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LC
Caro Marco,
mettiti comodo, inizio con un consiglio generale. Premessa: la storia dell'elettroacustica è vecchia di oltre un secolo. Se in tutto questo tempo un'idea del genere non si è fatta strada, non dovrebbe venirti il ragionevole dubbio che, forse, non possa funzionare? Perché non mettere 200 piccoli motori da 1 CV al posto di un motore solo da 200 CV? Te lo sei mai chiesto? Allora, cominciamo da un assunto, che viene dalla fisica: la sorgente ideale è puntiforme. Quindi già mettere insieme 50 sorgenti tutte uguali non deve essere un'ottima idea, perché è quanto più distante ci possa essere dall'ideale fisico. Secondo aspetto: un altoparlantino da 8 cm ha limiti fisici che non possono essere superati: può riprodurre solo un limitato range di frequenze, e non può scendere né troppo in basso né salire troppo in alto. E 50 di questi non potranno fare di meglio, visto che sono tutti e 50 con le stesse limitazioni meccaniche. Altrimenti, portando il ragionamento agli estremi, potrei pensare di mettere insieme 100 tweeter e ottenere un basso da subwoofer. O, perché no, tanti woofer e ottenere la gamma altissima. Inoltre: perché limitarsi a 50 altoparlantini? Se aumentare il numero equivale a ottenere un suono migliore, perché non metterne 100 da 4 cm, ad esempio? O 200 da 2cm?
Per lo stesso motivo non si fanno squadre di basket composte da 40 nani.
Terzo aspetto: chi dice che serve un woofer da 40 per sentire dei veri bassi non ha mai ascoltato dei buoni woofer di dimensioni più piccole. Esempio famoso: le Klipsch Heresy hanno un woofer da 30 cm, dovrebbero scendere agli inferi con una potenza devastante, eppure producono bassi meno profondi di diffusori con woofer molto, molto più piccoli. Poi, certo, capisco che vedere dei padelloni giganti, così come degli amplificatori molto grossi, possa indurre, psicologicamente, di essersi messi al sicuro da eventuali mancanze. Qualcuno crede che la stessa cosa sia vera per le dimensioni del pene. Eppure...
Facciamo chiarezza con qualche dato geometrico ed elettroacustico: il diametro di un woofer è solo uno dei parametri importanti. Un woofer deve spostare una colonna d'aria (superficie di base x altezza). Per farlo, il diametro (ossia la superficie di base della colonna) non basta: serve l'altezza, ovvero l'escursione della membrana. Grandi woofer hanno, in genere, un'escursione limitata, quindi la colonna d'aria che riescono a spostare potrebbe essere identica, o inferiore, a quella spostata da un woofer più piccolo ma dalla grande escursione. E questo è il solo fattore “geometrico”. Poi c'è quello elettromeccanico: pensa all'altoparlante come a un'automobile e al complesso magnetico come al suo motore: un'auto grande ma pesante spinta da un motore potente ha prestazioni inferiori a una piccola auto spinta da un motore meno potente (come ben sanno i progettisti di Formula 1 o di auto come le Caterham o certe Lotus). Per questo spesso si usano due o tre woofer insieme, anziché uno solo più grande: i motori che spingono queste membrane più leggere possono fare meglio del singolo motore che spinge il padellone che non solo è pesante, ma essendo grande è per forza di cose meno rigido e quindi disperde più energia meccanica quando sollecitato. Ovviamente non bisogna esagerare e arrivare all'estremo di 10 o più woofer tutti insieme!
