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Linn senza Naim
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Elac Uni FI Ub52
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Consulenza amplificatore per Duevel Planets
Caro Direttore,
sono ormai trascorsi più di due anni da quando ti ho scritto per chiederti consiglio, e devo ringraziarti per le tue bellissime risposte, che ho riletto e che forse soltanto adesso ho pienamente apprezzato. All'epoca mi avevano un po' deluso: ero alla ricerca di un impianto che avesse qualità simili a quello che avevo avuto da ragazzo (Sondek / pre e finale Naim / Kan) e che cercavo vanamente di ricostruire con una fonte digitale, dato che non ho più i miei vecchi vinili; e tu mi hai detto, in sostanza e giustamente, di lasciar perdere i ricordi e di guardare avanti.
So che ti sforzi di trovare e di consigliare componenti che diano un buon risultato in rapporto al prezzo, anche perché, quando si tratta di componenti di qualità, al crescere della spesa corrispondono miglioramenti via via sempre meno consistenti, ma temo che con una spesa modesta certi risultati ancora non si ottengano. Ho cercato una fonte digitale attorno alla quale costruire, nel tempo, un impianto, e dopo averne provate varie ho avuto la fortuna di imbattermi in un Klimax DS/3 usato (pagato molto meno del suo prezzo da nuovo, ma comunque non poco). Lo ascolto con Qobuz (che offre una grandissima scelta di musica ad alta risoluzione e che personalmente ritengo abbia nel complesso un suono più naturale rispetto a Tidal). Ho cominciato con un amplificatore Nobsound (basato sul TPA3116 - grazie del consiglio! - in questo caso doppio [è una versione con due TPA3116 anziché con uno solo come quella che hai provato tu]) e delle vecchie Diamond III che avevo in soffitta, e già andava benissimo - nel senso di piacevolissimo, anche se la finestra aperta sul suono offerto dal lettore aveva dimensioni piuttosto contenute. Ora è associato a delle Linn Katan (comprate usate), biamplificate passive con due finali Linn AV5105 (anche questi comprati usati), in attesa delle schede attive dall'Inghilterra. Quando avrò a disposizione una stanza più ampia (trasloco previsto a fine anno), passerò a dei diffusori da pavimento, probabilmente delle Majik 140 attive. Ma ci vorrà tempo: so che mi serviranno, oltre alle appropriate schede attive, anche altri due finali.
Comunque, non rimpiango più il mio vecchio impianto. Certo, attualmente la stanza è piccola e poco adatta a esigenze “audiofile”. Il principale difetto, oltre alla mancanza della gamma più bassa, è che spesso a volumi sostenuti il suono tende a confondersi quando la musica si fa complessa (tanti strumenti e grande palcoscenico). Ma ora ci sono una nitidezza e una presenza che il mio vecchio impianto non ha mai posseduto. Spesso, registrazione permettendo, si ha veramente l'impressionante illusione di trovarsi di fronte all'esecutore che suona e canta la sua musica. Inoltre, i servizi in streaming permettono di accedere a un repertorio praticamente infinito, consentendo di ascoltare tanto per provare, e poi eventualmente anche di non ascoltare mai più, senza ritrovarsi fra i piedi un disco acquistato che non è piaciuto, o che si è dovuto comprare per ascoltare una o due tracce soltanto.
Come avrai capito, non ti scrivo per dubbi sul mio impianto principale ma, oltre che per raccontare la mia personale esperienza, per chiederti un consiglio su un impianto secondario.
All'esito delle mie ricerche, mi ritrovo con alcuni componenti che non è possibile (o che non ha senso) rivendere ma che potrei impiegare per un impianto secondario. Fra questi, un alimentatore lineare Astron da 13,8 volts e 20A. L'avevo acquistato per alimentare il Nobsound, che però non ha molto gradito, dando migliori risultati con alimentatori switching di voltaggio più alto. Ti chiedo se a tuo parere l'Astron può servire per alimentare un T-amp (quest'ultimo da comprare, ma costa poco) e, nel caso sia possibile, se ne valga la pena (non sarà comunque meglio il Nobsound?). Inoltre, esistono delle casse economiche (diciamo intorno ai 200 euro) che abbiano adeguata efficienza e che suonino bene? Le Diamond III suppongo non vadano bene, o mi sbaglio?
Grazie e complimenti per la tua passione, competenza e pazienza.
