Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 25/4/2020 - 2/5/2020

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  1. Lettore vintage e diffusori KEF (e ora anche giradischi)
  2. Due amplificatori rotti
  3. SABA Green cones
  4. Upgrade generale
  5. Vintage che funziona
  6. Informazioni per acquistare amplificatore corretto
  7. Tutto sbagliato
  8. Streamer
  9. Cambio di direzione
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Lettore vintage e diffusori KEF (e ora anche giradischi)
Caro Lucio,
ringrazio la tua saggia risposta datami sul
Vol. 916 in cui mi consigliavi mi cimentarmi sulla costruzione di un TNT Pressive, le cui prestazioni non potrebbero che essere massimali! C'è un qualche però: in primis che, di questi tempi rinchiusi, andarsi a trovare materiali e componenti è a dir poco dura e, in secundis, mi esclude il vinile che, riscoperto, sta monopolizzando il mio tempo. Non escludo però di esplorare nel futuro prossimo la nobile soluzione. Ed è sul vinile che, ormai immancabilmente, ritrovo qualche disavventura su cui chiedo un tuo contributo e parliamo del mio Dual CS 430. Come disse Jack, andiamo per parti: la prima, apparentemente più banale è che, nonostante non riscontrarne motivi auditivi, tenuto conto del tempo che il gioiellino è stato fermo, ho pensato di sostituire uno dei componenti più fattibili di degrado: la cinghia. Smanie da ingegneri. Ebbene, ho trovato un fornitore italiano, che si dedica a riparare vecchi registratori di bobine aperte, con in catalogo centinaia di cinghie tra cui una adatta al mio CS 430, che me l'ha spedita in un battibaleno a un costo ragionevole. Ovviamente la provo, nella fattispecie con un brano a caso dei Beatles in cui la voce John Lennon suonava come Ruggero Raimondi in "La Calunnia". Cambio a 45 rpm e John suonava sempre come Raimondi tentando gli acuti, ma ancor più basso. Non ho lo strobo, ma i giri sono crollati, ma tanto e di brutto.
Nel montare la nuova cinghia avevo subito notato una maggiore tensione, a cui attribuì un maggiore attrito responsabile del calo. Rimontai la cinghia originale, e tutto tornò normalissimo. Vedi sti cavolo di cinghie compatibili! Pensai. Vatti a vedere da dove spuntano. Scrissi al fornitore che, finora, non mi rispose. Non per i 10 Euro di cinghia ma per una soluzione. Curioso del problema, mi scaricai il Service Manual del CS 430 (a soli € 15 per 4 pagine fotocopiate...), trovai il part number della cinghia (272489) e corsi su Internet per lumi. Il sito che mi parve più attendibile è musonic.co.uk, che fornisce le caratteristiche del pezzo originale e del loro sussidiario con analogo p/n:

A questo punto, senza ovviamente cannibalizzare le mie cinghie (originale e nuova) feci una sommaria e approssimativa misurazione: Cinghia nuova: Folded 255 mm ovvero Lenght 510 mm (grosso modo compatibile con la specifica!) Cinghia originale: Folded 265 mm ovvero Lenght 530 mm (+ 20 mm!). E ci rimasi di stucco, per usare un eufemismo. Ovviamente la mia poca scienza finisce qui e non so che spiega darmi se non esoterica. Ti risparmio le mie mie inutili elucubrazioni sulla possibile elongazione della cinghia originale col tempo e quant'altre.
Di fatto, oltre a pasticche e mascherine, in farmacia chiesi del borotalco per cospargere il capo, poco poco, della cinghia di mamma Dual nel caso potesse prolungarne la vita.
Concluso il primo quesito, di cui ti chiedo lumi, passo al secondo, anch'esso un po' subdolo: Riguarda ciò che chiamerei "rumore da piatto". Ovvero quello a bassissima frequenza che senti più chiaramente nella pausa tra un brano e l'altro del disco, in assenza di altre sollecitazioni della puntina, e che si direbbe dovuto alla meccanica della macchina. Ebbene no, o almeno non del tutto vero. Il livello del rumore cambia sostanzialmente col disco. E più che col disco con il marchio di chi lo sforna. Non è che gli abbia ascoltati tutti, ma dal mio campionario di ca. 200 LP - di certo non dell'epoca del vinyl revival - sembra assodato che quanto stampato da CBS ed EMI con i suoi marchi associati, rendano pressoché trascurabile detto rumore di fondo mentre in altri, con qualche eccezione, diventa borderline con quanto chiamiamo HiFi.
Anche su questo riscontro non trovo una spiega plausibile e per saziare la mia curiosità non posso che rivolgermi ad una vecchia volpe del mestiere (massimo complimento nel mio gergo). An passant, con nuove orecchie (anzi, vecchissime, ma quasi vergini dalla lunga astinenza) coadiuvate da Rotel e KEF, ho riscontrato tra disco e disco enormi differenze di qualità di registrazione e dynamic range, molto scorrelata dal "rilievo" dell'edizione / titolo / interprete di cui si tratti. Forse più ancora di quanto si riscontri sui CD. Ma su questo, ti risparmio il disturbo.
Grazie, Lucio, sia dell'enorme pazienza che ci porti, sia dei tuoi immancabili contributi.
Un affettuoso saluto,
Roberto - E-mail: rode52 (at) yahoo.com.ar

