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LC
Caro Valentino,
qualsiasi buon ampli stereo sarà un partner migliore dell'attuale Denon per le tue Cremona. Benissimo quindi il Pathos, pure molto bello esteticamente, ma le alternative sono tante nella fascia di prezzo tra i 2000 e i 3000€. Non è necessario, a mio modo di vedere, salire ulteriormente col budget, già così il salto qualitativo sarà enorme. Inoltre, un integrato di questo livello è in grado di dare voce degna a diffusori anche più raffinati. Altri nomi che mi sento di suggerire - e che dovresti provare ad ascoltare coi tuoi diffusori - sono Rega Elicit R, Sugden A21A, Primare I25, Densen B130 Plus, Naim Nait XS3, Roksan Caspian M2, Musical Fidelity M6 500i. Vedi se ti riesce di portare a casa, almeno per un weekend, uno di questi, per poterlo valutare con attenzione. La cifra in gioco non è piccola, non dovrebbe essere impossibile avere un componente di questo livello, eventualmente dietro versamento di cauzione, per poterlo valutare con calma all'interno delle mura domestiche.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Lorenzo,
dalle foto che hai inviato e che mi hai chiesto di non pubblicare non vedo niente di particolarmente sbagliato, né nell'ambiente, né nel posizionamento. Il motivo del suono troppo chiaro è da ricercare presumibilmente nei diffusori, che quindi sostituirei anche perché sono di livello più basso rispetto al resto dei componenti. Non conosco il suono delle Rowen, ma credo tu possa averle a disposizione per un ascolto. Eventualmente portati appresso le tue B&W nel caso non fosse possibile avere le Rowen a casa. Il particolare progetto delle Rowen non dovrebbe essere un problema nel tuo ambiente.
Altri diffusori che potresti prendere in considerazione e che non dovresti far fatica ad ascoltare in Svizzera, sono le Duevel o le Larsen. Hanno un'impostazione sonora che dovrebbe piacerti di più, visto che non privilegiano la parte medio-alta dello spettro audio. Le Larsen devono stare addossate alla parete di fondo e nella tua zona d'ascolto questo tipo di posizionamento mi sembra assolutamente possibile. Dovessi prenderle bianche, poi, sparirebbero alla vista o quasi.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ispirato dagli ultimi aggiornamenti settimanali
Caro Lucio,
il tuo ultimo editoriale, unitamente ad alcuni messaggi pubblicati nella rubrica della posta, mi ha offerto l'occasione per riordinare le idee, mettere insieme i pensieri e inviarti finalmente alcune considerazioni che, pur non avendo valore assoluto, spero possano contribuire, nel piccolo dell'esperienza di un singolo, ad una comune quanto a mio avviso necessaria riflessione sul concetto di alta fedeltà in ambiente domestico.
Ormai da anni si parla di audio, home entertainment e hi-end, dove la categoria “home hi-fi” sembra essere totalmente scomparsa, dopo decenni di uso “improprio” da parte dell'utente finale e di compromessi adottati dai produttori per assecondare i gusti dei clienti, sempre più attratti dal baccano che dalla qualità sonora in termini di fedele restituzione del messaggio musicale. Del resto una certa mentalità non si instaura dall'oggi al domani ma è frutto di un lungo processo di cambiamento.
Un vero impianto ad alta fedeltà per uso domestico dovrebbe, per definizione, essere pensato, progettato e realizzato per riprodurre fedelmente la musica in un normale locale di abitazione e ai livelli di ascolto tipici dell'ambiente di destinazione. Se da un lato ogni ambiente è diverso dall'altro, è pur vero che vi sono analogie soprattutto per quanto riguarda i vincoli nella collocazione dei diffusori, dove, quasi a prescindere dalle dimensioni della nostra sala, nella stragrande maggioranza dei casi essi si troveranno a ridosso delle pareti, in prossimità degli angoli e/o ai lati di un mobile alto e ingombrante, spesso a distanza diversa dalle pareti laterali della stanza, magari per la presenza di porte. Il discorso non cambia nella sostanza per i modelli più piccoli, che verranno collocati in libreria o direttamente sul ripiano del mobile, ai lati del televisore. I diffusori dovrebbero essere pensati e “ingegnerizzati” per lavorare bene in queste condizioni, “linearizzare” la loro risposta in frequenza in tali condizioni tipiche (ad esempio la Philips lo faceva già, con successo e a costi decisamente popolari, negli anni settanta e oggi sarebbe molto più semplice e dal risultato ancor più prevedibile e replicabile) sfruttando i “rinforzi” dell'ambiente e garantendo un suono equilibrato e intelligibile a partire dai volumi più bassi.