Tra l'altro, se fosse vera questa idea che hai letto, sul mercato esisterebbero solo casse con woofer da 40 cm, non credi? Purtroppo o per fortuna non è così. E chi afferma il contrario o mente sapendo di mentire o non ha mai ascoltato buoni amplificatori o buoni diffusori di dimensioni umane. Oppure, come è più probabile, non ha mai studiato fisica. Purtroppo la rete pullula di esperti che non vanno oltre la terza media o un diplomino stiracchiato preso a calci nel sedere all'istituto tecnico o, peggio, che hanno studiato alla Scuola Radio Elettra per corrispondenza. Poi in rete diventano tutti esperti di elettronica, di fisica, di virologia, di diritto costituzionale e quant'altro. Se questi esperti avessero trovato la soluzione a tutti i problemi dell'elettroacustica (o dell'umanità, in generale) che progettassero il miracolo e che lo regalassero al mondo. O che lo brevettassero e lo mettessero in vendita, diventerebbero miliardari. Purtroppo le scoperte vere sono frutto di anni, decenni di studio prima e di ricerca scientifica durissima e faticosa poi, ricerca costellata spesso da infiniti trials and errors, ricerca non pubblicata sul web, ma su riviste scientifiche internazionali che sottopongono ogni singola riga scritta al giudizio di un panel di esperti (anonimi) del settore e a test di laboratorio.
Quando si capirà questo, si riuscirà a sfrondare la rete di tutta la fuffa che circola. In questo settore e in altri. E vivremo tutti molto meglio. Non basta avere una tastiera, un modem e un ego ipertrofico, servono competenze vere, ormai sempre più rare, in questo mondo di laureati sul web.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Michele,
tra le due coppie che hai individuato la mia preferenza andrebbe a quella Cambridge, anche tenuto conto del fatto che in questo modo non ti discosteresti troppo dal tipo di impostazione cui sei già abituato. Non esistono molte altre accoppiate monomarca dove si possa contemplare una meccanica di lettura, ormai un po' cadute nel dimenticatoio, per cui non vedo tante alternative possibili. Potresti valutare una coppia lettore CD + amplificatore con DAC (NAD e Rotel, ad esempio, sarebbero candidabili), una scelta che renderebbe il tutto più facilmente rivendibile nel caso di ulteriore upgrade. Una meccanica CD stand-alone è quasi impossibile da rivendere, infatti, mentre un lettore CD integrato si vende con relativa facilità. Naturalmente saresti libero di utilizzare il DAC interno al lettore CD oppure quello integrato nell'amplificatore, dubito riusciresti a sentire differenze apprezzabili. Certo, acquistare un lettore integrato e poi usarlo solo come meccanica di lettura è uno spreco, ma non è detto che tu debba farlo per forza. Puoi tranquillamente utilizzare il lettore CD come sorgente stand-alone e collegare le altre sorgenti agli ingressi digitali dell'amplificatore. Se ti va questa opzione valuta dunque altre accoppiate lettore CD + ampli con DAC integrato dei marchi che ti ho indicato, offrono diverse soluzioni certamente compatibili con il tuo budget. Il passo avanti in termini qualitativi dovrebbe esserci, ma non aspettarti visioni paradisiache.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Giampaolo,
ai componenti che hai indicato prova ad aggiungere i classici tuttofare di Cocktail Audio. Puoi provare a cercare il modello X12, da poco uscito di produzione ma già dotato di lettore CD, oppure il più recente X14, cui abbinare un CD drive con uscita USB. Non conosco bene i prodotti che hai segnalato, impossibile star dietro a tutte le nuove uscite. I marchi sono sinonimo di qualità per cui non credo dovresti avere sorprese. Non credo che dovrai accettare chissà quale compromesso sulla qualità sonora, non è che il tuo Denon attuale sia una macchina di qualità stratosferica. Anzi, guarda, potrebbe anche darsi che queste macchine tuttofare, utilizzando tecnologie più recenti, suonino persino meglio del Denon precedente. Alla peggio, per un successivo upgrade, potrai pensare di affiancare al tuttofare un buon DAC esterno.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Salvatore,
sono felice abbia gradito il suggerimento musicale del nuovo lavoro degli Iron Maiden, che anche a me sembra notevole. Grazie per lo scambio di suggerimenti, ascolterò con attenzione.
Per quanto riguarda i fonometri sì, le alte frequenze sono un problema, e lo sono anche con gli smartphone, che si affidano a microfoni integrati che difficilmente salgono bene oltre 10 kHz. La cosa ha poca importanza, in fondo i problemi maggiori in ambiente si hanno in basso, non in alto. Per la pressione sonora, ci accontentiamo di una stima anche grossolana, per i nostri scopi. Diciamo che serve principalmente per capire quanti watt siano realmente necessari nel nostro ambiente per un ascolto realistico. In genere, sono molti, molti meno di quelli che pensiamo.
