buongiorno Lucio, mi permetto di salutarti così, ti leggo dal 1998.
Il tuo articolo sul vintage Naim mi dà lo spunto per raccontarti un'esperienza che mi è capitata mesi fa, quando ho potuto ritirare un vecchio ampli che giaceva inutilizzato (da decenni, credo) nel soggiorno di mio zio. Portato a casa così com'è (e com'era), solo una spruzzatina di pulisci contatti e messo degli adattatori per inserire le bananine dei cavi di potenza. Acceso, funziona! Da allora fa da ampli alla tv con due torri da pavimento. Non sono un audiofilo, al massimo un audiofilo felice, né tantomeno uno smanettone; non saprei dove mettere le mani, sarei già morto fulminato. L'ampli lo tengo così com'è, finché va lo lascio andare. Ti invio la foto, è un Rotel 100 Amp, ho calcolato che ha 50 anni circa, e credo che sia proprio com'è uscito dalla fabbrica.
Che dire, una volta le cose venivano costruite per durare. Ti saluto, ringraziandoti per l'eccellente servizio che offri da così tanto tempo.
Luca - E-mail: lcznrd6 (at) gmail.com
LC
Caro Luca,
grazie per il feedback sulla mia rubrica Jurassic (S)park! e sul mio tentativo di parlare, senza creare falsi miti, dei buoni apparecchi di una volta. Sono felice di sapere che questo piccolo Rotel faccia ancora il suo dovere, dopo così tanto tempo e senza alcuna necessità di revisione. Magari suonerebbe persino meglio, coi condensatori d'alimentazione nuovi. Visto però l'utilizzo che ne fai, direi che va benissimo così! Ti ringrazio anche per avermi fatto conoscere il bel Rotel A100, che mancava al mio database :-) Io possiedo un Rotel RA611, un 30 watt della metà degli anni '70, molto carino a vedersi. Il tuo è senz'altro precedente, l'unico che ricordo è il modello RA110A, un 13 watt per canale abbastanza simile al tuo. È possibile che il tuo sia il modello precedente a questo. Tutti questi apparecchi, comunque, fanno parte del periodo giapponese di Rotel, prima di entrare nell'orbita europea delle serie audiophile progettate da Stan Curtis, più o meno alla fine degli anni '80. In altre parole, prima che gli audiofili si avventino sul mercato a caccia di questi vecchi Rotel, chiarisco che essi non hanno niente a che vedere con la Rotel di oggi, a parte il marchio. Sul fatto che le cose di una volta fossero costruite per durare non c'è dubbio, anche se il concetto di obsolescenza programmata risale già alla fine degli anni Venti. I prodotti HiFi erano oggetti di nicchia, peraltro proporzionalmente molto più costosi di quelli equivalenti di oggi, è pertanto normale che i materiali utilizzati fossero sostanzialmente migliori. Il suono, però, era ed è una faccenda molto diversa.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Omar,
voto assolutamente contro l'idea di un amplificatore 5.1 e ti consiglio di prendere un ampli tradizionale stereofonico che piloti i due canali anteriori. Non ho idea se ciò possa essere compatibile con le tue esigenze e con il sistema 2.1 in uso attualmente, ma se dici di prediligere il vinile come supporto, devi assolutamente puntare verso un integrato 2 canali, tradizionale, dotato di ingresso phono. Non dici quanto vuoi spendere, quindi mi baso sulla cifra necessaria per acquistare l'ampli 5.1 che hai indicato, ossia circa 450€. Per una cifra simile, o persino inferiore, puoi trovare eccellenti integrati dotati di ingresso phono e magari anche DAC interno. Uno di questi è il Pro-Ject Maia S2, ad esempio. Senza ingressi digitali, ma di ottima reputazione audiophile, ci sarebbero anche il Rotel A10, il NAD C316 o il Cambridge AXA35. Tutti questi amplificatori potranno garantirti un suono migliore per la tua musica, specie su vinile, e anche per i dialoghi e le colonne sonore dei film. Si tratta di studiare come questi possano essere inseriti nel contesto attuale, ma senza specificare che sistema utilizzi per il 2.1 attuale mi viene difficile essere più preciso.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Marco,
ciò che hai fatto, e che vorresti fare, è quanto di più sbagliato ci si possa immaginare per realizzare una corretta riproduzione stereofonica domestica. Sono pratiche delle quali non sentivo parlare dagli anni '70 e che ormai ritenevo morte e sepolte. Quando parli di immagine, infatti, esprimi un concetto completamente errato: la corretta immagine stereofonica si può ottenere soltanto con l'ascoltatore posizionato di fronte ai due diffusori che stanno sulla stessa parete. Questa è infatti la disposizione più vicina a ciò che accade nella realtà quando si va al concerto, sia acustico che classico, e abbiamo gli esecutori di fronte a noi. Nella realtà infatti non capita mai di avere il suono che proviene da due angoli opposti alla nostra testa. A te sì? Aggiungere altri due diffusori negli altri angoli della stanza peggiora soltanto le cose, crea fenomeni di cancellazione acustica a certe frequenze e rende la propagazione del suono all'interno dell'ambiente ancora più problematica di quanto non sia già. Quindi, la tua idea di due diffusori, o peggio di quattro, posizionati in siffatta maniera, è assolutamente da bocciare. Se tuttavia tu volessi insistere in questo clamoroso errore, accertati che il tuo amplificatore sia in grado di gestire il collegamento simultaneo di quattro diffusori! Tipicamente si tratta di un compito gravoso, specie se i diffusori hanno un'impedenza inferiore agli 8 ohm nominali. Siccome non specifichi che tipo di amplificatore sia in tuo possesso, temo di non poterti aiutare in alcuna maniera.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Massimo,