LC
Caro Roberto,
che da un disco all'altro possano esserci differenze enormi non è certo una novità. Che una stampa sia più rumorosa di un'altra è normale, così come è normale che ci sia differenza nel rumore di fondo del nastri master. Tali rumori, su impianti molto rivelatori, si sentono anche su alcuni CD nati da master analogici. Ci devi convivere. Tra l'altro, non mi pare che nell'evento reale (la musica da vivo) siano assenti rumori che disturbano l'ascolto! Ce ne sono molti, molti di più, però non ci lamentiamo. Non commenterò oltre.
Per quanto riguarda il problema delle cinghie, è tutto molto strano. La cinghia nuova è corretta. Se c'è qualcosa che non va, devi cercarla nel giradischi. Potrebbe essersi semplicemente spostato il perno della puleggia del motore. Basterebbe che fosse più lontano (rispetto al perno del piatto) per far sì che la cinghia nuova, di lunghezza corretta, sia troppo tesa e faccia sforzare il motore. Non ricordo come sia fissato il motore nel tuo giradischi, normalmente ci sono tre viti che ne regolano la posizione rispetto al perno del piatto. Magari il problema è tutto là.
Mi procurerei comunque uno stroboscopio, si trovano da stampare anche sul web. In ogni caso, quest'avventura ti avrà insegnato almeno una cosa: se un apparecchio funziona, non tentare di ripararlo ;-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Due amplificatori rotti
Egr. dott. Cadeddu,
vi scrivo per chiedervi gentilmente un parere ed un consiglio in merito a quanto mi è accaduto. Circa 5 anni fa comprai una coppia di B&W 685 s2 ed un Nad 326. Dopo due anni e mezzo il Nad andò in protezione, sentivo un leggero odore di bruciato. Dopo un anno mi comunicava il negoziante che l'assistenza non era in grado di ripararlo. Non ho mai saputo cosa si sia rotto. Quindi comprai un Audio Analogue Fortissimo Airtech nuovo. All'improvviso dopo 2 anni e quattro mesi anche questo è andato in protezione. Al riavvio si udiva un rumore dai diffusori tipo alta tensione, mentre allo spegnimento i diffusori emettevano un forte schiocco, tipo frustata. Ciò si è ripetuto due volte consecutive, quindi l'ho inviato all'Audio Analogue per assistenza, ma a causa dell'emergenza Covid non stanno lavorando per cui non so ancora nulla. Attualmente i diffusori sono pilotati senza problemi evidenti da un amplificatore Yamaha Ax 592, avendo avuto premura di impostare il commutatore sulla posizione bassa impedenza, così per stare sul sicuro.
Secondo la vostra esperienza è possibile che i diffusori abbiano un difetto che a lungo andare possa danneggiare anche questo amplificatore?
Preciso che l'ambiente d'ascolto è di circa 12 metri quadri e non ascolto mai a volume elevato. Il Fortissimo è andato in protezione e non si è più ripreso mentre ascoltavo a medio volume un brano ricco di basse frequenze di Loreena McKennitt.
In attesa di vostra gradita risposta ringrazio e saluto cordialmente.
Gennaro - E-mail: gennarobarra (at) libero.it

LC
Caro Gennaro,
due amplificatori rotti in poco tempo non sono un buon segnale. Può essere un caso, ma io indagherei. Ci sono almeno tre cose da verificare:

In generale, non esiste ragione al mondo per la quale un amplificatore si debba bruciare mentre suona musica anche ad alto volume. Nella peggiore delle ipotesi le amplificazioni moderne sono dotate di protezioni molto sofisticate che intervengono ogni qualvolta ci sia qualcosa di pericoloso per l'integrità dei circuiti. Inoltre, sostieni di non ascoltare mai a volume elevato, questo significa che gli amplificatori stanno sempre lavorando in un regime di assoluta tranquillità.
Esegui i controlli che ti ho suggerito e tienimi aggiornato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