Grazie infine per il consiglio su Spectroid, l'ho installato, sembra ben realizzato, anche se la suite JBL Tools è decisamente più completa e, forse, facile da usare.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
MayRecords Cork Mat feedback
Ciao, ho letto la posta di questa settimana e in particolare la lettera relativa all'oggetto, in cui chiedevi feedback, ed eccomi qui! Ovviamente ho comprato anche io il mat, e ne sono molto soddisfatto: prima ascoltavo con una riproduzione del Ringmat (sempre con ricetta TNT!) di cui ero soddisfatto, ma questo lo ha soppiantato perché mi sembra proponga un suono più corposo, meno asciutto
Per quanto riguarda i residui, ho notato anch'io la comparsa di una sorta di una polvere di sughero sul lato appoggiato, niente però che non si possa togliere con la solita spazzola con setole in carbonio (ti allego foto).
Credo che aspirare il tappetino con un aspirapolvere non serva a granché, perché immagino che sia un residuo dovuto ad un qualche degrado del sughero, quindi si riproporrebbe di nuovo dopo l'aspirazione ma ci proverò; mentre non ho ben idea di cosa possa succedere spruzzando un leggero strato di un mix di colla vinilica e acqua, se dovessi provarlo in futuro ti farò sapere.
Saluti e sempre grazie per il tuo/vostro lavoro.
Luca - E-mail: panluca (at) gmail.com
LC
Caro Luca,
grazie anche a te per il feedback! Strano, sull'esemplare che ho recensito non ho notato residui di lavorazione, magari basta anche solo un lavaggio con acqua e sapone e panno in microfibra. Quelli che vedo in foto mi sembrano i soliti pelucchi che il vinile attrae quando c'è elettricità statica, non mi sembrano granelli di sughero. Certo, se il fenomeno dovesse ripresentarsi ripetutamente sarebbe antipatico! Chissà, magari dipende anche da quanta elettricità statica si carica sul piatto del giradischi, sul mio in effetti ce n'è poca. Prova eventualmente la soluzione che hai pensato tu e tienici aggiornati!
Grazie per il prezioso feedback!
Lucio Cadeddu
Finali ZeroZone?
Caro Lucio,
ogni tanto ci risentiamo dato che lei è un riferimento per me imprescindibile e il mio set up è migliorato anche grazie a sue piccole considerazioni sempre preziose. Ultimo contatto nel Vol. 783 dove stavo valutando di cambiare diffusori.
Per i tuoi lettori l'impianto è il seguente:
LC
Caro Luca,
l'ambiente non è malvagio, in effetti, e quel che senti è un cocktail di impostazioni simili: sia le Amator che il Marantz non sono esattamente pimpanti per i generi musicali più ritmati e impegnativi. Ai finali ZeroZone non manca certo lo sprint con questi generi musicali quindi sì, secondo me sarebbe un bel passo avanti. Diciamo che se anche con gli ZeroZone il suono non dovesse svegliarsi, i problemi sarebbe da cercare altrove!
Usare il PM17 come pre però sarebbe uno spreco, meglio abbinare un pre puro e semplice, anche passivo, meglio se a trasformatori. In tanti mi chiedete quale pre acquistare per questi finali, come se ci fosse necessità di un pre specifico. Qualunque pre andrà benissimo, purché non ne mortifichi le prestazioni. Infine sì, sono d'accordo con te che l'impianto si complicherebbe e non poco, però qualche settimana fa un lettore parlava di una versione stereo (o addirittura integrata!) degli ZeroZone, che mi sembrava di aver visto mesi fa ma che ho cercato ora senza successo. Questa ti eliminerebbe un componente di troppo. Tieni conto che comunque sono molto piccoli, stanno facilmente ovunque, affiancati o impilati uno sopra l'altro.