Raffaele - E-mail: raffaelemorello (at) gmail.com
Caro Raffaele,
grazie per la preziosa testimonianza. Sono perfettamente conscio (e fiero di ciò) che spesso non rispondo quel che gli appassionati vorrebbero sentirsi dire, ma non sono mai stato uno yes-man che, pur di far contenti tutti, asseconda idee - a mio parere - errate. Sono felice che a distanza di anni, forse, tu abbia compreso bene il senso di quella mia risposta all'epoca giudicata “deludente”. Per quanto riguarda il secondo impianto, non ho dubbi che il Nobsound gradisca voltaggi più alti, con 13 volt riesce a fare ben poco. Io mi atterrei a quanto scritto nella recensione. Eviterei comunque il T-Amp, pochi watt, richiede diffusori sensibili e il Nobsound, per certi versi, suona persino meglio.
Quindi terrei il Nobsound, alimentato come si deve, collegato alle Diamond o altro diffusore che vorrai provare. Coi 9 watt del T-Amp ti servirebbero diffusori da almeno 90 dB di sensibilità, non vale la pena, se hai già ampli e diffusori che si sposano bene tra loro. L'alimentatore lineare da 13.8 volt mettilo in vendita, a qualcun altro potrà servire.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Caro Antonello,
sono passati venti anni, incredibile. E noi ancora qua a far crescere figli e riviste HiFi :-)
Mi fa piacere che il regalo dei 18 anni per tuo figlio sia un impianto HiFi, ormai mia figlia ascolta solo in cuffia, pur avendo un piccolo impiantino assolutamente dignitoso, che ha utilizzato sino a qualche anno fa.
Sono d'accordo per l'accoppiata Cambridge più economica per tuo figlio, visto che non gli serve il vinile, mentre per i diffusori io farei di tutto per poter ascoltare sia le Elac che le KEF presenti nel tuo elenco. Se non gli piace il rock (figlio degenere!) eviterei Klipsch e cose simili.
Per te, invece, benissimo il Cambridge dotato di phono, ma anche il NAD che hai citato, cui affiancare un giradischi decente, magari già dotato di stadio phono (ProJect). Il tuo giradischi Sony non è niente di memorabile, tranquillo, puoi ripararlo e metterlo in vendita. Dovresti riuscire a ricavarci una cifra tra i 50 e i 100 euro, se funzionante, dotato di testina.
Questi due cambiamenti dovrebbero farti fare un salto di qualità notevolissimo. Le vecchie Wharfedale Diamond 8.2 credo gradiranno molto.
Infine, il tuo vecchio ampli Sony: anziché ricapparlo (costa!) e darlo a tua figlia, perché non lo vendi così com'è e col ricavato acquisti un Nobsound F900S per lei? Almeno ci potrà collegare al volo il telefono, senza usare fili, e pure il PC. Non solo, è più carino, più facile da usare e suona pure meglio del tuo Sony.
Spero di esserti stato utile, tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu
Caro Lucio,
nelle ultime occasioni in cui ti ho scritto, l'argomento riguardava le Elac Debut B5.2 (ma non solo), casse delle quali non posso che parlare bene, e di cui sono venuto a conoscenza dopo aver letto la tua recensione delle a href="../casse/elac_debut5.html" target="top">Debut B5.1.
Fino a quel momento il marchio Elac mi era praticamente del tutto sconosciuto. Avendo nel mio impianto un amplificatore di fascia di prezzo superiore rispetto alle Debut, un Denon Pma1600ne, ho ritenuto opportuno cercare di salire di livello per quanto riguarda i diffusori, e dopo aver valutato varie possibilità tra cui Wharfedale Evo 4.1 e Kef Q350, ho finito per ritornare in casa Elac. Inizialmente avevo preso in considerazione anche le Debut Reference, da te recensite con risultati molto positivi, ma poi da me escluse per le dimensioni del woofer, che mi creavano un po' di preoccupazione. La mia stanza di ascolto è molto piccola, al punto che già con le Debut B5.2 ero costretto ad usare un processore Behringer, come equalizzatore digitale, e di conseguenza il woofer da 6,5 pollici poteva essere un problema. Così sono arrivato alle Elac Uni FI UB52, diffusori molto simili come estetica alle precedenti Debut (con 4 centimetri circa di profondità in più) ma dotati di tre vie, con medio e tweeter concentrici. Il woofer è, come nelle precedenti casse, da 5 pollici, dotato di membrana rivestita in alluminio, così come il midrange. Ora non credo di essere in grado di fare una vera e propria recensione, credo però che questi diffusori possano essere paragonati ai Debut Reference (la fascia di prezzo è simile, 660 euro di listino) che però non ho avuto modo di sentire.