Credo che il vero e principale obiettivo di un vero impianto hi-fi destinato a normali abitazioni di normali appassionati (la quasi totalità) sia proprio questo: suonare bene, restituendo tutto il contenuto delle nostre registrazioni, a qualunque livello di pressione sonora, con la massima attenzione da parte nostra a non superare mai la soglia di rischio (quantità di decibel per tempo di esposizione), in modo da poter godere il più a lungo possibile della nostra amata musica in tutte le sue sfumature, senza grattacapi, fatica di ascolto e disturbo di eventuali vicini confinanti.
Ho cercato di essere il più possibile breve e conciso ma sono sempre assolutamente e felicemente disponibile a fornire qualunque dettaglio delle varie esperienze che mi hanno condotto sin qui.
Non posso che concludere con un pubblico ringraziamento per il tuo prezioso e sempre apprezzatissimo lavoro.
Con la consueta stima e amicizia,
Andrea - E-mail: andrea_gianelli (at) libero.it
LC
Caro Andrea,
come non essere d'accordo? Esistono, per fortuna, alcuni marchi che tengono più in considerazione di altri l'interfaccia ottimale con l'ambiente domestico reale. I citati sopra Larsen e Duevel, per esempio, lavorano proprio in questo senso. E anche Rega e Naim hanno sempre pensato ai propri diffusori come elementi da interfacciare con l'ambiente. Esiste tuttavia un mercato, pure molto fiorente, di appassionati che hanno la fortuna di avere stanze dedicate alla musica, e per questi un diffusore senza compromessi ha senso di esistere, visto che possono dedicare ad esso un posizionamento assolutamente svincolato da limiti ambientali. Esistono poi tanti prodotti audio pensati per il lifestyle, che si devono integrare bene con gli arredi e i posizionamenti non proprio ortodossi. Questi prodotti puntano a una fascia di utenti più generalisti, ma ancora interessati al buon suono. Insomma, credo che il mercato offra soluzioni adatte per soddisfare esigenze anche molto diverse. Una cosa però è certa: la fascia media sta sparendo letteralmente, resa inutile da componenti a basso costo che suonano sorprendentemente bene, e ridicolizzata da prodotti high-end che però spesso di high hanno solo il prezzo.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu
Consiglio per nuovi diffusori
Buonasera Lucio.
Faccio seguito alla mia lettera "Dove iniziare per un aggiornamento dell'impianto" pubblicata nel volume 949 della rubrica della posta. Come ebbi modo di dirti con una successiva missiva, mio fratello ha sostituito la testina con una Clearaudio Concept V2 MM012 (una della rosa da te proposta) con grande soddisfazione, muovendosi proprio nella direzione di un suono aperto e brillante come desiderava.
Sempre sotto tua indicazione, di recente sono riuscito a procurargli un Rotel A11 usato (ma in "mint conditions") che andrà presto a integrarsi nell'impianto.
Per ora ci fermeremo qui, almeno per un po'. Ci piacerebbe però avere una indicazione su un possibile futuro acquisto dei diffusori; ti dò quindi alcune indicazioni:
budget intorno ai 1500 euro; darei precedenza all'usato; impostazione tale da far suonare l'impianto con l'attuale carattere, ovvero assecondarne il suono aperto e tendente al brillante, ma che non ecceda in tal senso, visto che l'ambiente è ben arredato nei dintorni delle casse, ma, come vedi dalle foto, sulla destra si apre su una zona piuttosto spoglia e solo parzialmente "trattabile". Avrei voluto allegarti una piantina della stanza con le misure, ma non ho gli strumenti per farla. Spero le foto aiutino.
Tipologia: attualmente vi sono delle Indiana Line TESI 542 LB, da pavimento, molto contenute come dimensioni, disposte come in foto quando sono in posizione di ascolto e appoggiate sul mobile basso alle loro spalle, ai lati del televisore, quando sono in posizione di riposo. Purtroppo le casse non possono rimanere permanentemente in posizione di ascolto perché la zona tra divano e televisore è un punto di transito. Per diversi motivi, prenderemmo in considerazione anche diffusori bookshelf da mettere su stand. Ci piacerebbe avere quindi un tuo consiglio per entrambe le categorie: da pavimento e da supporto.