Prima che mi dimentichi: bellissimi i cloni degli stand SF originali, bravissimo!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Re: Diffusori mini ma non troppo
Faccio riferimento alla sua risposta a Renato Diffusori mini ma non troppo (Vol. 974) e sono dell' avviso, per la stima del lavoro svolto da lei e dalla sua rivista on line, che una stroncatura così perentoria per i diffusori entry level della Polk (T15) che possiedo, meriterebbe un approfondimento.
Infatti tutte le condizioni iniziali sono a favore del Polk: a parità di dimensioni (circa) pesano infatti più del doppio dei Lonpoo LP42, hanno una potenza massima di uscita in watt maggiore (100 contro 75) con altoparlanti tecnologicamente equiparabili (pur con dimensioni diverse) e sono prodotti da una casa costruttrice conosciuta (che tra l'altro offre una garanzia di 5 anni).
Fra l'altro nel database dei diffusori testati dalla rivista ho trovato la recensione abbastanza lusinghiera di un Polk RT15, che monta i soliti altoparlanti del T15. Stante le premesse, la loro qualità acustica inferiore potrebbe essere conseguenza di una progettazione inadeguata (o non particolarmente audiophile), forse per non cannibalizzare i suoi prodotti di classe superiore?
Sul suo sito, la Polk dichiara tra l'altro di aver preso per tali diffusori il DNA della serie Monitor per adattarli all'audio moderno (è solo pubblicità?).
Cordiali saluti,
Angelo - E-mail: parmangy (at) gmail.com
LC
Caro Angelo,
il mio scrivere che le Lonpoo sono di altra categoria non equivale a una stroncatura delle tue Polk T15! E la nostra recensione delle RT15 risale a ben 20 (venti) anni fa. Il mondo cambia. Queste tue Polk non hanno niente di particolarmente sbagliato, sono le Lonpoo ad essere completamente fuori mercato. È inutile confrontare prezzi, cm, diametri degli altoparlanti e quant'altro: questi microbi montano dei driver che, forse per puro caso, forniscono una prestazione sonora assolutamente al di sopra della concorrenza, e non solo di quella di pari prezzo. Parlo di diffusori che costano diverse volte il prezzo di questi diabolici minidiffusori. Qualcuno ha venduto delle Sonus Faber Electa per tenersi le Lonpoo. Qualcun altro ha dato via le SF Minima. E altri confronti li avrai letti qui sulla Rubrica della Posta. Non credo siano tutti vittima di un'allucinazione. Poi, certo, qualche negazionista si trova sempre.
Ti rivelo un piccolo segreto/anticipazione: sto provando la versione attiva, le LP42X. Per metterle a dura prova le ho confrontate fianco a fianco con le M-Audio BX8 D3, ultima incarnazione di un monitor attivo che suona bene e che ha un ottimo rapporto qualità/prezzo, osannato dagli studi di registrazione e dai musicisti di tutto il mondo. Mi aspettavo una debacle delle piccoline. Ebbene, profondità della gamma bassa a parte (e vorrei vedere!) su tutto il resto le Lonpoo vincono a mani basse: dinamica, velocità, trasparenza, dettaglio, pulizia, naturalezza, immagine. Tutto. Persino la gamma bassa, pur meno estesa, ha più articolazione, controllo, dinamica e realismo (a patto di tenere i diffusori abbastanza vicini alla parete di fondo). Il mio amico musicista, docente al conservatorio e compositore, proprietario delle M-Audio, ha deciso di metterle in vendita ed era visibilmente urtato. È uno che per lavoro è abituato a sentire i suoni reali degli strumenti, non un audiofilo facilmente impressionabile o con pregiudizi. Tra l'altro, il suo giudizio sul confronto era persino più spietato del mio, e tutto a favore delle Lonpoo, mentre io cercavo di correggere il tiro :-)
Le M-Audio costano circa 280/300€ la coppia, hanno un woofer da 20 e un'ottima amplificazione interna. Le LP42X costano 89€ la coppia, montano un wooferino minuscolo e una schedina in classe D con un TPA3116 sottoalimentato che ne limita un po' le performance. Devo aggiungere altro?