intanto sono felice di esserti stato minimamente utile, in questi momenti difficili, anche un po' di distrazione aiuta. È per questo motivo che la rivista non ha chiuso per la nostra consueta pausa pasquale (che ci permette di rifiatare e riordinare le idee). La soluzione al tuo problema esiste e si chiama Cocktail Audio. Già il modello base X14 (meno di 700€) fa quel che ti serve e pure di più: è un music server per musica liquida in alta risoluzione HD 24bit/192KHz, DSD64, DSD128, persino MQA (Master Quality Authenticated), DXD, ha il Bluetooth aptX, un amplificatore integrato 2x30 Watt in Classe D, supporto DLNA, AirPlay, Spotify Connect, Tidal, Deezer, Qobuz, Napster. Ti basta? :-)
Per quanto riguarda le casse, prendi le Elac, bastano pochi cm dalla parete posteriore e non daranno problemi. Tieni conto che la nuova serie, la 5.2 che si trova adesso in vendita, prevede lo sbocco reflex sul frontale, proprio per diminuire ulteriormente i problemi di posizionamento.
Grazie per l'offerta dell'ampli Auna, purtroppo non ricordo più chi fosse il lettore che chiedeva di poterlo ascoltare, ma magari leggerà questa tua gentilissima proposta!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Gabriele,
parto dal fatto che la vendita del tuo impianto dovrebbe consentirti un incasso ben superiore ai 1000€ che pensavi. Sia il lettore CD che la coppia pre e finale, per quanto datati, sono di buon livello e credo che abbiano ancora una folta schiera di estimatori. Non mi è chiaro cosa tu intenda quando parli di diffusori amplificati wireless, immagino stia pensando a dei diffusori che possano ricevere il segnale via bluetooth. Questo purtroppo limita fortemente la lista dei possibili candidati. Esistono, comunque, delle buone possibilità che non ti faranno rimpiangere troppo le tue Elac Debut. Ad esempio valuta le Tangent Spectrum X5 BT, per circa 500€, vincitrici di una prova a confronto di diffusori simili su HiFi Choice. In alternativa valuta anche Advance Acoustic AIR 55, Triangle LN01A, Roth OLi POWA-5 MK II. Tieni conto che, avendo deciso per lo streamer Bluesound, potresti valutare diffusori dello stesso marchio, per una perfetta compatibilità. Nella fascia di prezzo da te individuata ci sono i Bluesound Pulse Flex 2i.
Vedi cosa ti riesce di reperire e ascoltare, per maggiore sicurezza.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Egregio Direttore, buongiorno a lei e grazie per i mille stimoli che, con costanza, ha irradiato nel mondo degli appassionati di ascolti musicali, in questi decenni. Era tempo che volevo scriverle.
Gli argomenti per farlo, ad un psico-acustico come me, non mancano di certo volendo, per malattia, migliorare sempre un impianto anche poco dopo aver apportato modifiche significative con risultati gradevoli. Nell'hi-my-why-fi si può - e si deve - sempre migliorare (ad ogni costo). Il suo articolo sul downgrading ha fatto breccia in me e mi ha dato lo stimolo per fare due considerazioni. Come ogni crisi (sanitaria, economica, familiare...) accanto ad aspetti molto negativi, gravissimi, critici, vissuti e sotto gli occhi di tutti, compaiono germogli, piccole cose, ripensamenti, che possono rinnovare una visione del mondo, nelle persone me compreso, che da troppo tempo si sente tranquillo se, e solo se, il PIL cresce ogni anno, i cavalli motore dell'auto sono 20 più di ieri, il mio impianto ha, e avrà, molti più watts che pria.
In questi giorni in cui si ha la fortuna di dover/poter stare semplicemente a casa - mentre molti altri stanno sul fronte – ci si augura che, in questa nuova situazione casalinga precaria e transitoria, le cose funzionino bene tutte: la lavatrice, i tubi dell'acqua, il riscaldamento...lo stereo. I tecnici, gli idraulici, i falegnami, i giardinieri non possono intervenire ed è proprio ora che i nostri impianti plurivalvolari, push pull o single che siano, con alimentazioni dedicate e separate, possono esprimere la loro morbilità ad orologeria, quasi dicendo: “Non puoi ripararmi, mi rompo così capisci quanto sono importante per te!”.
E un canale del mio finale adorato mi ha salutato, venerdì, nel mezzo della pandemia, lasciandomi solo. Mono!