SABA Green cones
Gent.mo Lucio,
in questo periodo di prigione forzata a casa (come tutti noi) oltre a godermi un bel po' di musica sto consumando terabyte di navigazione per passare il tempo, e da un bel po' sto "studiando" il sito di Lukasz "Lampizator" e lo trovo molto interessante e costruttivo, volto al massimo risultato col minimo esborso di sangue dal conto corrente (il motto è in comune col nostro!).
Sicuramente conoscerai le sue realizzazioni e saprai che sia tutt'altro che un bischero. Personalmente ho costruito diverse cosette per il mio impianto (ormai quasi tutto autocostruito, sono appassionato anche di autocostruzione) e ho seguito le istruzioni di Lukasz per modificare il lettore CD88E MHZS bypassando gli opamp e facendo amplificare il segnale a valvole direttamente dal dac: beh, risultato veramente notevole, la differenza c'è in meglio eccome! Il prossimo passo sarà quello di costruirmi il dac lampizzato "Lampucera 1", ho già ordinato i vari pezzi e ti farò sapere se è un gioiellino come afferma oppure no.
Proprio sul sito di Lampizator ci sono 24 progetti di diffusore, e in molti di questi è impiegato come medio il cono verde Saba da 20cm. Ecco, prima di scriverti ho spulciato TNT-Audio per non fare domande a cui sia stato già risposto ma non si parla molto dei coni verdi Saba con magnete in alnico, perciò te lo chiedo poiché sono molto interessato. Tu hai qualche esperienza in merito? Ho visto sul web che - pur con i loro limiti - abbiano una fra le migliori gamme medie, ottima spazialità (abbinati al loro tweeter a cono) e una incredibile ricchezza armonica. Tutte belle parole, tuttavia sarei felice di conoscere chi abbia fatto esperienza con questi altoparlanti d'epoca. Secondo me sarebbero un'ottima base di spunto per costruirci intorno un diffusore no compromise, magari da approfondire e sviluppare nell'angolo del fai da te. Non so se possa essere interessante per molti, se ritieni opportuno rispondimi pure privatamente se non vuoi pubblicare questo mio pensiero, ci mancherebbe!
Un salutone e continua così!
Enrico - E-mail: buonamicienrico (at) libero.it

LC
Caro Enrico,
conosco Lampizator e concordo sul fatto che sia uno che conosce il fatto suo, assolutamente. Purtroppo non so niente dei coni Saba, ma ho qualcosa di molto simile, dei vecchi coni ellittici 7" x 11,5" Grundig 7048 che promettono mirabilie, a detta di chi me li ha fatti avere. Non ho mai avuto voglia e tempo di costruirci intorno un cabinet o un baffle da dipolo. Anche su questi altoparlanti c'è un po' di discussione sul web e il solito folklore audiofil-miracolistico.
Tutto può essere, anche se sui materiali degli altoparlanti sono stati fatti progressi enormi e tutti nella direzione giusta, in genere, ovvero maggiore rigidità con minore peso. Faccio un po' fatica a credere che roba così vecchia possa essere considerata oggi no compromise, ma sono anche pronto a ricredermi davanti all'evidenza dei fatti. Sono ancora più perplesso circa il fatto che il suono di tweeter a cono di tanti anni fa possa essere più fedele di un componente moderno a cupola. Mi fido molto anche di ciò che dice, esattamente a proposito dei Green Cones, un altro serissimo progettista, Troels Gravesen, su una
pagina del suo sito dedicata a questi altoparlanti, dove ne fa un'analisi tecnica molto precisa, dati alla mano, con pregi e, tanti, difetti. Se hai la possibilità, fai delle prove e tienici aggiornati!
Lucio Cadeddu

Upgrade generale
Caro Lucio,
ci eravamo sentiti anni fa per dirti la mia soddisfazione circa il mio impianto composto tutto sull'usato di un mio amico (che tra l'altro mi regalò il gira Audionote tane con testina Benz!). Arriviamo alla domanda, visto che arrivato alla pensione volevo farmi un regalo e sostituire ampli Linn Maijk, lettore cd Linn Genki, casse Castle Trent. Il giradischi credo che lo terrò: Audionote TNT One con Benz Wood H e pre Nanophono Clearaudio.
Mi piaceva molto il Listen &Amp; Co quello piccolo pre valvole con i bei vumeter (e si l'estetica ci vuole) o agli antipodi Audiolab 6000 ma non saprei che casse abbinare. Secondo te potrei cominciare ascoltandoli con le mie vecchie casse Castle? Posso tenere buono qualche componente o è tutta roba sorpassata?
Il volume dell'ampli sta sempre a mezza non ho mai la possibilità di ascolti ad alto volume, ascolto tutta la musica eccetto Metal e prediligo quella acustica (visto che per hobby costruisco chitarre acustiche).
Ti ringrazio anticipatamente per la risposta ai miei quesiti.
Daniele - E-mail: daniele_mattiello (at) alice.it