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Renzo,
sono d'accordo che le Debut Reference meritino qualcosa di più. L'idea dell'integrato mi piace, ma non non lo cercherei con ingresso phono, visto l'ottimo Black Cube. I nuovi integrati Rotel hanno tutto ciò che ti serve, ad esempio - per la cifra che hai indicato - ci sarebbe l'A14, dotato di DAC integrato con ingressi elettrico/ottico SPDIF LPCM (fino a 24-bit/192kHz), PC-USB con MQA, Bluetooth AAC aptX, è pure Roon Ready e quant'altro. Ha anche un ingresso phono, magari puoi provarlo a confronto con il Black Cube, ma dubito possa suonare altrettanto bene.
In alternativa, qualora desiderassi un'impostazione forse un po' meno vivace, potresti valutare un integrato NAD come il C 368, intorno ai 1000€, anch'esso dotato di connettività digitale spinta. Vedi se ti riesce di ascoltare qualcosa direttamente coi tuoi diffusori. Non aspettarti grandi stravolgimenti, ma di sicuro qualcosa dovrebbe migliorare, almeno in termini di dettaglio e trasparenza. In più avresti il vantaggio di un sistema più semplice da usare, con meno componenti e quindi con un percorso del segnale molto più breve.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Roberto,
qualche tempo fa ho positivamente recensito il DAC/pre NuPrime DAC9, ora disponibile in versione SE, a circa 1000€. Potresti fare uno sforzo e prendere questo oppure cercare il precedente DAC9 usato. Ancora nell'usato recente, potresti cercare un NAD C510. Sono interessanti anche il Pro-Ject Pre Box DS2 Digital e il Rotel RC-1572 MKII, che hanno ingressi digitali e analogici. Sforano entrambi il budget che ti sei prefissato, ma potresti cercarli usati, nel caso. Vedi cosa riesci a reperire e sentiamoci di nuovo per una scelta finale.
Non ci hai detto come hai trovato i finali ZeroZone, credo che in tanti sarebbero stati interessati alla tua opinione. Più pareri e abbinamenti riusciamo a collezionare e più si ha un'idea precisa del carattere e delle prestazioni di questi piccoli gioiellini. È vero che c'è la mia recensione, ma pareri diversi, di appassionati con gusti diversi e impianti diversi possono essere molto utili. Come dico sempre: mai credere troppo alle recensioni! Più pareri - purché di persone che sanno come si ascolta - danno una garanzia maggiore. Questo che segue ne è un esempio perfetto.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Ho finalmente provato i nuovi ampli ZeroZone irs2092 da Lei così entusiasticamente recensiti poco più di un mese fa. È stato l'acquisto più sorprendente della mia vita audiofila. Ebbene, dopo le prime, poche, ore nelle quali suonavano un po' cupi e frenati, hanno fatto in brevissimo tempo quasi scomparire il mio riferimento (Musical Fidelity A300) con le mie Magneplanar 1.4. Difficile raccontare le sensazioni provate (parafrasandoLa potrei descrivere il mio sorriso beato): come non aver mai ascoltato un "vero" amplificatore fino ad oggi. Ogni parametro migliorato di diverse spanne.
Il suono che sono in grado di esprimere è davvero di primissima qualità: la sensazione di ascoltare il nastro master è tangibile e a tratti sbalorditiva, il dettaglio c'è tutto anche nelle situazioni più complesse che vengono affrontate con totale naturalezza. Altrettanto incredibile la dinamica: paradossalmente i diffusori sembrano sforzarsi di meno nonostante stiano suonando forte come non mai, probabilmente grazie al fattore di smorzamento che è certo molto alto, le membrane dei diffusori sono governate con totale fermezza e mai lasciate andare a incontrollate oscillazioni. Ci troviamo di fronte certamente a bestie in grado di pilotare con estrema disinvoltura qualsiasi diffusore esistente. La qualità è davvero altissima. Francamente non riesco a trovare difetti evidenti. Ogni mio CD o file SACD suona molto meglio di prima, e questo mi ha un po' stupito: mi aspettavo di sentire suonare "peggio" alcune registrazioni che ritenevo un po' scarse, invece niente. Tutto migliorato. Certo che si percepisce ora molto molto bene, invece, il livello di compressione della registrazione originale. Attendo con curiosità altre prove più tradizionali per vedere dove potranno essere trovati i difetti, ma francamente mi aspetto recensori alquanto imbarazzati. Sarei quindi altrettanto curioso di sentire confronti seri con apparecchi dai prezzi magari a 4 zeri.
