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LC
Caro Vito,
sei uno dei primi che ha acquistato questi finali e uno dei tanti che ne parla bene. La lista - come vedrete nelle prossime settimane - è lunga. Cominciano ad arrivare feedback molto positivi anche da oltreoceano. Grazie per la fiducia! Certamente puoi ancora pensare alle Elac DBR 6.2, sono ottimi diffusori che brilleranno ancor di più con questa amplificazione trasparente e sostanziosa. Mi spiace per il tuo ampli Cyrus Two, magari merita una seconda vita, forse il danno non è irreparabile. Si tratta di un buon integrato che ha ancora una parte di estimatori, nostalgici del suono British di qualche decennio fa. Prova a valutare una sua riparazione, sono sicuro che qualche appassionato disposto a pagarlo bene lo troverai. Mi dirai che allo stesso prezzo si acquista oggi il tuo ZeroZone, che suona molto meglio. Lo so, ma al cuore non si comanda e tanti audiofili ancora guardano con sospetto a questa generazioni di amplificatori super-potenti ma anche super-leggeri.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Suggerimento 1
Gent.mo Lucio, ti segnalo un astro nascente. Almeno così mi sembra. Come ti ho detto nella mail precedente sono alla ricerca di una DAC che sostituisca il w4s ormai passato di mano. Leggendo le prove di Amirm, sempre indicative, mi sono imbattuto nella Octo research che produce un DAC professionale ed uno per uso casalingo. Chiedendo direttamente delucidazioni sono venuto a conoscenza che sono subissati di ordini clienti. Vedrei bene una prova di TNT su questo DAC/streamer che al banco di prova esibisce misure da primato ad un costo che da audiofilo definirei interessante. In una chat qualcuno l'ha confrontato con Un DAC Auralic dal costo ben più elevato ed ha scelto il DAC Octo research.
Viva TNT-Audio,
Giacomo - E-mail: gtrottog (at) gmail.com
LC
Caro Giacomo,
TNT-Audio mi piace anche per questo: sono gli stessi lettori a sperimentare e a condividere le loro esperienze d'ascolto e a suggerirci cosa provare. Riceviamo tante segnalazioni, accontentare tutti non è facile. Diciamo che è fattibile fintanto che si tratta di oggetti dal costo simbolico, possiamo acquistarli direttamente e recensirli, col limite che non ci possiamo riempire gli scaffali di scatolotti :-) ancorché simpatici e ben suonanti. Per oggetti di costo non simbolico tutto è vincolato alla disponibilità di test sample delle case costruttrici, non sempre felici di spedire un prodotto in prova a una rivista con la quale non intrattengono legami commerciali. Che ti devo dire? Ci proveremo ma non garantisco!
Grazie per la segnalazione,
Lucio Cadeddu
Suggerimento 2
Ciao direttore,
volevo suggerirti di fare se possibile una recensione di questi speaker. Sono professionali e la ditta si sta muovendo da tempo nel settore pro-fi/professional fidelity (prosumer con altra terminologia). Sono interessanti perché costano poco visto che sono attivi, hanno a bordo il dsp, vengono venduti anche bianchi e c'è un importatore
a sassari, la 3m music.
Da 6 anni ho i 310 a, modello maggiore, acquistati da Merula, in Piemonte, che trovo eccezionali e che hanno posto fine alla sfiancante
ricerca del giusto match tra speaker e amplificatori, che mi aveva ossessionato per anni. Hanno chiuso la mia carriera di audiofilo, da allora
vivo infinitamente più sereno.
P.S. da poco hanno introdotto queste cuffie: https://en-de.neumann.com/ndh-20. Diffusori, cavi di segnale/potenza e ampli cuffie del mio impianto sono professionali. Trovo che abbiano un rapporto q/p/performance fantastico, non tornerò più indietro al mondo hi-fi.