LC
Caro Daniele,
sono d'accordo con te nel tenere il front-end analogico, già di ottimo livello. Io al momento terrei anche amplificatore e lettore CD e punterei tutto sui diffusori. I Trent era dei buoni bookshelf ma di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e oggi puoi sicuramente trovare di meglio, anche solo nella stessa categoria dei bookshelf compatti, partendo da ProAC, passando per Sonus Faber, Opera e tanti altri. Valuta eventualmente la possibilità di acquistare dei piccoli diffusori da pavimento, qualora l'ambiente lo consentisse. Quindi: punta tutto il budget sui nuovi diffusori, in seguito sarà la volta dell'amplificatore e, infine, se proprio necessario, del lettore CD. Per quanto riguarda l'estetica, ricordati che si ascolta con le orecchie e, innamoramento iniziale a parte, se un componente è bello da vedere ma non ti piace come suona, dopo un po' ti stufi. Con questo non intendo dire che l'apparecchio coi VU meter sia da scartare, dovrai però accertarti di persona se il suono di questo componente ti possa piacere oppure no. In ogni caso, sarebbe una scelta da ponderare solo dopo aver scelto i diffusori. Il tuo amplificatore Linn è comunque buono, perfettibile di sicuro, ma in grado di stare dignitosamente all'interno di un impianto di ottimo livello.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Vintage che funziona
Buongiorno Lucio, mi permetto di salutarti così, ti leggo dal 1998.
Il tuo articolo sul
vintage Naim mi dà lo spunto per raccontarti un'esperienza che mi è capitata mesi fa, quando ho potuto ritirare un vecchio ampli che giaceva inutilizzato (da decenni, credo) nel soggiorno di mio zio. Portato a casa così com'è (e com'era), solo una spruzzatina di pulisci contatti e messo degli adattatori per inserire le bananine dei cavi di potenza. Acceso, funziona! Da allora fa da ampli alla tv con due torri da pavimento. Non sono un audiofilo, al massimo un audiofilo felice, né tantomeno uno smanettone; non saprei dove mettere le mani, sarei già morto fulminato. L'ampli lo tengo così com'è, finché va lo lascio andare. Ti invio la foto, è un Rotel 100 Amp, ho calcolato che ha 50 anni circa, e credo che sia proprio com'è uscito dalla fabbrica.
Che dire, una volta le cose venivano costruite per durare. Ti saluto, ringraziandoti per l'eccellente servizio che offri da così tanto tempo.
Luca - E-mail: lcznrd6 (at) gmail.com

LC
Caro Luca,
grazie per il feedback sulla mia rubrica Jurassic (S)park! e sul mio tentativo di parlare, senza creare falsi miti, dei buoni apparecchi di una volta. Sono felice di sapere che questo piccolo Rotel faccia ancora il suo dovere, dopo così tanto tempo e senza alcuna necessità di revisione. Magari suonerebbe persino meglio, coi condensatori d'alimentazione nuovi. Visto però l'utilizzo che ne fai, direi che va benissimo così! Ti ringrazio anche per avermi fatto conoscere il bel Rotel A100, che mancava al mio database :-) Io possiedo un Rotel RA611, un 30 watt della metà degli anni '70, molto carino a vedersi. Il tuo è senz'altro precedente, l'unico che ricordo è il modello RA110A, un 13 watt per canale abbastanza simile al tuo. È possibile che il tuo sia il modello precedente a questo. Tutti questi apparecchi, comunque, fanno parte del periodo giapponese di Rotel, prima di entrare nell'orbita europea delle serie audiophile progettate da Stan Curtis, più o meno alla fine degli anni '80. In altre parole, prima che gli audiofili si avventino sul mercato a caccia di questi vecchi Rotel, chiarisco che essi non hanno niente a che vedere con la Rotel di oggi, a parte il marchio. Sul fatto che le cose di una volta fossero costruite per durare non c'è dubbio, anche se il concetto di obsolescenza programmata risale già alla fine degli anni Venti. I prodotti HiFi erano oggetti di nicchia, peraltro proporzionalmente molto più costosi di quelli equivalenti di oggi, è pertanto normale che i materiali utilizzati fossero sostanzialmente migliori. Il suono, però, era ed è una faccenda molto diversa.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Informazioni per acquistare amplificatore corretto
Ciao, ho letto con molto interesse il tuo articolo. Ti chiedo un aiuto. Amo molto la musica (prediligo il vinile come supporto). Al tempo stesso mi piace azionare ogni tanto il mio modesto impianto home theater Harman Kardon 2.1 per sentire meglio l'audio dei film. Ora, a fronte di un desiderio di acquistare nuovo impianto (privilegiando l'ascolto della musica ma al tempo stesso quello di sentire anche gli effetti audio dei film), ho acquistato due diffusori usati Jamo e430 (70 w potenza, max 120w). Vorrei ora comprare un amplificatore adatto alle mie esigenze di ascolto utilizzando quindi le 2 casse e le altre 2.1 della harman kardon. La mia intenzione sarebbe quella quindi di acquistare un ampli 5.1 tipo Yamaha rx-d 485. Tu cosa ne pensi? Oppure mi consigli un amplificatore tradizionale per le casse Jamo?
Grazie in anticipo
Omar - E-mail: omarderiu (at) hotmail.com