Tutto ciò premesso, provvederemo ad ascoltare le casse quando possibile; vorremmo solo avere una prima scrematura.
Ti ringrazio per l'eventuale risposta e per l'eccezionale lavoro e costanza con cui porti avanti questo sito, rimasto per me l'unica fonte di informazione Hi-Fi affidabile (non scherzo e non amo fare della piaggeria).
Con grande stima.
Paolo - E-mail: p.barrella (at) tutanota.com
LC
Caro Paolo,
non capisco perché voler inserire la complicazione introdotta da diffusori da supporto: sono traballanti e se quello è un luogo di transito, di sicuro non è una buona idea avere dei trespoli tra i piedi. Il rischio di farli cadere è altissimo. In più, hanno basse frequenze più limitate rispetto a una buona torre da pavimento. Io opterei per quest'ultima soluzione senza se e senza ma. Entro i 1500 euro di budget ci sono diverse soluzioni che potreste valutare: Rega RX3, Indiana Line Diva 660, Triangle BOREA BR09, Focal Chora816, Dynaudio EMIT M30, Wharfedale Evo 4.4. Alcuni di questi sono disponibili anche con finitura bianca, che mi pare sia di vostro gusto e di sicuro di ottima integrazione col mobile alle spalle. Eventualmente valutate anche Duevel Planets e qualche torre Totem usata. A parte i Duevel Planets, un po' meno aperti degli altri citati, l'impostazione generale dei candidati in elenco dovebbe essere di vostro gradimento, soprattutto pensando all'abbinamento con l'ampli Rotel A11. Se proprio doveste decidere per qualcosa da supporto, valutate modelli analoghi degli stessi costruttori.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Franscesco,
mi sfugge un po' il senso di questa tua richiesta. Infatti, i cavi di potenza (per i diffusori) hanno sempre indicato il polo positivo e quello negativo, talvolta persino la direzione preferenziale di collegamento (ammesso che abbia un senso). I cavi di segnale sono già terminati, per cui il pin centrale è il positivo e l'anello esterno è il ritorno. Non vedo come si possa sbagliare la fase se si collega tutto nel modo più ovvio (anzi, l'unico!). Parli forse dei cavi di alimentazione, dunque. Sì, questi non hanno quasi mai l'indicazione ma questo non è un problema: si può procedere a orecchio oppure seguire le indicazioni che trovi qui su TNT-Audio: c'è un vecchio articolo del 1999, ancora validissimo, e uno più recente del 2008, dal titolo Ground Force Zero, dove è spiegato tutto in maniera dettagliata. Credo ti siano sfuggiti. Io ti invito a inserire le spine nella presa sia in un senso che nell'altro: quello che suona meglio è il verso giusto. Non dovessi sentire differenze, amen, significa che o l'impianto, o la stanza o le tue orecchie non sono in grado di evidenziare le differenze. Tra l'altro, non è neppure detto che ci siano differenze: dipende anche dalla tipologia degli apparecchi, dalla distribzione ENEL nella tua zona e da come è realizzato l'impianto elettrico in casa. Per capire se l'impianto è in fase acustica corretta, invece, basta usare un test di polarità, come quello che trovi sul CD gratuito Focal Tools CD che ho recensito la settimana scorsa. Questo, tra l'altro, può esserti utile per tante altre indagini, ben più rilevanti dal punto di vista sonoro.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Mauro,
vedo sempre con piacere qualunque soluzione che consenta di razionalizzare l'impianto, eliminando componenti o cavi di collegamento. Il percorso del segnale si accorcia, ci sono meno interferenze o problemi di interfaccia. Quindi sì, direi che potresti tranquillamente passare ad un finale di potenza. Quello da te individuato andrebbe benissimo e sarebbe - a mio parere - un passo avanti. Certo, per una cifra del genere le alternative sono tantissime. Potresti anche provare soluzioni diverse in classe D. Non i ZeroZone (anche se...), ma ad esempio i finali NuPrime. Oppure cose più tradizionali come Pass, Bryston, Sugden, Krell...le alternative non mancano di certo! Viste le cifre in ballo, direi però che un ascolto preventivo è d'obbligo. Potresti anche rischiare i circa 300 euro necessari per una coppia di ZeroZone, che sono il costo della presa d'alimentazione del finale ElectroCompaniet citato :-)
Se la cosa andasse a buon fine, avresti risparmiato 7500 euro :-) e altrimenti potresti rivendere gli ZeroZone a una cifra simile a quella d'acquisto, pure abbastanza rapidamente, considerando quanti vorrebbero acquistarli ma sono frenati dalle difficoltà dell'import.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Leandro,