Benché la risposta in frequenza dichiarata sia la stessa delle Debut B5.2, ho la sensazione che questo woofer scenda leggermente più in basso come estensione, mentre come impatto, nonostante lo stesso diametro, c'è un deciso passo in avanti molto ben percepibile. La gamma bassa, che per fortuna non mi crea i problemi di cui ti dicevo, è molto ben articolata, più agile e più a fuoco (spero di essere chiaro). La presenza di una terza via che si occupa delle medie frequenze è evidente, essendo quest'ultime molto limpide e chiare, pur non essendo fastidiose. Il tweeter è al tempo stesso preciso e dolce, con una buona resa, ad esempio, sulle sibilanti. Nell'insieme quindi un buon diffusore, di cui stranamente si parla poco nel web. Volevo solo parlarti di questo, e scusa se mi sono improvvisato recensore. Un saluto a te e grazie dell'ascolto.
Giancarlo - E-mail: frondutog (at) gmail.com
Caro Giancarlo,
grazie per questo tuo feedback sulle piccole Elac UniFi, appena ho un po' più di tempo le metto nel mirino e le recensisco. Continuo però a non capire due cose: la prima è la politica di Elac, che commercializza diversi diffusori tutti molto vicini come fascia di prezzo. Magari il tutto ha un senso, nelle loro intenzioni, ma posso garantire che crea molta confusione nell'acquirente, così come reputo molto pericoloso tenere in catalogo le REF 6.2 così vicine alle 6.2 lisce. A confronto, queste ultime spariscono e la differenza di prezzo è così piccola da essere trascurabile. La seconda cosa che non capisco è perché diversi audiofili (te compreso) continuino a pensare che per avere una buona gamma media serva un midrange, quando la storia ha dimostrato che spesso le gamme medie migliori sono appartenute a diffusori a due vie. Tre vie sono una soluzione complessa da realizzare bene, troppi incroci e un crossover troppo complicato, in generale. Così come non capisco come mai tanti audiofili si sentono presi in giro davanti a un diffusore senza crossover, ma con un semplice taglio 6dB/ottava sul tweeter (un condensatore e basta), col woofer libero e, di conseguenza, a filtraggio solo meccanico. Non hanno capito che più si complica il crossover e più si perde in pulizia, sensibilità e trasparenza. Se il progettista è bravo, sa gestire bene l'incrocio tra woofer senza filtro e tweeter. Certo, se il diffusore è grande e impegnativo, è chiaro che più vie diventano quasi obbligatorie ma in progetti piccoli la soluzione due vie è spesso vincente. Il motivo di questa scuola di pensiero che immagina le tre vie come la soluzione ideale ha radici antiche, quando i diffusori buoni avevano tre e più vie. Decenni fa questa soluzione era necessaria perché i materiali e gli altoparlanti non riuscivano a coprire una porzione estesa di gamma di frequenze. Mai si sarebbe potuto consentire a un woofer di buone dimensioni di provare a fare anche da midrange, semplicemente la risposta in frequenza dell'altoparlante non lo consentiva. Le leggende, però, vedo che son dure a morire.
Così, ho letto di molti scandalizzati perché le Lonpoo LP42 non abbiano un vero crossover, ma solo un condensatore sul tweeter. A questi rispondo facendo osservare che uno dei migliori bookshelf della storia, le Diapason Adamantes, sono fatte esattamente allo stesso modo. E non certo per risparmiare, visto che costano quasi 6000 euro la coppia e montano altoparlanti top. La dicitura direct drive dichiarata da Diapason per i suoi diffusori (non solo le Adamantes!) altro non è che un woofer libero di funzionare senza crossover, col solo filtraggio meccanico (ovvero: fin dove arriva, arriva). E potrei citare tanti altri celebri esempi. Persino AR realizzava diffusori con woofer libero da filtraggio elettrico. Sono sicuro che i saputelli laureati sul web, pur di parlar male delle innocenti Lonpoo (colpevoli solo di costare pochissimo e suonare dannatamente bene) si guarderebbero bene dallo sputare veleno su dei monumenti come le Adamantes o simili. Il solo prezzo del diffusore metterebbe a tacere i loro due neuroni sconnessi. Ma quanta tristezza mi mette l'ignoranza?