LC
Caro Omar,
voto assolutamente contro l'idea di un amplificatore 5.1 e ti consiglio di prendere un ampli tradizionale stereofonico che piloti i due canali anteriori. Non ho idea se ciò possa essere compatibile con le tue esigenze e con il sistema 2.1 in uso attualmente, ma se dici di prediligere il vinile come supporto, devi assolutamente puntare verso un integrato 2 canali, tradizionale, dotato di ingresso phono. Non dici quanto vuoi spendere, quindi mi baso sulla cifra necessaria per acquistare l'ampli 5.1 che hai indicato, ossia circa 450€. Per una cifra simile, o persino inferiore, puoi trovare eccellenti integrati dotati di ingresso phono e magari anche DAC interno. Uno di questi è il Pro-Ject Maia S2, ad esempio. Senza ingressi digitali, ma di ottima reputazione audiophile, ci sarebbero anche il Rotel A10, il NAD C316 o il Cambridge AXA35. Tutti questi amplificatori potranno garantirti un suono migliore per la tua musica, specie su vinile, e anche per i dialoghi e le colonne sonore dei film. Si tratta di studiare come questi possano essere inseriti nel contesto attuale, ma senza specificare che sistema utilizzi per il 2.1 attuale mi viene difficile essere più preciso.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Tutto sbagliato
Salve,
cortesemente se possibile vorrei la seguente informazione, grazie. La mia stanza è di circa 16/18 mq dopo infinite prove nel posizionare i diffusori da stand con impedenza da 6 ohm e una sensibilità di 88 dB ho scoperto che mettendoli negli angoli opposti della stanza su dei supporti con i tweeter a circa 1,75 m di altezza hanno acquisito un'immagine stereo piena e tridimensionale sul 95% dell'intera superficie quindi volevo optare per 4 diffusori sempre di fascia economica da 8 ohm con una sensibilità di 93/94 dB ma sfortunatamente il mio armadio compromette 2 angoli della parete su 4 quindi per ricreare il più possibile questa piacevole immagine stereo. Vorrei posizionare i due diffusori da 6 ohm nei 2 angoli liberi della parete frontale e un diffusore a torre con attacchi a 4 fili da 6 oppure 8 ohm a centro parete. Il mio amplificatore integrato è da 45 watt + 45 watt di una marca molto conosciuta di fascia economica, potrebbe supportare un collegamento scellerato di questo genere, voglio ringraziarvi nuovamente per una vostra eventuale risposta.
Un saluto,
Marco - E-mail: marcoparisse70 (at) gmail.com