Qualche mese fa avevo avuto l'occasione di provare i decantati Hypex mc400, e anche degli Icepower della Rouge, tanto per rimanere in classe D, ma qui siamo davvero su un altro pianeta.
Ho fatto benissimo a fidarmi della Sua splendida recensione. Grazie di cuore. Grazie ancora.
Gentile Direttore,
dopo altri 20 giorni di ascolti attenti, vorrei aggiungere qualcosa alle già ottime sensazioni iniziali, e non posso che ribadirle accentuando ancor più alcuni aspetti.
Con le Magneplanar questi stupendi ZeroZone sono davvero pazzeschi. Riescono a "governare" i pannelli delle Maggie in modo impressionante, dimostrando ancor più quanti questi diffusori, se pilotate a dovere, non hanno alcun bisogno di un sub affiancato e sono in grado di esprimere una gamma bassa granitica e molto ben articolata. Dopo un mese la gamma più acuta si è fatta ancor più raffinata e sembra aver perso quella lieve rugosità che all'inizio lasciava trapelare. La dinamica è assolutamente reale tanto che mi trovo a confermare appieno l'osservazione, nella Sua recensione, per cui questi ampli permetterebbero davvero di poter sentire in modo chiaro le diverse tipologie di ripresa sonora e di registrazione. Aggiungo per concludere che anche la scena, i primi giorni un po' poco profonda, sembra aver acquistato le giuste dimensioni, tanto da far sentire con facilità i diversi piani sonori.
Ho programmato sedute di confronto con ampli molto quotati, e sarà mia cura aggiornarLa sui risultati.
Klaus - E-mail: klausspo (at) iol.it
LC
Caro Klaus,
grazie per il dettagliato resoconto delle tue prove, ancor più interessanti perché eseguite con dei diffusori non difficili da pilotare ma molto, molto trasparenti, che quindi non perdonano eventuali mancanze dell'amplificazione. Ebbene sì, questi giocattolini sono davvero così straordinari. Via via che pubblicherò le vostre impressioni capirete come nella mia recensione abbia usato toni quasi contenuti, rispetto a ciò che questi finali riescono a fare. Non è tanto una questione di costo, il prezzo ridicolo di questi finali ce lo possiamo tranquillamente dimenticare e giudicarli in maniera assoluta, come qualche altro lettore ha fatto e del quale vi riferirò. Tu ti aspetti “recensori alquanto imbarazzati” ebbene no, non accadrà. Perché? Per due ragioni: 1) non si può fare uno sgarbo simile al mercato e 2) nessuno corre il rischio di perdere la propria credibilità di esperto di prodotti ultracostosi con dei giocattoli così economici. E c'è pure un terzo motivo, latente, persino inconscio: se io recensore scrivo che questi amplificatori sono niente di che, automaticamente passa il messaggio che io recensore ho gusti più raffinati degli altri. Non solo, ma mi attiro le simpatie e guadagno punti di credibilità nella platea degli audiofili con la puzza sotto il naso che mai e poi mai ammetterebbero che i loro finali ultracostosi sono bastonati da questi mostriciattoli economici. Quindi no, non leggerai firme ufficiali recensire questi finali, credimi. La cosa ha importanza? No, perché queste firme ufficiali fanno parte del vecchio carrozzone HiFi, prono schiavo umile di un mercato che non ha più alcun senso di esistere. Si spalleggiano a vicenda. Finché dura.
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Esce il terzo album in studio di Alessia Cara (al secolo Alessia Caracciolo), artista canadese di chiare origini italiane, calabresi per la precisione. Vincitrice del Grammy per il miglior artista esordiente nel 2018, questa 25enne ha talento da vendere. Dall'album In the meantime ascoltiamo questa dolcissima “Best days”.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.
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