Perdona la digressione e grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
Gentile Lucio,
grandi te ed il tuo sito. Rimanete così!! Resistete all'inutile Web 2.0 - 3.0!
Sono passati 5 anni dall'ultima consulenza...ma sembra ieri: doveroso prima ringraziarti, anche per spiegarti il mio “percorso” e cosa vorrei cambiare.
Da 3 anni ormai posseggo le Duevel Planets (che ho scoperto sul tuo sito) e non le cambierei per niente al mondo! Qui (Vol. 785) ti chiedevo lumi per il mio impianto primordiale fatto con Cambridge Audio SX30 e Dayton 100a. Beh le cose sono un pochino evolute ed adesso (complice la “Wife” a cui piace tanta buona Musica: le Planets me le ha regalate lei!!) l'impianto è così composto:
L'impianto è altamente godibile e sta praticamente acceso sempre. MA... ogni tanto collego il Dayton: c'è qualcosa di magico che non ritrovo con il Cambridge. Quel piccoletto ha una presenza che non trovo con il Topaz.. semplicemente non c'è storia. Purtroppo il Dayton è scomodo: non ha l'ingresso phono, ingresso singolo, non ha il telecomando (problema minore).
La mia domanda è proprio questa, avendo a disposizione un budget di circa 1000-1500€ cosa potrei prendere come amplificatore per ottenere un miglioramento netto che magari si avvicina ad una Classe D? Magari con qualche ingresso in più ed un DAC integrato (così da togliere il Raspberry??).
La stanza è di circa 12 mq (3x4 mt), con tappeti e parquet. L'impianto si trova sul lato lungo.
Fra le varie opzioni avrei anche la possibilità di prendere, da persona ultrafidata, un Luxman Eq 100 usato (praticamente NOS) a quella cifra. Il luxman non ha il dac ma mi dicono sia spettacolare (e mi tentano le valvole).. anche se la bassa sensibilità delle Planets potrebbe essere un problema con il basso output del Luxman.
Potrebbe essere un buon upgrade oppure vado di classe D!? Avrei anche pensato anche ad un Cocktail Audio x35 sui 1500€ che farebbe tutto quello che chiedo.. ma ho paura di spendere inutilmente e non ritrovare quella magia del piccolo Dayton.
Ascolto prevalentemente classica e pop, inframezzate da estese sessioni Jazz. Mi piace molto il dettaglio sulle registrazioni di musica classica, però quando mettiamo un po' di Rock insomma gradirei (con la consorte) continuare a sentire i bassi che le piccole Planets tirano fuori facilmente.
A presto e grazie sempre per quanto fai!
HO VISTO DEGLI AUDIOFILI FELICI (DAL VIVO)
P.S. Ultimamente ho conosciuto un grande appassionato di Musica ed a casa sua ho avuto il piacere di sentire una paio di torri ESTELON (modello XA)... forse è il primo impianto di un certo livello che sento, con doppio finale Audio Research VT200 e tutta una catena pazzesca che non saprei neppure descriverti!! Che emozione!!!
Ugo - E-mail: compax (at) gmail.com
LC
Caro Ugo,
sono felice di sapere che il consiglio sulle Planets ti abbia soddisfatto così tanto. Sono, in effetti, dei diffusori estremamente piacevoli da ascoltare per ore e ore. Non mi stupisce che il piccolo e brutto Dayton le suoni di santa ragione al Cambridge AM10, quei chip Tripath hanno qualcosa di magico. Comunque, non devi disperare, perché col budget che hai fissato puoi tranquillamente fare un passo avanti sia lato amplificazione che decodifica D/A.