Grazie e buona estate,
Francesco - E-mail: francesco.fabiano (at) libero.it
LC
Caro Francesco,
grazie anche a te per la segnalazione. Già da qualche anno abbiamo cominciato a sondare il mercato prosumer (vedi M-Audio, Behringer etc.) con esiti molto positivi. I diffusori attivi, specie delle ultime generazioni - grazie anche al DSP - hanno fatto passi avanti enormi e con cifre modeste si riesce a portare a casa componenti molto ben suonanti. Non so se questo settore rimpiazzerà l'HiFi tradizionale, ne dubito, ma di sicuro è buona cosa tenerlo d'occhio. I prezzi, ovviamente, essendo prodotti rivolti a professionisti, non arrivano alle cifre folli cui siamo abituati noi nel settore high-end, ormai privi di qualunque logica tecnica e musicale. L'high end sta diventando un po' come il mercato delle hyper-car. Passate di moda le supercar, ora si punta direttamente ai pezzi unici o quasi, da diversi milioni di euro. Non è diverso da ciò che sta accadendo ai piani alti del mercato HiFi. Componenti esclusivi per pochissimi eletti. E mentre una hyper-car ha spesso prestazioni inarrivabili (ma inutili, come quelle che arrivano o superano i 400 km/h) in HiFi spesso tali prestazioni sono raggiungibilissime con prodotti dal costo decisamente più abbordabile.
Questa spinta verso l'alto non ha fatto altro che far sparire la classe media. Oggi o si spende pochissimo o si spende moltissimo. Triste ma è così.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Matteo,
sono felice che le Debut Reference ti siano piaciute, più delle Debut normali. In effetti c'è una grande differenza tra le due. Il problema dei bassi, che nel mio ambiente non si è presentato affatto, pur non essendo avaro di basse frequenze (anzi), a mio parere non è legato all'amplificatore, purtroppo. E neppure ai diffusori. È qualche risonanza dell'ambiente a guastare la festa. Pertanto: o tratti l'acustica dell'ambiente, o trovi una posizione migliore per i diffusori oppure prendi due pezzi di gommapiuma e tappi gli sbocchi del reflex. Qualcosa dovrebbe cambiare, e in meglio. Il basso si asciugherà non poco, riprendendo un po' di controllo. Questa operazione non è assolutamente necessaria in un ambiente adeguato, ma diventa obbligatoria in caso di sala molto rimbombante o posizionamento dei diffusori molto vicino alle pareti, agli angoli o al pavimento. Le DBR 62 vanno ascoltate su stand adeguati, lontane da tutte le pareti.
Nella peggiore delle ipotesi o acquisti un amplificatore coi controlli di tono (e ci sono nuovamente!) oppure inserisci una correzione digitale nell'impianto, come il DSpeaker, che riallinea magicamente l'emissione in gamma bassa. Funziona davvero.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Rotel RA 970BX VS Audio Analogue Puccini SE remote
Gentile direttore, scrivo questa mia a seguito di un serrato confronto tra i due ampli sopra citati. Non so se si ricorda ma avevamo già avuto uno scambio di opinioni proprio in merito ad un eventuale upgrade dell'ampli, e fu lei a consigliarmi il Puccini tra quelli da me proposti.
E fu sempre lei a chiedermi un feedback a seguito del confronto. Ma entriamo nel merito: Rotel RA 970 BX anno di uscita 1994, prezzo 480 dollari. Potenza 60 watt su 8 ohm, 90 su 4 ohm con alimentatore toroidale da 300 VA. No telecomando, no pre phono.
Audio Analogue Puccin SE remote: anno di uscita 2001, prezzo 1100 euro. Potenza 55 watt su 8 ohm, 85 su 4 ohm con due alimentatori toroidali da 200 VA l'uno. Si telecomando, si ingresso pre phono.
Gli altri componenti sono: diffusori Chario Delphinus (90 dB su 4 ohm) e lettore CD Rotel RCD 1070.
Ho ascoltato il Rotel per più di 10 anni e conosco a memoria la riproduzione dei brani da me più amati. E così appena ho montato il Puccini ho cominciato a mettere su i dischi che più mi piacciono. E mentre ascoltavo la musica mi sono andato a rileggere la sua recensione del Puccini e quella di Pozzoli sul Rotel RA 972 e più alternavo i brani e più gli aggettivi utilizzati nei due articoli acquistavano un significato preciso, definitivo.