sì, l'acufene è un disturbo molto diffuso, ma questi apparecchi non fanno quello che hai descritto. Il sistema Bose amplifica il parlato e basta, Sonova realizza protesi e, come avrai letto nell'ultimo editoriale, Knowles e Lucid Audio si sono messi insieme per produrre una protesi acustica audiophile. Evidentemente il mercato chiede anche questo tipo di apparecchi. Sì, forse siamo una riserva indiana, ma è una riserva che sta invecchiando e che ci sente sempre peggio. Pertanto a qualcuno è venuto in mente di andare a soddisfare l'esigenza di questa popolazione, piccola ma danarosa, di vecchi sordastri fissati con la buona musica :-)
Io per ora non ne ho bisogno, ma è confortante sapere che quando questo accadrà - e se continuo ad ascoltare a volumi alti accadrà presto :-D - potrò trovare qualche soluzione al problema. Chissà. Mi sembrava comunque interessante segnalare il fatto che aziende audio si stiano muovendo in tal senso. È, di fatto, un fenomeno del tutto nuovo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
LC
Caro Alberto,
quando ho visto il subject della tua e-mail ho pensato a un vecchietto geloso della moglie, che desiderava info su come smettere :-)
E invece no, si tratta di elettroniche Geloso, dei tempi che furono. Non vorrei gelare (ehm, scusa il gioco di parole) i tuoi entusiasmi ma questi apparecchi, con l'HiFi, hanno poco a che spartire. La risposta in frequenza di quell'amplificatore, che sono riuscito a recuperare in rete, non rispetta neppure le vecchie normative DIN perché un componente potesse essere venduto come HiFi. La risposta in frequenza, entro ±3dB (che è un'enormità!!! In genere è ±0.01dB) è estesa - si fa per dire - da 60 Hz a 8.5 kHz: quindi scordati sia i bassi profondi che buona parte della gamma medio-alta. Tanti strumenti e, soprattutto, tante armoniche saranno assolutamente inudibili. Il grafico lo puoi vedere sul sito SB-Lab, insieme ad altre illuminanti misure (fattore di smorzamento: 4!!!). In pratica questo amplificatore riesce a gestire la gamma media e poco più, il che ha un senso, visti gli altoparlanti che doveva tipicamente pilotare. Gli altri grafici mostrano prestazioni disastrose. Se il tuo intento fosse quello di rimetterlo in funzione per il gusto di farlo, va bene, mettici un paio di Klipsch e qualcosa dovresti sentire. Si tratta però di pura operazione nostalgia, come il mio grammofono His Master's Voice, ma con l'HiFi ha molto poco a che spartire. Tra l'altro quelle prestazioni e misure si riferiscono ad apparecchi rimessi a nuovo, con componentistica passiva recente. Se i tuoi hanno ancora i componenti dell'epoca la situazione è persino peggiore.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu
LC
Caro lettore,
mi stupisce che il Rega Brio non ti sia piaciuto, è un piccolo campioncino nella sua fascia di prezzo, come tu gli possa aver preferito gli apparecchi citati (addirittura uno streamer amplificato!) mi pare assurdo. Tieni conto che è un amplificatore che ha ricevuto un'infinità di premi da riviste anche molto diverse: prodotto dell'anno per due volte di seguito su What Hi-Fi, Editors' Choice su HiFi Choice, Best Buy su The Ear.net e di nuovo prodotto dell'anno su Lyd and Bilde. Dubito siano tutti sordi, vittima di allucinazioni o al soldo di un costruttore tutto sommato piccolo come Rega. Comunque sia, io non farei esperimenti bizzarri utilizzando l'ampli audio/video come pre e opterei per un buon integrato. Il Roksan andrebbe benissimo, ma anche un Naim Nait 5si o qualche grosso Rotel o NAD. Se ti piace il suono del Rotel A/V forse è quello il tipo di suono che cerchi, e allora metterei proprio Rotel in cima alla lista dei candidati da ascoltare. Ho tuttavia un po' di timore a darti consigli perché se non ti è paciuto il Rega Brio (e vorrei tanto capire COSA non ti convincesse) potrebbe anche darsi che altri amplificatori di stampo audiophile possano non piacerti. Magari cerchi un suono caratterizzato o modificabile coi controlli di tono, non so.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu
Ho visto anche degli audiofili felici
Buongiorno Direttore,
con riferimento ai consigli ricevuti a più riprese (da ultimo nel Vol. 980) mi sembra corretto darLe riscontro e ringraziamento. Non perda tempo a rispondere e se vuole si fermi qui a leggere, le riassumo la missiva in 3 parole: Grazie di tutto!!!