Un qualunque integrato NuPrime fa esattamente quel che cerchi: tanta trasparenza da Classe D, tantissima dinamica, un buon DAC interno, il tutto in un pacchetto di ridotte dimensioni, carino e facile da usare. Di sicuro non ti farà mancare i bassi, anzi credo proprio che sentirai basse frequenze a te sconosciute sino ad ora. Un IDA8 ti costerebbe circa 1000 euro, nel nuovo. Qualora desiderassi anche la funzione di streamer, c'è il modello più potente A300 per circa 1500€. L'IDA8 forse lo trovi anche usato, recente. Naturalmente dovrai mettere in conto l'acquisto di un pre fono per il tuo giradischi. In questo modo comunque risparmieresti non poco sul budget prefissato, così da poter fare un bel regalo a tua moglie, visto che se lo merita!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Giacomo,
i tuoi diffusori sono abbastanza particolari e non facili da reperire, credo che possano avere una piccolissima nicchia di estimatori. Ti dico questo perché in realtà il passo da compiere sarebbe proprio quello di sostituire i diffusori, ma non perché non siamo buoni, ma perché in un impianto così composto (tutto sommato equilibrato) il cambiamento più sensibile lo avresti con un upgrade in questa direzione. La stanza è grande ma la posizione vicino alla parete limita un po' le possibilità di manovra. Diffusori che non disdegnano la vicinanza della parete posteriore, anzi la richiedono il più vicina possibile, sono i Larsen. Potresti valutare sia le piccole 4.2 che le più costose 6.2 che sforano un po' il tuo budget. Alternative possibili le trovi nel catalogo Rega, ad esempio RX3 o RX5. Ti consiglio diffusori da pavimento perché la stanza è grande e l'ascolto di rock richiede pressioni sonore normalmente elevate. Vedi se ti riesce di ascoltare qualcosa tra i candidati che ti ho indicato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Jacopo,
approfitto di questa tua per una preghiera rivolta a tutti: rileggete quel che scrivete prima di premere INVIO. Ho dovuto metter mano pesantemente a questa tua richiesta, non c'era un segno di punteggiatura che fosse uno. Niente punti, niente virgole, niente maiuscole. È una questione di rispetto per chi ci legge sforzarci di scrivere in un italiano che rispetti almeno le regole di base di chi ha la licenza elementare.
Ciò premesso, veniamo a cosa si può fare con le tue richieste compatibilmente con il budget a disposizione. Quando scrivi Vorrei che fosse buono meccanico con puntina della casa io...ehm...traduco che vorresti un giradischi manuale, con una testina della stessa azienda che produce il giradischi. E già qui casca l'asino, perché a parte rarissimi casi, chi produce testine non produce giradischi, a parte Rega, Clearaudio e pochi altri. Visto il budget, credo che Rega sia l'unica alternativa. Un Planar 2 con testina Carbon andrà benissimo (550 euro). In alternativa un Planar 1, più economico.
Per il sintoampli con connettività, come lo chiami tu, andrà benissimo uno Yamaha R-N303D (circa 400 euro) o un Cambridge AXR100 (500 euro) che non ha le funzioni di streamer ma ha l'ingresso fono per il giradischi. Il lettore CD potrà essere un modello base di Yamaha o di Cambridge, a seconda del sintoamplificatore che deciderai di acquistare (facciamo altri 250/350 euro). Il resto del budget lo dedicherei ai diffusori. Questi dovranno essere da pavimento, vista la cubatura dell'ambiente. Sono tante le alternative possibili, ne cito solo alcune: KEF Q550, Jm-Lab Chora 816, Sonus Faber Principia 7, Wharfedale Diamond 11.5, Elac Debut F 6.2, Indiana Line Diva 665...e tante, tanti altre. Molto dipende da quel che riuscirai ad ascoltare e valutare con le tue orecchie.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu
Ultima e poi... mi taccio per sempre!
Buonasera direttore, ho incassato bene il suo cazziatone pubblicato nell'ultima serie delle lettere alla redazione. Probabilmente sono stato pedante e per questo mi scuso con lei e con gli utenti del sito.
La sua critica al mio atteggiamento ansioso ed ansiogeno è stato davvero utile e rivelatore, meglio di una seduta di psicoanalisi direi.
Entrando nel merito della questione devo ammettere che lei ha perfettamente ragione: la qualità audio a volumi elevati che lamentavo non è da ricondurre a limiti del mio amplificatore ma alla qualità fin troppo spesso, almeno 8 dischi su 10, scadente. A riprova di questo mi è bastato ascoltare, ad esempio, "Communiquè" dei Dire Straits, registrato in maniera impeccabile e che mi permette di ascoltare a volumi indecenti con grande soddisfazione e appagamento.
Ovviamente non pretendo che questa mia lettera venga pubblicata, ho già "fatto abbastanza".
Volevo solo scusarmi e ringraziarla.
Con sincera gratitudine la saluto cordialmente continuando a seguire con attenzione e interesse i suoi preziosi consigli e riflessioni.