Partiamo dal Puccini: ha un carattere più morbido, più armonioso e sicuramente più dettagliato sulla gamma medio alta. Pertanto le voci degli artisti sono migliori rispetto a quelle del Rotel, soprattutto quelle femminili che a volte possono risultare un po' dure e metalliche con quest'ultimo. Ho notato anche che (le voci) sono più presenti rispetto al resto della scena musicale. In realtà mi è sembrato che generalmente la gamma alta fosse più presente rispetto ai bassi in confronto al Rotel. Quando ho ascoltato “Let Down” dei Radiohead ad esempio, la voce di Thom Yorke era in primissimo piano, calda, dolce, pulita. Anche la stereofonia era migliorata, più ricca e più armoniosa.
Ed infine la potenza. Tra il Rotel ed il Puccini ci sarebbero solo 5 watt di differenza a vantaggio del primo, ma l'ampli di fabbricazione toscana ha 100 VA in più rispetto al giapponese. Eppure il Rotel suona più forte e meglio anche ad alto volume. Con il brano “Assassin” dei Muse (album Black holes and revelation) il Rotel è veloce, dinamico e potente. Più alzo il volume e più mi sembra di assistere ad un “live”. Nessun segno di cedimento, nessuna sofferenza per il “vecchietto”. Con il Puccini invece alzando il volume mi è sembrato di perdere il dettaglio a la raffinatezza percepiti a volume “normale”.
Conclusioni: a questo punto non mi restano che due alternative (e qui chiedo il suo parere): partendo dal presupposto che la timbrica del Puccini mi piace, vendere Rotel e Puccini ed acquistare un ampli che abbia le caratteristiche di entrambi (se esiste) (budget 1000 € sempre nell'usato); oppure tenermi il Rotel, vendere il Puccini e le Chario ed acquistare i diffusori a torre che mi aveva consigliato, magari con una timbrica ancora più morbida rispetto alle Delphinus.
O ancora, modificare il mio setup (cavi? posizione dei diffusori? Lettore cd?), se questo può aver inciso sulle caratteristiche del Puccini.
Mi scuso per la lunga missiva ma non potevo fare diversamente.
Grazie per i consigli che mi ha dato e che vorrà ancora darmi.
Saluti,
Nicola - E-mail: nikpas (at) alice.it
LC
Caro Nicola,
la tua recensione non mi sorprende, non è un caso che tra i miei consigli NAD e Rotel compaiano così spesso. Qual è la soluzione? Io cercherei un Rotel o un NAD (generalmente più morbidi) di recente produzione. Dovresti avere sia la dinamica, la ritmica e l'impatto del Rotel attuale, unite a una maggior raffinatezza generale. Che cosa abbiamo imparato da queste note? Un po' quello che ripeto da sempre: che i numeri, i trasformatori, le finiture, l'aura audiophile, l'alluminio tornito e lavorato e il costo non sempre hanno un impatto sulle prestazioni sonore. Talvolta neppure il costo e l'anno di produzione fanno la differenza. La mia prova del vintage NAD 3140, nonostante tutti gli anni sulle spalle, ne è la dimostrazione. Il tuo Rotel del 1994 non si lascia intimorire da un amplificatore, sulla carta migliore, del 2001. L'HiFi è bella anche per questo, ci riserva, spesso, delle sorprese. Pertanto, io credo che con i 1000 euro stanziati tu possa acquistare nell'usato recente un fior di amplificatore. Oltre ai NAD e Rotel citati, con questa cifra potresti persino ambire a un Naim Nait 5 usato, che dovrebbe darti sia raffinatezza che ritmo che potenza. Naturalmente le alternative sono anche altre, ma non vorrei mettere troppa carne al fuoco. Vedi cosa riesci a reperire ed ascoltare e sentiamoci di nuovo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Sergio,
il mio parere è che il Naim suoni meglio, e non di poco. Inoltre, sconsiglio fortemente l'acquisto di macchine SACD perché il formato è nato morto e pertanto anche la reperibilità di ricambi per le parti meccaniche e ottiche potrebbe diventare presto un problema, se non lo è già. Qualora volessi migliorare, punta su un lettore CD Naim di livello superiore, da cercare usato (es. CD555). Qualora avessi necessità di ulteriori funzionalità, come lo streaming di rete, meglio acquistare un componente specifico, magari ancora Naim. Tutto questo, naturalmente, avrebbe senso se tu intendessi ascoltare solo CD o file da rete, perché se avessi acquistato dei dischi SACD avresti per forza bisogno di un lettore compatibile con questo formato. Qualora volessi migliorare in maniera sensibile il tuo impianto, però, secondo me non sono le sorgenti i componenti da prendere in considerazione, ma i diffusori, magari andando a scalare verso l'alto la gerarchia di casa Tannoy. Eventualmente valuta l'inserimento di un supertweeter aggiuntivo, un tweak abbastanza diffuso tra i Tannoysti più smaliziati.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Miglioramento impianto Arcam
Buongiorno Redazione TNT,
ho un impianto composto da giradischi Rega Planar 1, amplificatore Arcam A65 e lettore CD Arcam CD73.