Gli anni che ho, lo stato di emergenza globale, la riduzione dei capelli, mi portano, una volta tanto, a fare scelte essenziali, vedendo, tra l'altro, che in dispensa c'è qualcosa da poter usare in sostituzione. Ed ecco che, al posto di una catena che parte dalla presa elettrica e impiega 7/8 scatolotti costosi interconnessi da cavi da gioielliere, balza in mente l'idea assurda di ascoltare musica ripartendo dalle basi elementari, togliendo di mezzo una sessantina di chili di materiale vario, e ricostruendo una fonte, un ampli e due diffusori. Forse il Corona mi ha preso al cervello, primo caso in Italia.
L'integratino anni '70 inserito nella libreria, fra due colonne di libri e cd, per i suoi bordini in legno che richiamano il parquet, e fanno felice la Proprietaria di casa, viene estratto dallo scaffale, dopo anni di inutilizzo, e attaccato senza tanti preliminari, alla rete elettrica. Giusto il tempo necessario di staccare il biwiring e riprendere un cavo di potenza, solo di poco migliore del rosso-nero che il Pioneer SA 500A utilizza come uscita per i diffusori, dei Canton Ergo RCL e l'emozione di capire se funziona sale come nel caso del proprietario di un recente 3.0 V6 tedesco a 4 ruote motrici full optional, in panne, che rientra sulla sua Fulvia II serie, priva di tutti gli accessori, del 1971, proprio come il Pioneer.
Giro in senso orario il pomello di accensione del Pioneer - come la chiave nera della Fulvia 1,3s (quella bianca era per il bagagliaio) - si accende tutto e la musica inizia a fluire. Faccio riscaldare i vecchi componenti e il 4 cilindri si arrotonda, il piccolo stato solido suona (!).
Non aspettandosi armoniche da presenza in sala di Mose Allison, comincio a sorridere. Mi sto “accontentando” di sentire, di ascoltare, senza pregiudizio, senza valutazione del cavo, o dello spinotto, o della ciabatta che pesa quasi più dell'SA500A. Non riesco a dare una preferenza ai 12 watt o ai ricordi dei 30 o dei 100 che utilizzavo prima, come non posso dire che i 90 cavalli della Fulvia siano peggiori, o inferiori, dei 245 del V6.
Già meravigliato di vedere la lucina gialla accesa e avendo poche aspettative, i risultati appaiono eccelsi!
I 12 watts di potenza massima esprimono la loro vita nelle frazioni di watt che ascolto ora, ti fanno muovere le casse, ti fanno ascoltare sereno, ti fanno girare per quelle strade, ora vuote, con la dignità di qualunque auto di lusso, senza aria condizionata, senza cambio automatico, senza trazione integrale: semplicemente andando da turista fra gli infiniti brani a cui possiamo accedere dallo smartphone al nostro music server e fra le infinite curve che il nostro territorio può regalarci.
L'essenza dell'ascolto non sta nel cavo pitonato e nei legnetti posti sotto i cavi di rame puro al 99,9 periodico, ma nella musica che fluisce onestamente dai nostri impianti e che riusciamo ad apprezzare per quello che è, accompagnandoci per molte ore al giorno, senza invadenza, come un amico discreto. Quando, alla fine di questa prova Nazionale, riuscirò a ripristinare il mio bellissimo finale, cercherò di non dimenticare l'insegnamento del suo fratello minore – solo per dimensione – e, probabilmente, (mi) sentirò meglio, perché le aspettative durante una guerra non sono di un pranzo a base di crostacei ma disporre di sane proteine che anche semplici cereali in scatola possono dare...ad averceli!
E sarò felice di sapere che l'SA500A del '71, potrà intervenire quando sarà necessario, perché i nostri impianti sanno sempre quando rompersi, e lui sarà lì, con i suoi bei bordini in legno. Guardandolo, mi chiedo: ma non saranno forse proprio questi bordini di legno che lo fanno suonare così bene?
Restiamo accanto ai nostri impianti, a casa.
Un saluto a tutti.
Catena corta utilizzata:
LC
Caro Claudio,
grazie per il bel racconto di questa curiosa esperienza. Non sono sorpreso, tutt'altro. Nella nostra follia da upgrade compulsivo abbiamo creduto - pur di giustificare la spesa - di compiere passi avanti da gigante, ogni volta. E così non era. Erano passetti, talvolta pure indietro o di lato, ma raramente qualcosa di drammatico. E allora ben venga il downgrade, che ci riporta coi piedi per terra.
Tutto il processo è aiutato dal nostro maledetto cervello, che si abitua subito a ciò che sente, equalizzando automaticamente ciò che manca. E a chiudere il cerchio ci pensa la magia della musica, che ci fa emozionare anche quando esce da una radiolina a transistor.
Grazie per il feedback e buon ascolto!
Il direttore greco Teodor Currentzis ha appena inciso per la Sony Music, con la “sua” orchestra MusicAeterna, nientemeno che la “Quinta” di Beethoven, scatenando numerose reazioni diverse. Questo è il famoso Allegro con Brio, esplosivo. A noi piace molto!
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
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