LC
Caro Marco,
ciò che hai fatto, e che vorresti fare, è quanto di più sbagliato ci si possa immaginare per realizzare una corretta riproduzione stereofonica domestica. Sono pratiche delle quali non sentivo parlare dagli anni '70 e che ormai ritenevo morte e sepolte. Quando parli di immagine, infatti, esprimi un concetto completamente errato: la corretta immagine stereofonica si può ottenere soltanto con l'ascoltatore posizionato di fronte ai due diffusori che stanno sulla stessa parete. Questa è infatti la disposizione più vicina a ciò che accade nella realtà quando si va al concerto, sia acustico che classico, e abbiamo gli esecutori di fronte a noi. Nella realtà infatti non capita mai di avere il suono che proviene da due angoli opposti alla nostra testa. A te sì? Aggiungere altri due diffusori negli altri angoli della stanza peggiora soltanto le cose, crea fenomeni di cancellazione acustica a certe frequenze e rende la propagazione del suono all'interno dell'ambiente ancora più problematica di quanto non sia già. Quindi, la tua idea di due diffusori, o peggio di quattro, posizionati in siffatta maniera, è assolutamente da bocciare. Se tuttavia tu volessi insistere in questo clamoroso errore, accertati che il tuo amplificatore sia in grado di gestire il collegamento simultaneo di quattro diffusori! Tipicamente si tratta di un compito gravoso, specie se i diffusori hanno un'impedenza inferiore agli 8 ohm nominali. Siccome non specifichi che tipo di amplificatore sia in tuo possesso, temo di non poterti aiutare in alcuna maniera.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Streamer
Buongiorno Direttore e GRAZIE. In questi giorni di coronavirus, alcuni dei quali passati in ospedale e ora in convalescenza, la lettura della sua rivista, le risposte ai lettori, i suoi editoriali mi hanno tenuto compagnia e fatto riflettere sul mio modo di fruire la musica.
Sono affezionato all'analogico, il rituale che precede ed accompagna l'ascolto di un disco aggiunge un tocco “esoterico” all'ascolto della musica ma proprio in questi giorni di convalescenza mi sono reso conto che è un rituale a volte faticoso, che contrasta con la voglia di fruizione veloce e semplice della musica. Ho rivalutato la musica liquida per la sua “comodità”: col telefono accedo ad un servizio di streaming e tramite BT trasmetto il flusso all'impianto; la qualità è quella che è ma la comodità è tanta. Per il momento mi accontento ma vorrei “strutturare” il tutto per godere anche della migliore qualità offerta dai servizi di streaming.
Vorrei meno “impicci” possibili e quindi le chiedo se conosce uno streamer amplificatore capace di collegarsi direttamente, via ethernet, ai servizi di musica in streaming, una cosa a cui attaccare le casse senza altri intoppi; il budget è intorno ai 1000€.
Io non sono riuscito a trovare niente di simile, il massimo della semplicità a cui sono arrivato è l'Audiolab 6000N che però richiede un amplificatore (ho un Tangent Ampster o in alternativa un Auna cd508-bt). Attualmente ascolto con delle KroCraft ma pensavo di sostituirle con le Arche Audio recensite dal signor Varey soprattutto per la possibilità di posizionarle anche vicino al muro; in alternativa le Elac debut, di cui conosco il suono, ma che mi darebbero qualche problema in più per il posizionamento. Se anche qui ha qualche consiglio è bene accetto.
Ancora GRAZIE, i suoi consigli sono sempre preziosi e nel mio caso è stata preziosa anche la compagnia e la possibilità che mi ha dato, con i suoi scritti, di pensare ad altro che non fosse la malattia. La saluto con affetto.
P.S.: alcune settimane fa un lettore le chiedeva un parere proprio sull'Auna; se vuole, passato questo periodo infelice, posso inviarglielo per una prova.
Massimo - E-mail: mssm.cogo (at) gmail.com

LC
Caro Massimo,
intanto sono felice di esserti stato minimamente utile, in questi momenti difficili, anche un po' di distrazione aiuta. È per questo motivo che la rivista non ha chiuso per la nostra consueta pausa pasquale (che ci permette di rifiatare e riordinare le idee). La soluzione al tuo problema esiste e si chiama Cocktail Audio. Già il modello base
X14 (meno di 700€) fa quel che ti serve e pure di più: è un music server per musica liquida in alta risoluzione HD 24bit/192KHz, DSD64, DSD128, persino MQA (Master Quality Authenticated), DXD, ha il Bluetooth aptX, un amplificatore integrato 2x30 Watt in Classe D, supporto DLNA, AirPlay, Spotify Connect, Tidal, Deezer, Qobuz, Napster. Ti basta? :-)
Per quanto riguarda le casse, prendi le Elac, bastano pochi cm dalla parete posteriore e non daranno problemi. Tieni conto che la nuova serie, la 5.2 che si trova adesso in vendita, prevede lo sbocco reflex sul frontale, proprio per diminuire ulteriormente i problemi di posizionamento.
Grazie per l'offerta dell'ampli Auna, purtroppo non ricordo più chi fosse il lettore che chiedeva di poterlo ascoltare, ma magari leggerà questa tua gentilissima proposta!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Cambio di direzione
Buongiorno direttore e, come al solito, grazie per come ci intrattieni gradevolmente, soprattutto in questo periodo. Allora, vengo al punto: ho un impianto classico che in seguito descriverò e la voglia di sentire la musica che voglio, quando voglio, si fa sempre più forte. Quindi parto da una mia idea e attendo con ansia un suo consiglio per ottimizzarla al meglio. Il mio impianto è composto da:

Il tutto in una stanza di 25 metri quadri dedicata nel mio appartamento. Come le dicevo, difatti inizio a sentire il limite di non poter sentire ciò che vorrei nella maniera più immediata che vorrei.. (dovuto al fatto che i cd che ho sono chiaramente mono artista e comunque non tutto quello che è di mio gradimento lo ho disponibile). Avrei quindi pensato di vendere tutto (ricavando realisticamente intorno agli 800/1000 €.) e di acquistare un Bluesound node 2i e dei diffusori amplificati wireless. Dopodiché mandare la musica dal mio iPad acquistando un abbonamento hifi su tidal o servizio simile. I consigli che le chiedo sono essenzialmente 3:
  1. quali diffusori amplificati sui 6-700€ mi consiglia?
  2. riuscirei in questa maniera a mantenere qualitativamente la resa dell'impianto?
  3. ha da consigliarmi una soluzione alternativa?
La ringrazio come al solito anticipatamente e le auguro una buona giornata.
Gabriele - E-mail: gabrielebarnabei (at) yahoo.it

LC
Caro Gabriele,
parto dal fatto che la vendita del tuo impianto dovrebbe consentirti un incasso ben superiore ai 1000€ che pensavi. Sia il lettore CD che la coppia pre e finale, per quanto datati, sono di buon livello e credo che abbiano ancora una folta schiera di estimatori. Non mi è chiaro cosa tu intenda quando parli di diffusori amplificati wireless, immagino stia pensando a dei diffusori che possano ricevere il segnale via bluetooth. Questo purtroppo limita fortemente la lista dei possibili candidati. Esistono, comunque, delle buone possibilità che non ti faranno rimpiangere troppo le tue Elac Debut. Ad esempio valuta le Tangent Spectrum X5 BT, per circa 500€, vincitrici di una prova a confronto di diffusori simili su HiFi Choice. In alternativa valuta anche Advance Acoustic AIR 55, Triangle LN01A, Roth OLi POWA-5 MK II. Tieni conto che, avendo deciso per lo streamer Bluesound, potresti valutare diffusori dello stesso marchio, per una perfetta compatibilità. Nella fascia di prezzo da te individuata ci sono i Bluesound Pulse Flex 2i.
Vedi cosa ti riesce di reperire e ascoltare, per maggiore sicurezza.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Egregio Direttore, buongiorno a lei e grazie per i mille stimoli che, con costanza, ha irradiato nel mondo degli appassionati di ascolti musicali, in questi decenni. Era tempo che volevo scriverle.
Gli argomenti per farlo, ad un psico-acustico come me, non mancano di certo volendo, per malattia, migliorare sempre un impianto anche poco dopo aver apportato modifiche significative con risultati gradevoli. Nell'hi-my-why-fi si può - e si deve - sempre migliorare (ad ogni costo). Il suo articolo sul
downgrading ha fatto breccia in me e mi ha dato lo stimolo per fare due considerazioni. Come ogni crisi (sanitaria, economica, familiare...) accanto ad aspetti molto negativi, gravissimi, critici, vissuti e sotto gli occhi di tutti, compaiono germogli, piccole cose, ripensamenti, che possono rinnovare una visione del mondo, nelle persone me compreso, che da troppo tempo si sente tranquillo se, e solo se, il PIL cresce ogni anno, i cavalli motore dell'auto sono 20 più di ieri, il mio impianto ha, e avrà, molti più watts che pria.
In questi giorni in cui si ha la fortuna di dover/poter stare semplicemente a casa - mentre molti altri stanno sul fronte – ci si augura che, in questa nuova situazione casalinga precaria e transitoria, le cose funzionino bene tutte: la lavatrice, i tubi dell'acqua, il riscaldamento...lo stereo. I tecnici, gli idraulici, i falegnami, i giardinieri non possono intervenire ed è proprio ora che i nostri impianti plurivalvolari, push pull o single che siano, con alimentazioni dedicate e separate, possono esprimere la loro morbilità ad orologeria, quasi dicendo: “Non puoi ripararmi, mi rompo così capisci quanto sono importante per te!”.
E un canale del mio finale adorato mi ha salutato, venerdì, nel mezzo della pandemia, lasciandomi solo. Mono! Gli anni che ho, lo stato di emergenza globale, la riduzione dei capelli, mi portano, una volta tanto, a fare scelte essenziali, vedendo, tra l'altro, che in dispensa c'è qualcosa da poter usare in sostituzione. Ed ecco che, al posto di una catena che parte dalla presa elettrica e impiega 7/8 scatolotti costosi interconnessi da cavi da gioielliere, balza in mente l'idea assurda di ascoltare musica ripartendo dalle basi elementari, togliendo di mezzo una sessantina di chili di materiale vario, e ricostruendo una fonte, un ampli e due diffusori. Forse il Corona mi ha preso al cervello, primo caso in Italia.