Marco - E-mail: mardarrigo (at) libero.it
LC
Caro Marco,
ti ringrazio per questa precisazione che conferma i miei timori e cioè che tu fossi un po' schiavo di letture fuorvianti e di un'ansia da prestazione (dell'impianto, eh) che è la peggiore nemica del piacere d'ascolto. Non ricordo più quante volte abbia ripetuto che ci sono due colli di bottiglia strettissimi, che limitano le prestazioni di qualunque impianto HiFi, e sono posizionati in ingresso e in uscita dalla nostre elettroniche: la qualità dei dischi, spesso indecente, e l'acustica dell'ambiente d'ascolto e/o l'installazione dell'impianto all'interno di esso. Questi due parametri, da soli, influenzano per un buon 90% le prestazioni di qualunque impianto HiFi. Dobbiamo farcene una ragione. Lo so che è più facile sperare nel miracolo, ovvero che spendendo altri soldi e acquistando componenti superlativi, tutti i dischi magicamente suoneranno benissimo all'interno di un ambiente dove è fastidiosa da ascoltare persino la TV. Io non credevo alle favole neppure da piccolo, figuriamoci da grande, ma ammiro incantato l'ingenuità di tanti adulti che continuano a immaginare e sperare che l'impossibile accada. Li ammiro e li ringrazio, perché i loro sogni (e soldi) tengono in piedi il baraccone del mercato HiFi dove ormai si è perso qualunque contatto con la realtà.
Grazie per il feedback, e stai sereno!
Lucio Cadeddu
LC
Caro Virgilio,
dovresti essere felice nell'ascoltare la musica e non l'impianto!!! Altrimenti poi si finisce come quelli che ogni volta che ascoltano l'impianto sono colti da insoddisfazione e fastidio, perché si concentrano sui difetti e solo su quelli. Se tu non senti differenze tra un apparecchio e un altro, pazienza! Magari il tuo orecchio non è abbastanza selettivo o il tuo cervello non riesce a scindere i suoni dalle note il che, peraltro, non è mica un difetto! Non potrai mai fare il recensore HiFi, ma per il resto vivi tranquillo! Difficile che un sito o un libro possano spiegarti come ascoltare. Servirebbe qualcuno che si sieda fianco a te e ti faccia notare le differenze. Queste, tra l'altro, sono tantissime: si va dalle variazioni di timbro e di dinamica, alla ricostruzione dell'immagine tridimensionale, al senso del tempo musicale e così via. L'ascolto della musica dal vivo non amplificata un po' aiuta a sistemare i paletti giusti, i riferimenti. Se non sai come uno strumento suona veramente, come fai a capire se quella riproduzione è corretta?
Così, ad esempio, si sono alimentati falsi miti, tutti audiofili, sui violini che devono essere setosi (a volte lo sono, ma altre volte proprio no), sulla riproduzione che deve essere sempre calda, morbida e mai aggressiva (mai sentita una batteria suonare dal vivo, senza amplificazione? O una tromba, un sax? O una soprano?) o sui bassi che devono essere sempre tesi e controllati (mai sentito un pedale d'organo che squassa le pareti di una chiesa e il vostro pacco intestinale?) e così via con il consueto campionario di stupidaggini audiophile. Mi spiace, non ho una ricetta pronta, credo che talvolta si nasca con una certa sensibilità, e basta. La si può allenare, certo, ma a che pro? Vedi, l'esigenza di cambiare componenti deve nascere da una insoddisfazione all'ascolto. C'è qualche limite in ciò che ascoltiamo? Abbiamo sentito un altro impianto e vorremmo che il nostro suonasse così? Vorremmo più bassi, più dinamica o, invece, un suono più aggraziato? Ecco, queste sono alcune delle domande che dovrebbero sorgere, per motivare un upgrade. Altrimenti resta così, che vai benissimo :-D Tanti audiofili pagherebbero per potersi solo sedere davanti all'impianto e godersi la musica.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Aumento potenza di un amplificatore
Buonasera, sono un profano, mi esprimo come posso e mi scuso in anticipo per questo; qualche anno fa acquistai addirittura due mini-ampli SCYTHE SDA-1100 (e relative coppie di casse “KRO CRAFT”), ovviamente dopo aver letto le vostre recensioni);
ci insonorizzo una stanza di fortuna, la qualità è ottima come da vostra prova, anche se la potenza mi è sempre sembrata non più di tanto (d'altronde questo riferiva chiaramente il vostro articolo).