Cavo di segnale Monster e cavi di potenza da 2,5mm2 acquistati su Amazon.
I diffusori sono 2 KEF Coda 7, non sono un amante dei bassi lunghi e profondi, addirittura prediligo la cassa chiusa delle vecchie Canton, comunque, sono soddisfatto dell'impianto, per le mie necessità ovviamente, ma vorrei fare un piccolo upgrade sui cavi (5mt per tratta) e stavo osservando con interesse i VDH 122/352 hybrid o i supra PLY 3.4 s.
Volevo un vostro consiglio, ovviamente se pensate sia invece meglio intervenire su un altro componente o scegliere un altro cavo sarà ben lieto di ascoltare le vostre indicazioni.
Vi ringrazio anticipatamente del supporto.
Lorenzo - E-mail: lorenzo.verni (at) hotmail.it
LC
Caro Lorenzo,
sui cavi non forniamo più consulenza da tanti anni, l'argomento ci ha annoiato oltre ogni misura. Tra l'altro, su un impianto così io penserei a fare qualche upgrade più sostanziale, ad esempio lato diffusori. I tuoi Coda 7 Erano dei piccoli diffusori economici, io direi che ampli, lettore CD e giradischi meritino qualcosa di meglio. La stessa KEF ha in catalogo dei piccoli bookshelf di qualità nettamente superiore. Ad esempio gli LS50 o gli R3. Non dovrebbe essere troppo difficile trovarli usati. Il salto di qualità rispetto alle Coda 7 sarà enorme, da tutti i punti di vista e certamente ben superiore a quello che potrebbe fare un qualunque cavo nuovo.
Qualora il budget non ti consentisse un upgrade così sensibile, metti da parte per tempi migliori, iniziando col risparmiare la spesa sui cavi. Eventualmente autocostruisciti qualche progetto della nostra sezione apposita dedicata ai progetti DIY: spesa simbolica, tanta resa e tanto divertimento con la realizzazione!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Preamplificatore minimalista a stato solido
Gentile divulgatore di schemi ad altissima fedeltà, ho visto il TNT Preambolo, sono a chiedere, ma è così eccezionale come descrive?
Non sono affatto convinto che usare capacità cosi grandi per potenze così basse dia qualche risultato positivo sulla qualità della riproduzione.
Allego uno schemino della fu Nuova Elettronica che uso in un pre stereo che originariamente era un "pre passivo", suona bene a mio parere, provai anche degli operazionali ma con scarsi risultati. Cosa ne pensa di questo schemino come pre di linea non molto diverso dal Suo TNT a parte una resistenza interstadio accoppiata in continua.
Grazie
Domenico - E-mail: rd652001 (at) yahoo.it
GP
Ciao,
mettiamola così: a parità di qualità un condensatore grosso di sicuro non fa più danni di uno piccolo, l'opposto è tutto da vedere: l'impedenza interna di un condensatore elettrolitico normalmente decresce col valore. E qui si arriva allo schemino: in elettronica per vedere se uno schema funziona basta simularlo, ma per vedere se suona bene l'unica è ascoltarlo.