Grazie al mercato dell'usato ho rastrellato un Lehmann Black Cube SE (200€ a 30km da casa mia) che collegato al TC-754 ha letteralmente svoltato la situazione, ben oltre le mie aspettative. Leggendola mi è entrata in testa la scimmia degli ZeroZone ed avevo salvato la ricerca, poco dopo la sua risposta un alert mi ha avvisato di un annuncio di vendita di una coppia di ZeroZone ad un prezzo interessante, poche e-mail ed ho concluso con il venditore, seguendo consigli dati ad altri ho cercato un pre passivo a trasformatori. Dall'oriente non ho visto realizzazioni molto convincenti in foto, ho letto che anche Lei sta cercando ed attendo fiducioso. Stavo considerando di ordinare uno Schiit Saga nuovo, visto che può fungere sia da passivo che da attivo ed ha il telecomando, il Django è arrivato a prezzi piuttosto elevati e con tempi di consegna lunghi.
Nell'usato è comparso un pre Tinsbury passivo (di cui comunque ho letto bene su TNT) uno rapido scambio di messaggi con il venditore ha permesso di trovare un accordo: ho accantonato la feature del telecomando e la velleità dei trasformatori. Spendendo meno di 500€ (il budget che avevo in mente) ci è scappata anche una puntina nuova per la mia AT120E. Ora attendo che i corrieri suonino alla porta con i nuovi ampli e pre, conscio che probabilmente il tutto sarà un overkilling per le piccole Lonpoo (la riduzione di -10dB e -20dB tramite deepswitch del Tinsbury confido mi possa aiutare a gestire gli ZeroZone).
Il TCC-754 presto finirà sul mercato dell'usato ed allora magari riguarderò i cavi, purtroppo i progetti di autocostruzione TNT (in passato avevo seguito quello con il cavo IBM Tipo 6) si basano su materiale fuori listino o che è reperibile solo in matasse, d'altro canto mi sembra però che i cavi a metraggio da venditori come Audioteka costino meno che in passato rendendo meno attraente l'autocostruzione.
D'altra parte confido che gli acquisti fatti sia già un upgrade ora e possano supportarmi/sopportarmi per eventuali future migliorie, per un po' spenderò solo in musica e poi ho un 4 cilindri di Arese che reclama budget per aver un assetto che renda giustizia al motorello appena richiuso.
Spero che questa lettera non le abbia portato via troppo tempo, ma un grazie a chi mi ha dato un ottimo suggerimento è doveroso, già solo il nuovo pre è stato un upgrade oltre alle mie aspettative.
Grazie ancora!!!!!
Nicola - E-mail: nicola.giada (at) gmail.com
LC
Caro Nicola,
sono felice nel saperti così soddisfatto! Sentirai coi nuovi acquisti...!
Certo, le piccole Lonpoo faranno un po' da tappo alle prestazioni dell'accoppiata Tinsbury + ZeroZone, ma l'importante è cominciare, per futuri upgrade ci sarà sempre tempo...
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu
Ci piacciono le cover insolite. Questo sembra un brano di Ludovico Einaudi e invece è “Where is my mind” dei Pixies, reinterpretato in modalità piano solo da Maxence Cyrin, compositore, pianista e direttore d'orchestra francese, noto per aver adattato al pianoforte brani dei Depeche Mode, dei Massive Attack e, appunto, dei Pixies. Il risultato è sorprendente.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!
Archivio! Un nostro lettore - che non finiremo mai di ringraziare - si è fatto carico di recuperare buona parte dei nostri suggerimenti musicali della settimana e ne ha realizzato una "TNT-Audio Suggestion" su Spotify, aperta a tutti. In questo modo si può facilmente recuperare il “pregresso”. Si trova a questo link.
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