L'integratino anni '70 inserito nella libreria, fra due colonne di libri e cd, per i suoi bordini in legno che richiamano il parquet, e fanno felice la Proprietaria di casa, viene estratto dallo scaffale, dopo anni di inutilizzo, e attaccato senza tanti preliminari, alla rete elettrica. Giusto il tempo necessario di staccare il biwiring e riprendere un cavo di potenza, solo di poco migliore del rosso-nero che il Pioneer SA 500A utilizza come uscita per i diffusori, dei Canton Ergo RCL e l'emozione di capire se funziona sale come nel caso del proprietario di un recente 3.0 V6 tedesco a 4 ruote motrici full optional, in panne, che rientra sulla sua Fulvia II serie, priva di tutti gli accessori, del 1971, proprio come il Pioneer.
Giro in senso orario il pomello di accensione del Pioneer - come la chiave nera della Fulvia 1,3s (quella bianca era per il bagagliaio) - si accende tutto e la musica inizia a fluire. Faccio riscaldare i vecchi componenti e il 4 cilindri si arrotonda, il piccolo stato solido suona (!).
Non aspettandosi armoniche da presenza in sala di Mose Allison, comincio a sorridere. Mi sto “accontentando” di sentire, di ascoltare, senza pregiudizio, senza valutazione del cavo, o dello spinotto, o della ciabatta che pesa quasi più dell'SA500A. Non riesco a dare una preferenza ai 12 watt o ai ricordi dei 30 o dei 100 che utilizzavo prima, come non posso dire che i 90 cavalli della Fulvia siano peggiori, o inferiori, dei 245 del V6.
Già meravigliato di vedere la lucina gialla accesa e avendo poche aspettative, i risultati appaiono eccelsi! I 12 watts di potenza massima esprimono la loro vita nelle frazioni di watt che ascolto ora, ti fanno muovere le casse, ti fanno ascoltare sereno, ti fanno girare per quelle strade, ora vuote, con la dignità di qualunque auto di lusso, senza aria condizionata, senza cambio automatico, senza trazione integrale: semplicemente andando da turista fra gli infiniti brani a cui possiamo accedere dallo smartphone al nostro music server e fra le infinite curve che il nostro territorio può regalarci.
L'essenza dell'ascolto non sta nel cavo pitonato e nei legnetti posti sotto i cavi di rame puro al 99,9 periodico, ma nella musica che fluisce onestamente dai nostri impianti e che riusciamo ad apprezzare per quello che è, accompagnandoci per molte ore al giorno, senza invadenza, come un amico discreto. Quando, alla fine di questa prova Nazionale, riuscirò a ripristinare il mio bellissimo finale, cercherò di non dimenticare l'insegnamento del suo fratello minore – solo per dimensione – e, probabilmente, (mi) sentirò meglio, perché le aspettative durante una guerra non sono di un pranzo a base di crostacei ma disporre di sane proteine che anche semplici cereali in scatola possono dare...ad averceli!
E sarò felice di sapere che l'SA500A del '71, potrà intervenire quando sarà necessario, perché i nostri impianti sanno sempre quando rompersi, e lui sarà lì, con i suoi bei bordini in legno. Guardandolo, mi chiedo: ma non saranno forse proprio questi bordini di legno che lo fanno suonare così bene?
Restiamo accanto ai nostri impianti, a casa.
Un saluto a tutti.
Catena corta utilizzata:

Claudio - E-mail: cc_64 (at) libero.it

LC
Caro Claudio,
grazie per il bel racconto di questa curiosa esperienza. Non sono sorpreso, tutt'altro. Nella nostra follia da upgrade compulsivo abbiamo creduto - pur di giustificare la spesa - di compiere passi avanti da gigante, ogni volta. E così non era. Erano passetti, talvolta pure indietro o di lato, ma raramente qualcosa di drammatico. E allora ben venga il downgrade, che ci riporta coi piedi per terra.
Tutto il processo è aiutato dal nostro maledetto cervello, che si abitua subito a ciò che sente, equalizzando automaticamente ciò che manca. E a chiudere il cerchio ci pensa la magia della musica, che ci fa emozionare anche quando esce da una radiolina a transistor.
Grazie per il feedback e buon ascolto!

Suggerimento musicale della settimana

Il direttore greco Teodor Currentzis ha appena inciso per la Sony Music, con la “sua” orchestra MusicAeterna, nientemeno che la “Quinta” di Beethoven, scatenando numerose reazioni diverse. Questo è il famoso Allegro con Brio, esplosivo. A noi piace molto!

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