Buon ascolto.
Giorgio Pozzoli
LC
Caro Giuseppe,
non ci siamo mai occupati del problema, anzi riteniamo che rigenerare degli elettrolitici sia una grossa sciocchezza tecnica. Si può fare sugli elettrolitici ma non funziona sempre e, francamente, non ne vale la pena. È una pratica in voga tra i restauratori di vecchie radio a valvole, pur di conservarne la stretta originalità, me per le applicazioni HiFi il discorso è abbastanza diverso. Anche blasonate aziende inglesi che si occupano di ridare nuova vita a vecchie amplificazioni inglesi utilizzano buoni condensatori moderni. Uno su tutti, Avondale Audio che si occupa di upgrade e recapping di amplificazioni Naim: utilizza solo condensatori Kendeil moderni. Un motivo ci sarà, non credi? Pensa se restituissero ai propri clienti amplificatori che suonano peggio di prima, chiuderebbero in poche settimane! Non solo i materiali sono migliori ma anche la costruzione è più accurata, quindi le prestazioni sono superiori. La differenza tra un amplificatore vecchio con condensatori scarichi e lo stesso apparecchio ricappato con condensatori di qualità, nuovi, è semplicemente abissale. Il fatto che tu non abbia trovato soddisfacente la sostituzione di vecchi condensatori con altri nuovi ha una sola spiegazione: a te piace il suono dei condensatori invecchiati, che conferisce calore e lentezza al suono dell'amplificatore. È il famoso “suono vintage” del quale tanto si parla. È un suono sbagliato, sia tecnicamente che storicamente, perché gli ampli coi condensatori invecchiati non suonano come suonavano da nuovi, quindi si sta inseguendo un suono e un equilibrio che nella realtà e nel DNA di quegli apparecchi non sono mai esistiti. È il concetto di MyFi elevato all'ennesima potenza!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Gentilissimo direttore,
i due anni di assidua frequentazione di TNT-Audio sono stati di grande aiuto per me, in (ri)avvicinamento al mondo dell'alta fedeltà.
Le lettere degli altri lettori, le sue risposte alle mie domande e l'enorme archivio a disposizione mi sono stati d'aiuto nel prendere decisioni legate a nuovi acquisti e/o disposizione degli elementi dell'impianto.
E così, dopo qualche sostituzione, oggi mi reputo felice con i due diffusori Canton Fonum 250, l'amplificatore Denon PMA-520AE e il lettore DCD-2560 dello stesso marchio. Ho rispettato i paletti imposti prima di tutto dal budget (ho preso tutto di seconda mano e me la son cavata con meno di €500) e poi quelli dell'ambiente a disposizione.
Ora spero di poter dedicare un po' di tempo durante le ferie alla realizzazione di stand e mobile seguendo le vostre guide di autocostruzione. Poi passerò ai cavi, ma per quelli ci vorrà tempo.
Grazie e buone vacanze a lei e a tutto lo staff di TNT-Audio.
Stefano - E-mail: ferrando.stefano (at) gmail.com
LC
Caro Stefano,
grazie per il feedback positivo! Vedrai che con gli accessori e i cavi il suono farà un ulteriore passo in avanti, in particolare con gli stand per i diffusori. È confortante ricevere la tua conferma del fatto che, anche con piccole cifre, nell'usato, si riesca sempre a mettere insieme qualcosa di soddisfacente!
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Dischi nuovi ma non troppo. A distanza di 43 anni dal suo album This year's model Elvis Costello (il marito di Diana Krall, per gli audiofili, ma in realtà è lui quello davvero famoso ;-)) partorisce questa bizzarra idea di far uscire lo stesso album, ma in spagnolo, riarrangiato e cantato dalle più grandi star del momento della musica latina. Titolo? Spanish model. Furbizia commerciale, crisi di idee o altro? A noi piaceva di più il suono fresco e grezzo dell'album del 1978. Comunque, questa è Llorar (Big tears, nell'album originale), eseguita da Sebastian Yatra. A quando Get happy!! eseguito da cantanti neomelodici napoletani?
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.
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