Qualche mese fa un amico (che aveva scelto lo stesso abbinamento ampli/casse per una sala molto grande), ha acquistato un pre FOSI TUBE-P1 per rinforzare il suono dello SCYTHE; me l'ha fatto ascoltare ed effettivamente in termini di potenza cambia tutto (in meglio).
Ho valutato l'acquisto (poche decine di €), ma a parte le valvole, che per un aggeggio così piccolo sono una complicazione che non voglio, il fatto che abbia la manopola del volume (che raddoppia quella dello SCYTHE) vanifica la semplicità di impiego di tutto l'allestimento.
Vengo alla domanda: esiste uno scatolino (immagino un “pre” con presa aux) senza manopole di volume o toni, che possa potenziare il suono e il volume dello SCYTHE e conservi più o meno le stesse dimensioni e costi?
Ho trovato questi ma da solo non sono in grado di capire se vadano bene (il terzo ha la manopola del volume, ma data l'essenzialità del design ci potrei passare sopra):
https://w.rolls.com/product/VP29
https://musichallaudio.com/product/music-hall-mini/
https://www.mydeal.com.au/pro1387-pro2-riaa-phono-preamp-with-aux-preamp-with-aux-input-693846
Un'altra domanda rozza, da parte di un profano che più di tante informazioni non è in grado di offrire: ho ereditato due coppie di diffusori, mai tirate fuori dagli scatoloni, ancora intonse, mai usate:
LC
Caro Bruno,
se esistessero apparecchi in grado di far aumentare la potenza di un amplificatore, non esisterebbero amplificatori di potenze diverse, non ti pare?
Quel che hai sentito tu, collegando un pre a monte del tuo integrato Scythe, è un inganno: semplicemente, aumentando il livello del segnale in ingresso, la potenza dello Scythe viene erogata prima, cioè quando la manopola del volume è meno ruotata verso destra rispetto a prima. La sua potenza d'uscita non può cambiare, perché è data esclusivamente dal chip interno che la produce. Per ottenere lo stesso volume che hai sentito col pre collegato devi semplicemente ruotare la manopola del volume verso destra. Fermati quando senti distorsione. Quindi no, proposta inutile, e pertanto bocciata. Ti serve solo un amplificatore più potente e viste le due casse Opera e Mission (entrambe molto buone) potresti tranquillamente pianificare l'acquisto di un integrato NAD o Rotel recente, che sia già dotato di tutta la connettività che ti serve. Stabilisci un budget e guarda quali modelli offrono ciò che desideri. Sono acquisti praticamente sicuri. Quasi tutti ormai hanno almeno l'ingresso bluetooth e un DAC interno, guarda le caratteristiche, stabilisci quanti soldi puoi spenderci e decidi.
Ti dico solo che già modelli da 500/600 euro offrono quel che cerchi e potrebbero pilotare egregiamente i due diffusori indicati.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Caro Lucio,
ci tenevo a ringraziarti per il suggerimento dell'M5si che sto ascoltando da una settimana.
Le prime impressioni sono sicuramente positive. Anche se non mi considero in grado di cogliere quelle sfumature che leggo nelle recensioni, la sensazione è di una maggiore definizione degli strumenti e profondità della scena musicale. Inoltre il suono mi sembra più dettagliato e corposo di prima e rimane tale anche abbassando il volume, laddove il Rotel Ra-12 mi dava invece la sensazione di sparire un po'.
Non so esattamente quanti watt stia usando ma faccio fatica ad andare oltre ore 9 con la manopola del volume perché la pressione sonora è soddisfacente.
A presto!
Domenico - E-mail: domenico279 (at) yahoo.it
LC
Caro Domenico,
sono felice tu sia soddisfatto e che il consiglio sia andato a buon fine! Che ti importa dei watt che utilizzi? Realisticamente sono gli stessi di prima, cioè pochini pochini, vista l'altissima sensibilità delle tue Cornwall! Semplicemente, la qualità dell'amplificatore è più elevata rispetto al Rotel RA-12 che usavi prima e pertanto tutto diventa più godibile, anche a basso volume.
Buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Ci lascia anche Milva, una delle più grandi interpreti della musica italiana di classe. Difficile scegliere un brano nel suo vastissimo e variegato repertorio, ma questa sua versione de La Via Lattea di Franco Battiato è memorabile.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
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